Pasta Zara, noto produttore di pasta di Treviso, è in trattativa con le banche finanziatrici, con le quali ha siglato un accordo di stand-still sino al prossimo 31 marzo, per trovare una soluzione a una situazione di grave tensione finanziaria che ha portato la società a chiudere il 2017 con una perdita di 25,7 milioni, dovuta in parte alla svalutazione di partecipazioni in Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza per 9 milioni di euro, a fronte di un patrimonio netto crollato a 77,3 milioni e di un debito finanziario netto di poco meno di 200 milioni. Una situazione, questa, che ha portato la società a sforare di parecchio il covenant finanziario relativo al rapporto tra PFN e patrimonio netto, fissato a 1,88 volte e che, con quest’ultimo dato, risulta invece sopra le 2,55 volte. L’ultimo controllo era stato fatto al 30 giugno 2017 e in quell’occasione il patrimonio netto era di 127,5 milioni e il rapporto PFN/patrimonio netto era di 1,55 volte. La società aveva chiuso il 2016 con 250 milioni di euro di ricavi e 24 milioni di ebitda. Il 2017 ha visto ricavi in leggero calo a 240 milioni.
Lo scorso 28 febbraio, infatti, si è tenuta l’assemblea degli obbligazionisti del minibond da 5 milioni di euro con cedola 6,5% e scadenza marzo 2020 quotato all’ExtraMot Pro, su richiesta di Finanziaria Internazionale Investments sgr, che gestisce il Fondo Minibond PMI Italia e che oggi detiene in portafoglio bond per 400 mila euro nominali (dopo averne sottoscritti inizialmente per 1,5 milioni).
Zara ha spiegato in una nota diffusa a inizio febbraio che l’assemblea degli obbligazionisti aveva all’ordine del giorno:
“1) comunicazioni da parte di Pasta Zara spa in merito ai seguenti punti: (a) situazione economico-finanziaria corrente della società; (b) recenti evoluzioni delle relazioni con il ceto bancario; (c) prospettive di evoluzione della situazione economico-finanziaria della società; (d) proposte di intervento della società tese ad affrontare la situazione di squilibrio finanziario”;
“2) attestazione del verificarsi di un “Evento Rilevante” ai sensi del Regolamento del Prestito “Pasta Zara 2015-2020 – 6,5%; deliberazioni inerenti e conseguenti”;
e 3) “la proposta di rinuncia all’esercizio del diritto al rimborso anticipato del prestito e una richiesta di standstill”.
La nota di Pasta Zara proseguiva precisando che “la società ha rilevato il verificarsi dei seguenti Eventi Rilevanti: (a) l’avvio da parte della società di negoziati con i propri creditori al fine di ottenere moratorie o concordati stragiudiziali (…); (b) l’inadempimento di obbligazioni di pagamento, diverse dalle obbligazioni del Prestito, derivanti da qualsiasi inadempimento finanziario (…, ci sarebbero contributi previdenziali non pagati, ndr); (c) il mancato rispetto da parte della società dell’obbligo di richiedere all’assemblea degli obbligazionisti, (…) il consenso ad effettuare operazioni straordinarie, tra cui, inter alia, l’acquisizione di partecipazioni per un ammontare superiore a € 3.000.000 su base annua (…)”. Quest’ultimo riferimento è all’acquisizione del pastificio riminese Ghigi 1870 nel 2016 per 4 milioni di euro.
Con sede a Riese Pio X (Treviso), l’attività della società che produce pasta e prodotti complementari, quali ad esempio olio, sughi pronti e pomodori pelati, risale alla fine dell’800 quando Emanuele Bragagnolo aprì a Villarazzo (Treviso) un piccolo laboratorio artigianale di pasta. Oggi Pasta Zara è controllata e guidata dalla quarta generazione della famiglia con Furio (presidente), Arianna, Umberto e Franca che sono subentrati in azienda alla fine degli anni’90.
Nel dicembre del 2012 Pasta Zara aveva visto l’ingresso nell’azionariato di Simest spa, la finanziaria di sviluppo del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, e la conferma dell’impegno da parte del socio Friulia spa. Il Consiglio di amministrazione di ottobre 2013 aveva poi approvato un nuovo piano investimenti, al quale era seguito un ulteriore aumento di capitale da parte di Simest, che aveva portato la propria partecipazione all’11,76%. La finanziaria della Regione Friuli Venezia Giulia, invece, a seguito dell’aumento di capitale si era diliuta dall’11,95% all’11,25%.
[via bebeez.it]