lunedì 13 Gennaio 2025

Le interviste di GDONews: Renato De Angelis, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Cedi Marche

Dopo aver incontrato i giovani manager del gruppo Cedi Marche di Ancona, azienda oggi appartenente alla Centrale Selex, GDONews ha voluto incontrare il protagonista di questo ricambio generazionale e storico “padre” del Gruppo, Renato De Angelis. Con lui si è ripercorsa la storia del Gruppo dalla storica CAMO ( Cooperativa Alimentaristi Mandamento di Osimo) sino all’attuale insegna “SI con te”. “Ho sempre creduto in una organizzazione efficiente, sul modello del Conad di Forlì , mantenendo i valori della società cooperativa”. Così esordisce Renato De Angelis dando subito l’idea di ciò che è oggi l’azienda e che lui ha perseguito in tutti i suoi anni di guida. Prosegue poi spiegando che “ al principio non avevamo una base sociale in grado di avere una disponibilità economica necessaria per operare lo sviluppo, allora si parlava di passare dai 100 metri quadri a 400 metri quadri. Cercai di patrimonializzare da subito l’azienda in modo di darle la possibilità di crescere, e lo feci attraverso la concessione da parte dei soci alla centrale di 2 o 3 punti percentuali sul loro fatturato. Lo sviluppo veniva operato nella seguente maniera: l’investimento veniva compiuto dall’azienda ed il socio entrava come gestore, senza mai pensare ad una gestione diretta della rete, al contrario di altre realtà Conad.”

D: Quindi Voi non fate sviluppo attraverso l’acquisizione di nuovi associati provenienti da altre insegne?

R: Lo abbiamo fatto in passato ma non lo facciamo più. Noi individuiamo territori e facciamo sviluppo, il problema più difficile è trovare i migliori gestori per ogni struttura, è  sempre stato il nostro cruccio quello di trovare i migliori profili per la gestione dei punti di vendita. Tale modus operandi comportava la conseguenza che spesso tali gestori non avevano le competenze per operare, in termini amministrativi e gestionali, nella forma più opportuna, così tempo fa si è pensato di creare una società apposita di consulenza amministrativa, fiscale e di controllo di gestione in grado di supportare i soci nella loro attività nel miglior modo possibile. Il controllo gestionale dei punti di vendita ed anche dell’azienda cooperativa è sempre stato il nostro valore primario, non siamo mai stati abbagliati dall’inseguimento delle mere quote di mercato, abbiamo sempre privilegiato il risultato gestionale. La nostra sfida vera è sempre stata quella di formare al meglio i nostri imprenditori, farli diventare più imprenditori possibile. Avremmo potuto avere qualche milione di euro in più facendo entrare soci che però avrebbero implicato soprattutto costi di gestione, ma non lo abbiamo mai fatto, non è nei nostri cromosomi. Il rovescio della medaglia di questa attenzione verso i risultati di gestione, con il senno di poi, si è tradotto nell’errore di aver fatto sviluppo per vent’anni esclusivamente nella provincia di Ancona, cosicche quando abbiamo voluto affacciarci fuori da questo territorio i giochi erano già fatti e molte posizioni già occupate. Così è stato gioco forza aver fatto più sviluppo a sud (sud delle Marche ndr ) ovvero laddove Conad e Magazzini Gabrielli si sono invece rivolti verso format più importanti dei nostri e su diverse regioni.

D: Insomma con questo schema organizzativo Cedi Marche arriva all’inizio degli anni 2000 appartenendo al Gruppo Conad. Poi improvvisamente avviene qualcosa che allontana le due strade, la Vostra e quella di Conad. Cosa è successo?

R: Alla fine degli anni ’90 si procedette ad una fusione tra il Cedi Osimo ed il Conad di Fano. L’area dove oggi risiede la nostra sede doveva essere quella che univa le due cooperative, ma accadde qualcosa che non portò a termine il processo di fusione e Conad Nazionale non interpretò bene questo insuccesso. Da qui naque un allontanamento, che diventò definitivo quando Conad ci fece capire che sarebbe stato opportuno unirci con il sud ( Adriatico) o con il Nord ( CIA). Ci fu un periodo di “fidanzamento” con Forlì ma poi proprio questo fidanzamento ci fece capire che eravamo realtà distinte e non si potevano uniformare. Ed uscimmo da Conad.

D: E siete entrati in Carrefour..

R: Analizzammo tutta la distribuzione del Paese alla ricerca di una nuova casa di appartenenza. Ci furono approcci con diverse realtà, anche locali come Coal, ma alla fine decidemmo di legarci al Gruppo GS Carrefour perché eravamo convinti che il marchio avesse ancora un grande valore, non pensavamo che un’insegna propria potesse sopportare il rischio dell’abbandono dell’insegna Conad. GS era un’insegna nazionale, conosciuta, il turismo, importante nella nostra regione, avrebbe avuto dei riferimenti certi da un’insegna come quella. Eppoi in termini contrattuali era assolutamente interessante e migliorativo come punto di approdo. Vivere la centrale GS ci fece capire che in fondo eravamo bravi, il confronto con altre realtà affiliate ci dava convinzione, e sebbene nella gestione pratica dal mondo Conad a quello GS c’era un abisso, noi dovendo camminare praticamente da soli ci accorgemmo che eravamo capaci, anzi in GS ci sentivamo delle eccellenze. Questi sono stati cinque anni di ulteriore affinamento sull’efficienza gestionale e ci si apri il mercato perché una volta svincolati da Conad avevamo campo libero su altri territori, insomma furono cinque anni di crescita. Un giorno però accadde che dalla Centrale di Milano ci comunicarono che in Francia avevano deciso di sopprimere l’insegna GS e di portare tutta la rete ad insegna Carrefour. Quando arrivò questa notizia mettemmo tutto in discussione.

