La scorsa settimana si è scritto che la Grande Distribuzione italiana fattura 91 miliardi e 150 milioni di euro attraverso la vendita di prodotti alimentari (e non) ad opera di 27.668 negozi. Si è notato come il settore Discount stia aumentando le proprie quote a discapito del canale Ipermercati e del Libero Servizio che, lentamente ma inesorabilmente, presentano oramai difficoltà congenite al modello di Business.
Oggi, sempre con il supporto dei dati forniti dall’Istituto Nielsen, analizziamo come si sviluppano i fatturati all’interno di ogni format, suddivisi per macro categorie.
Per Largo Consumo Confezionato (LCC) si intende l’insieme dei prodotti del grocery, non inclusi quelli “a peso variabile”. Rientrano in tale categoria di beni i prodotti alimentari, quelli per la pulizia della persona e della casa, di consumo “non durevole”, ovvero le seguenti categorie: Food Confezionato, Surgelati, confezionati, Gelati confezionati, Bevande, Liquori, Pet, Cura Casa, Cura Persona, Farmaci da banco.
Per Freschi “a peso variabile” Nielsen intende Carne e Pesce, Frutta e Verdura, Formaggi e Salumi Peso Variabile, Gastronomia e Rosticceria, Panetteria e Pasticceria, Pasta fresca, Surgelati a peso variabile.
Del non food fanno, invece, parte le seguenti categorie: Piccoli e grandi elettrodomestici, Articoli per la casa e l’arredamento, Accessori Sportivi e per il tempo libero, Articoli Ferramenta, Giardinaggio e per il “Fai da te”, Cartoleria e articoli per l’ufficio, Abbigliamento, Giocattoli, Libri e Periodici, “Usa e getta”.
Il Grocery rappresenta il
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