La badante? La trovo al supermercato. Non a fare spesa, spingendo il carrello, ma in offerta. Sì, la filosofia della grande distribuzione coop è quella di allargare il più possibile il catalogo ed ecco entrarvi anche le badanti, le babysitter, le donne delle pulizie. Già si può, in molti supermercati, acquistare medicinali e sottoporsi al prelievo del sangue, sottoscrivere polizze assicurative, contrarre mutui per la prima casa, acquistare pacchetti turistici e libri.
Adesso si potrà prenotare anche un’housekeeper, cioè una persona di aiuto in casa, che a seconda delle esigenze potrà quindi essere la badante per una persona anziana, la babysitter per accudire un bambino, un’infermiera per qualche ora di assistenza domiciliare oppure semplicemente chi può occuparsi delle pulizie di casa. In futuro è previsto un allargamento del ventaglio e si potranno trovare anche i dogsitter, che portano a passeggio i cani, e i professori disposti a cimentarsi in lezioni private. Tutto questo tra gli scaffali con la passata di pomodoro, la griglia con la frutta di stagione e i ripiani con gli allettanti ovetti Kinder.
Lo sportello si chiama Fare Mutua e sarà la prima, nuova iniziativa del colosso coop appena nato della grande distribuzione, che ha unificato Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Nordest, creando un gigante che in molte regioni domina il commercio dalle grandi superfici. Sotto i colpi della crisi cadono le barriere campanilistiche all’interno di Legacoop e ci si concentra per ottenere la razionalizzazione della gestione e di conseguenza minori costi. In lista d’attesa vi sono Coop Lombardia, Coop Liguria, Novacoop Piemonte e Unicoop Firenze che hanno detto no all’embrasson nous ma prima a poi la calamita della supercoop dovrebbe attrarle perché nel mercato c’è sempre meno spazio per i pesci piccoli.
L’unione consente anche di rilanciare il business, con nuovi approcci al mercato. E il presidente di Legacoop, Mauro Lusetti, illustrando la nascita della maxicoop ha delineato la strategia di arrivare a supermercati pigliatutto, dove fare benzina, fermarsi per una pausa spinning in palestra, incontrare un consulente finanziario, e appunto scegliere la badante. Tutto dentro il carrello: la coop sei tu chi può darti di più?
Non tutto fila liscio. Nel senso che dentro Legacoop operano cooperative sociali che offrono gli stessi servizi di personale di aiuto alla famiglia. Ai primi brontolii, per evitare la rivolta, è stato deciso che alcune di queste cooperative sociali, in particolare 12 di esse, saranno associate al progetto ovvero metteranno il loro personale, dalle assistenti sociali alle domestiche, a disposizione di Fare Mutua, proponendo anche pacchetti personalizzati: il cliente espone le proprie esigenze e il responsabile della coop sociale gli propone la soluzione. Un successo assicurato secondo le indagini di mercato effettuate dalla coop: in tempi di carenza dell’aiuto pubblico nell’assistenza sociosanitaria a domicilio lo sportello all’interno del supermercato sembra rispondere a un’esigenza diffusa.
Del resto, sono state studiate alcune esperienza positive, come quella di Bolzano, dove da sei anni opera Assist, aderente a Legacoop, che mette in contatto domanda e offerta nel campo dell’assistenza ponendo fine al fai-da-te nella ricerca per esempio di una badante: non sempre il passaparola dà risultati positivi, meglio affidarsi a una struttura specializzata che filtra le esigenze. Spiega Birgit Struggl, che guida Assist: «Si rivolgono a noi spesso sull’onda dell’emergenza: c’è fretta di trovare qualcuno per assistere un familiare autosufficiente magari fino al giorno prima, oppure una collaboratrice familiare o una persona a ore. Noi fissiamo un appuntamento, parliamo con le persone per cercare di capire esattamente quello di cui hanno bisogno. Andiamo anche a fare un sopralluogo a domicilio. Quando abbiamo un quadro il più possibile completo, cerchiamo nel nostro database di circa 600 aspiranti lavoratori e lavoratrici».
Questo tipo di approccio sarà ora portato (il primo sportello sarà avviato a settembre) dentro i supermercati, quasi una rivoluzione per strutture un tempo concentrate sull’alimentare e che a poco a poco si stanno diversificando, correndo dietro il traguardo dei 4,5 miliardi di fatturato (previsti tra tre anni) con 334 punti vendita. Inoltre le coop sono pure una sorta di banche camuffate, il marchingegno si chiama «prestito soci»: versi i soldi, ti danno un tessera fidelity con cui diventi socio coop e hai offerte promozionali sui prodotti, aggiungono la ricevuta del versato e ti assicurano un tasso netto del 2% e la possibilità di ritirare il denaro in ogni momento. Meglio che in banca e infatti i soci sono 2,6 milioni e gran parte di loro investono i risparmi (in cassaforte ci sono 4 miliardi) alla coop. Che diviene così una sorta di grande fratello che si prende cura di te: remunera i soldi che investi, ti assicura, ti dà il mutuo, ti cura, ti manda in vacanza, ti fa leggere, divertire e mangiare a prezzo contenuto, adesso ti fornisce pure la badante, la donna di servizio e la babysitter.
Quei 4 miliardi vengono investiti in operazioni finanziarie e la supercoop è ora l’azionista di riferimento di Unipol-Sai, col 20%. Non è un caso quindi che sempre più prodotti finanziari griffati Unipol entrino nei supermercati. Tra quelli più venduti vi è Unipol-salute, la risposta privata (anche se coop) al disfacimento del servizio sanitario pubblico. Per adesso Unipol è fuori dal discorso delle badanti ma in futuro chissà.
La nascita del gigante coop spariglia le carte della grande distribuzione e si farà più infuocata la concorrenza col rivale storico, la Esselunga di Bernardo Caprotti. Lui non ha badanti e non ci pensa neppure: «Vorrei solo fare il mestiere in cui riesco, vendere alimentari. Ma come si fa? A Genova è impossibile aprire un supermercato, a Livorno ho un terreno acquistato dalla Fiat oltre 20 anni fa, ma non sono mai riuscito a utilizzarlo. Perché? Perché c’è il monopolio coop».