D: E approdaste in Selex..

R: Arrivammo in Selex ma soprattutto arrivammo alla decisione storica di darci una nostra insegna, l’attuale “SI con te”. Così come il passaggio da Conad a GS non provocò nessun trauma, lo stesso accadde nel passaggio da GS a Selex. Era oramai chiaro che la scelta doveva essere definitiva, perché non si può cambiare Centrale ogni cinque anni e la Selex mi dava solide certezze sotto il profilo di tenuta imprenditoriale. E le dico la verità, all’interno della centrale ho scoperto un mondo molto sensibile e coeso, mi sento tornato indietro all’esperienza Conad in termini di condivisione, esiste un grande senso di appartenenza e questo è fondamentale sulla tenuta del Gruppo nel tempo.

D: Perché “SI con te” come riconoscimento di insegna?

R: Volevamo dare un messaggio di positività , e più positivo di SI non c’è nulla. Il rosso per mantenere il colore di GS e prima ancora di Conad. “Si” non potevamo tenerlo perché esiste già ed aggiungemmo in piccolo “ con te”.

D: Insomma, dopo l’errabondare avvenuto successivamente all’uscita dal mondo Conad, dopo gli anni di passaggio dentro GS, oggi siete approdati in una Centrale con cui condividete molti valori e con una vostra insegna propria. Cosa c’è nel futuro di cedi Marche adesso?

R: Ci manca il passaggio più delicato: il ricambio generazionale.

D: A proposito di ciò, voi recentemente avete adottato un sistema di gestione basato sulla governance duale; come siete arrivati a questa determinazione e perché?

R: Tale decisione è il frutto di un’analisi: l’obbiettivo era iniziare e completare un ricambio generazionale. L’azienda, io stesso, i dirigenti siamo stati così impegnati nel tempo al miglior risultato gestionale che abbiamo perso di vista la formazione, la crescita di profili in grado di prendere in mano l’azienda per il futuro. Non trovando all’interno una figura che garantisse continuità, si cercò all’esterno e trovai questo giovane ( Francesco Grossi ndr.) di cui sono molto soddisfatto. Ma per garantire meglio la fase di passaggio ci accorgemmo che il sistema duale era quello che meglio assicurava l’azienda. Nella gestione io stavo iniziando ad essere un problema, oltre i sessant’anni si comincia a giocare in difesa, avrei rischiato di bloccarla invece che svilupparla, ci vuole una persona giovane ed ambiziosa che sappia fronteggiare il futuro e le sue insidie. L’azienda deve essere sempre rinnovata ed era meglio se mi mettevo da una parte, ma sempre garantendo la miglior gestione attraverso la sorveglianza, e da qui la scelta verso la dual governance. Lo considero il sistema perfetto per fare i ricambi generazionali. L’attuale Consiglio di Gestione è fatto in gran parte da giovani e con il prossimo mandato, alla fine di questi due anni, il ricambio generazionale sarà ultimato ma sempre attraverso il controllo e la sorveglianza di chi è esperto e rappresenta la storia dell’azienda ( appunto il consiglio di Sorveglianza). Bisogna però fare attenzione: il sistema duale è nato per garantire il passaggio generazionale, poi si dovrà ritornare alla normale gestione.

Dott. Andrea Meneghini
Dott. Andrea Meneghinihttps://www.gdonews.it
Analista ed esperto di Grande Distribuzione alimentare. E’ un attento osservatore delle dinamiche evolutive dei diversi format in Italia ed in Europa. Collabora con alcuni Gruppi della GDO italiana nelle aree di crisis communication management e news management. Affianca la Direzione Generale di alcuni Gruppi della GDO nella gestione delle strategie aziendali. Collabora anche con aziende del Mass Market Retail all'estero come assistant manager sull'italian food. Si può contattare scrivendo a meneghini@gdonews.it

2 Commenti

  1. …un altra realtà in continua trasformazione, prima Conad, poi GS poi insegna propria….come si fa a fidelizzare un consumatore in questo modo? Quale sinergie possono esserci con le relative centrali se ognuno costruisce una casa dentro un’altra?

  2. In linea teorica Simone il tuo concetto non fa una piega. Ma nella Distribuzione Alimentare Italiana, soprattutto nei formati riferimento del Cedi Marche, le regole del gioco fanno più riferimento alla qualità delle locations ed alla qualità del servizio. Se un retailer svolge bene il suo lavoro su questi due fronti, con dei prezzi concorrenziali ed una buona gestione i risultati si ottengono. Ecco come Cedi Marche ha vinto la sfida.

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