Wal-Mart e altri big retailer americani contro Apple Pay

C’è un gran chiacchierare intorno ad Apple Pay in questo periodo. Il nuovo sistema di pagamento attraverso smartphone lanciato da Cupertino (proprio durante la presentazione dei due iPhone 6 vorrebbe essere una sorta di rivoluzione nel campo delle tecnologie di pagamento elettronico. Ma non tutti sembrano essere d’accordo. E anzi, è già partito il boicottaggio.
Parliamo di un numero significativo di esercenti statunitensi, tra i quali alcuni veri e propri colossi come Wal-Mart, Kmart, 7-Eleven, Best Buy, Rite Aid e CVS che hanno deciso di disabilitare i supporti NFC dei loro negozi per evitare l’utilizzo di Apple Pay.
Le ragioni sono due. Innanzitutto proteggere un importante investimento già messo in atto, ossia la joint venture tra questi soggetti nata nel 2012, nata per sviluppare un’applicazione di pagamento elettronico chiamata CurrentC, che vedrà la luce molto probabilmente nel corso del 2015.
La seconda ragione è legata alla logica di funzionamento di CurrentC. Se, infatti, Apple Pay prevede accordi con le banche e i circuiti di credito, l’applicazione del consorzio sembra sia sviluppata per tagliare fuori i soggetti finanziari (e i relativi costi), includendo invece i commercianti. I clienti non dovranno sostituire (o aggiungere) carte di credito, ma si vedranno semplicemente addebitare i pagamenti direttamente sul conto corrente.
Il blocco non andrà a colpire solo Apple Pay, naturalmente. Nel boicottaggio finiranno anche tutte le altre piattaforme che usano tecnologia NFC, come Google Wallet. Ma la vera battaglia si attende nel 2015.
Ovviamente questi temi in Italia si discutono solo per scuola. Quanto è lontano per noi il giorno in cui si potrà pagare abitualmente la spesa con lo smartphone?
Fa inoltre impressione constatare come il mercato finanziario e dei pagamenti attiri sempre di più l’attenzione di aziende che si occupano di tutt’altro. Evidentemente le commissioni sui pagamenti fanno gola almeno quanto le marginalità su hardware, software e servizi, purtroppo.

[via wired]

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