In una intervista pubblicata pochi giorni fa sul Corriere della Sera Sami Kahale, CEO di Esselunga, ha raccontato gli effetti del coronavirus sull’azienda. Il manager ha raccontato che nella seconda “metà di febbraio a metà marzo Esselunga cresceva a doppia cifra. Poi, da quando è scattato il lockdown fino ad oggi, al contrario di quanto si possa pensare, abbiamo registrato un decremento quasi della stessa portata.” Insomma anche Esselunga va annoverata tra le vittime della pandemia. La notizia da qualche giorno girava sul mercato ma si aveva il timore di rivelarlo. Invece ciò che andiamo dicendo da qualche tempo si è materializzato anche per Esselunga, e lo spiega perfettamente Kahale: “Ha impattato il divieto di spostamento tra Comuni. Nelle grandi città non ci si accorge ma in provincia spesso le persone hanno a poca distanza un supermercato che si trova in un altro Comune. Così il 50% dei nostri clienti abituali non è potuto venire da noi, un problema per tutta la Gdo. Si è aggiunto anche il divieto di vendere cancelleria, intimo e casalinghi. Abbiamo visto decreti, ordinanze delle Regioni, interpretazioni dei Comuni spesso in contrasto.” Ha ragione Esselunga non è l’unica grande eccellenza della distribuzione che ha sofferto tremendamente le vendite durante il periodo della chiusura. Sono diverse le catene della GDO che hanno perso vendite, anche a doppia cifra, nei primi mesi dell’anno: nomi noti, grandi e più piccole ma eccellenti. Ed è certo che sino a quando le regole del confinamento rimarranno stringenti i problemi rimarranno. Sarà da vedere l’impatto che invece avranno nel momento successivo all’apertura. Ritornerà tutto come prima? Nessuno scommette su questo.
Altri due passaggi dell’intervista sono interessanti: il primo è relativo all’E-Commerce, e spiega: “Abbiamo cercato di andare oltre con il servizio “Prenota e ritira”, già attivo su oltre 50 negozi e che presto ne toccherà 100. Si ordina online e si ritira direttamente nel negozio prescelto senza fare file. La necessità della spesa online forse scenderà dopo l’emergenza, ma rimarrà un’abitudine”. Le difficoltà nel recapitare la spesa a casa incontrate da tutti coloro che hanno piattaforme E-Commerce ha portato l’azienda ad aggiornare le strategie e ad affermare il metodo del “Click&Collect”. Entro breve redere attivo 100 punti di vendita su 161 è un risultato molto interessante che varrà come autentica Case History per tutti coloro che vorranno, finalmente, affrontare questo metodo di check out della spesa.
Un ultimo passaggio interessante è quello relativo allo sviluppo della rete vendite: “Apriremo molti negozi entro i prossimi diciotto mesi tra cui Genova, Mantova e Livorno, città dove non eravamo presenti. Terremo il passo, anche con gli urban store a insegna La Esse”. Insomma il Flagship milanese è, come prevedebile, destinato a diventare autentico format, forse con qualche rivisitazione sui cibi pronti. Intanto l’azienda ha appena aperto un supermercato di 850 mq a Milano, in Viale Tibaldi, punto vendita acquisito da Conad, ex Auchan, dove offre il servizio di consegna a domicilio e dove viene utilizzata a app Ufirst, nata per ridurre le code all’entrata disciplinandole.