
Unes, con le sue insegne U! Come tu mi vuoi – Supermercati che puntano ai prodotti freschi e al servizio – e U2 Supermercato – “Every day low price”, qualità a prezzi convenienti – si propone come modello per la salvaguardia ambientale.
Una strategia importante per l’azienda, che già da diversi anni è volta a stimolare costantemente la clientela ad adottare comportamenti ECO-attenti, a renderli dunque partecipi della filosofia dell’insegna, nell’ambito della quale l’attenzione all’ambiente ricopre un ruolo di fondamentale importanza.
Numerosi i progetti avviati e tutti hanno raccolto adesioni e apprezzamenti da parte dei clienti.
Dai banchi frigo chiusi per la riduzione del consumo energetico, garanzia anche di miglior conservazione degli alimenti grazie all’efficiente mantenimento della catena del freddo, alla collaborazione con Humana People to People Italia Onlus per la raccolta di abiti usati. Con appositi contenitori di Humana ospitati nei punti vendita.
Oppure la macchina per il recupero del PET che offre al cliente la possibilità di contribuire all’ambiente e in cambio eroga 1 cent per ogni conferimento, da scontare alla cassa.
Ancora: l’eliminazione dei sacchetti di polietilene (prima ancora che diventasse legge), una delle principali fonti d’inquinamento ambientale, a favore di quelli in “tessuto non tessuto” riutilizzabili.
Per rendere divertente e appetibile questa iniziativa, oltre che il prezzo vantaggioso, in pieno stile aziendale, solo 0,50 centesimi il costo, vengono realizzate di tre grafiche differenti: due stagionali primavera/estate e autunno/inverno e una versione natalizia.
Iniziativa che da diverso tempo riscuote successo, tanto che già nel 2013 più del 40% dei clienti la utilizzava regolarmente, con conseguente riduzione dei sacchetti “usa e getta” del 30%.
Ma quest’anno c’è di più, l’azienda prova ad andare oltre, come si comunica in una nota:
La nuova edizione si rende messaggera di un tema caldo per l’azienda: “E’ stupido sprecare. E’ bello scoprirlo!”. U2 Supermercato, infatti, è da sempre attento alla sostenibilità. “E’ stupido sprecare. E’ bello scoprirlo!” non è più solo lo slogan della campagna di comunicazione 2015 del brand ma ora, veste anche l’edizione autunno inverno della borsa in TNT trasformandola in ambasciatrice del paradigma. La borsa è riutilizzabile e viene progettata per essere anche bella e alla moda. È la dimostrazione del fatto che porre maggiore attenzione all’ambiente può essere bello, divertente, addirittura fashion.
Possiamo leggere tra le righe la volontà di convogliare il concetto di spreco in generale, anche per gli alimenti. Tema caldo produrre meno e con più attenzione.
Lo spreco alimentare è un fenomeno che pone interrogativi sugli squilibri di consumo nel mondo e sulla disparità sociale tra chi spreca e chi non ha da mangiare.
La FAO calcola che ogni anno si distruggano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari a 1/3 della produzione totale, tra inefficienze di filiera e mancati consumi.
A livello europeo si sprecano in media 180 kg di cibo pro-capite all’anno; il 42% di questo spreco avviene a livello domestico. Il Paese con maggiore indice è l’Olanda con i suoi 579 kg pro-capite all’anno; quello che spreca meno è la Grecia (44 kg pro-capite all’anno).
L’Italia si trova all’incirca a metà strada tra questi due Paesi. Annualmente 149 kg di cibo pro capite vengono infatti gettati nelle pattumiere delle nostre case, compresi molti alimenti perfettamente commestibili e che potrebbero essere consumati, per un valore di circa 13 miliardi di euro all’anno.
È interessante notare come la crisi economica abbia ridotto lo spreco di cibo del 57%; per risparmiare, gli italiani hanno iniziato a programmare meglio le proprie spese e i propri consumi, riducendo le quantità acquistate, riutilizzando gli avanzi e prestando maggior attenzione alle scadenze.
Non possiamo quindi aspettarci una crescita dei consumi con la crisi e la demografia statica: come potrebbe?
E visti i dati sul Pil in crescita, seppur lieve, risulta chiaro che c’è una migrazione dello stesso da settori maturi a settori emergenti, esempio l’alta tecnologia, o a beni durevoli necessari.
Quale strategia migliore per sostenere i bisogni delle famiglie, e proporsi quale partner di progetto?
Un’idea intelligente che segue una buona filosofia e cerca di fidelizzare i propri clienti facendo leva sulla medesima.
