Conad chiuderà il 2015 a 12,2 miliardi di fatturato, con un +4,2% che tradotto in euro sono 500 milioni “il totale fatturato di Eataly – come sottolinea Francesco Pugliese l’AD del Gruppo – giusto per dare un’indice di misura”. Non vi è alcuna polemica nelle sue parole, ma la soddisfazione di chi sa di aver lavorato bene nel corso dell’anno cogliendone i frutti.
Questi i dati che Conad ha presentato in questo fine 2015, contestualizzati in uno spaccato economico di paese e di settore.
Un risultato che nasce da un piano strategico globale del Gruppo la cui multicanalità è parte centrale e porta la quota di mercato all’11,8%, ben 0,4% in più rispetto allo scorso anno, risultato non banale di questi tempi.
Il fatturato in crescita costante senza oscillazioni, è più che raddoppiato dal 2002 ad oggi. La marca commerciale sembra essere il punto forte dell’insegna (elemento distintivo e di fidelizzazione) con il suo 27% di incidenza così distante dalla media italiana del 19%.
Conad si conferma al secondo posto nella quota di mercato totale, ma continua ad erodere quote(+0,2 su anno precedente) e non nasconde di puntare alla leadership della Distribuzione. Incalzato, infatti, dalle domande Pugliese risponde: «Leader di mercato sono loro per ora, ma da un bel po’ di tempo abbiamo notato che noi, Esselunga e Selex cresciamo; noi anche a un passo superiore rispetto ad Esselunga, mentre Coop perde».
Se consideriamo solo il canale supermercati, Conad domina come prima insegna con un 19,8% di quota e una crescita su anno precedente dell’1,2%
La produttività al metro quadro è buona, tenuto conto che la superfice media dei negozi è inferiore a quella delle altre catene. Guardando allo spaccato per area, notiamo come non sia omogenea ma superiore alla media in tutta Italia tranne area nord dove pesa in maniera particolare la concorrenza e l’ottima performance di Esselunga che è eccellenza europea nella distribuzione.
La rete Conad è contraddistinta da una varietà di tipologie di negozio legate da declinazioni di un’unica “insegna cappello”. Il core business è Conad City e Conad, con un peso del fresco del 45%, ma nuovi format e settori diversi danno corpo ad un’azienda completa e maggiormente performante.
Il format più redditizio si conferma il superstore con 7.700 euro al metro quadro. Se consideriamo che 215 punti vendita fatturano quasi la metà dei supermercati “classici” che di punti di vendita ne hanno 5 volte tanti, non possiamo stupirci del successo di Esselunga che Pugliese definisce “modello unico in Europa”
L’altro format di estremo interesse è sicuramente Sapori&Dintorni, che con i sui 13 pdv raggiunge un fatturato di 60 milioni. Il format, che offre qualità, tipicità, una spesa di vicinato e ristorazione (la localizzazione è nelle piazze più importanti dei centri storici) presenta la reddittività più alta: ben 10.000 euro al m².
Anche qui la corsa alle piazze, delle varie catene, si dimostra ben giustificata.
La multicanalità di Conad si estende su Parafarmacie, Carburanti, Ottica e Cremerie.
Nelle prime, l’azienda ha stimato un risparmio annuale per i clienti in 12 milioni di euro, un servizio ritenuto importante e che fornisce un fatturato sostenibile di 100 milioni su un totale di 100 pdv. Quello dei carburanti addirittura un risparmio di 95 milioni di euro, sottolinea Pugliese «tale risparmio per i consumatori deriva dal nostro prezzo che è inferiore alla concorrenza in media di 8,8 cent. Il nostro obiettivo è di essere concretamente dalla parte dei nostri clienti senza dimenticare la nostra marginalità. Poiché siamo un consorzio di piccoli imprenditori, non possiamo compensare profitto, per aggredire il mercato decidere di perdere in un territorio perché tanto si guadagna in un altro. Da noi ogni punto di vendita è un’impresa che deve avere un profitto, ciascuno deve guadagnare per mantenere la propria azienda efficiente. Questo si può benissimo fare, per esempio nei carburanti abbiamo tutti impianti di nuova generazione efficienti, cosa che ci consente dei risparmi in erogazione che traduciamo in benefit per i consumatori, pur guadagnandoci».
E aggiunge «il nostro paese ha bisogno di liberalizzare e rinnovare le tecnologie, bloccare l’ammodernamento del paese per la tutela di pochi non fa bene all’economia e alle persone».
«La nostra risposta alla crisi e alla modifica delle abitudini di consumo – conclude Pugliese – è una rete multicanale e multifunzionale, con layout, assortimenti ampi e eccellenze di ogni territorio. Investiamo in servizi e nel futuro con soluzioni il più vicino possibile a alle attese di quanti scelgono le nostre insegne per qualità e convenienza che sappiamo offrire».