Il nostro Partner Mark Up, assieme a Symphony, Trade Lab hanno presentato alla fine del mese scorso, nella sede del Sole 24 ore, il Rapporto sulla distribuzione in Italia dove è stato spiegato in maniera profonda il perché sia entrato in crisi il modello distributivo della Grande distribuzione organizzata. In estrema sintesi si è analizzato in primis che diminuisce il fatturato degli ipermercati italiani, diminuisce il numero dei supermercati, mentre crescono le aperture dei discount. Bisogna inoltre puntare sulle superfici medie, infatti nel 2010 è previsto un aumento dei volumi di vendita reali (in valore a prezzi costanti) dell’1,1% (+1,5% vendite a valore a prezzi correnti), mentre nel 2011 la crescita sarà dell’1,3% (+2,4% a prezzi correnti). Dal punto di vista delle superfici commerciali sembra che il modello di business si indirizzerà verso le medie superfici e i superstore (indicativo è anche il nuovo format del gruppo MD presentato sempre su questo numero di GDONews). Ma la ricetta non sarà univoca per tutto il territorio nazionale. Se al Nord si avverte una certa saturazione, con concentrazioni anche superiorri ala media europea, al Sud si vedono ampi margini di crescita. Interessanti i progetti del leader italiano della distribuzione, Coop Italia, che ha in programma un piano di investimenti con 55 nuove strutture di vendita per buona parte del Mezzogiorno, con un investimento di circa 700 milioni di euro, che, come ha dichiarato il presidente del Consiglio di gestione Vincenzo Tassinari, che daranno vita a 3/4mila nuovi posti di lavoro.
Il futuro prossimo della nostra GDO delineato nel Rapporto sulla Distribuzione in Italia presentato da Mark Up
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Dott. Andrea Meneghinihttps://www.gdonews.it
Analista ed esperto di Grande Distribuzione alimentare. E’ un attento osservatore delle dinamiche evolutive dei diversi format in Italia ed in Europa. Collabora con alcuni Gruppi della GDO italiana nelle aree di crisis communication management e news management. Affianca la Direzione Generale di alcuni Gruppi della GDO nella gestione delle strategie aziendali. Collabora anche con aziende del Mass Market Retail all'estero come assistant manager sull'italian food. Si può contattare scrivendo a meneghini@gdonews.it
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conta di piu la vicinanza del punto vendita per il consumatore di un diffirenziale di prezzo del 5 10% I SUPERSTORE Sono piu convenienti ma richiedono un bacino di utenza mobile vedere delibera antritust suull acquisto di 14 punti vendita in roma comprati da unicoop fi vi sono punti vendita di 2500 mq che fatturano 11milioni invece super di900 mq che vendono a mq quasi il dopppio
Mario quello che tu dici è vero, ma coglie solo un punto della questione, se si guardasse solo quello che tu indichi ed è corretto bisognerebbe aprire tanti punti vendita piccoli.
Però bisogna considerare i costi di logistica, anche in termini di orari di scarico, ed in questo caso molti piccoli ripesto ad un inferiore di medi o pochi grandi vedono premiati questi ultimi.
Costi fissi, l’incidenza degli stessi diminuiscono al crescere della struttura.
Profondità assortimentale, i piccoli hanno assortimenti con il minimo necessario e spesso tali prodotti hanno una marginalità inferiore a quelli che possono essere venduti se vi è uno spazio maggiore.
Infine mi permetto, ma sempre con lo spirito del confronto e non di quello del Professore, che non sono, e del saccente cosa che non voglio essere, ma Mario nel tuo ragionamento ci sono due errori, metti in confronto due misure che non sono confrontabili, il fatturato con la resa a mq, una è una misura lineare l’altra è una misura che confronta due elementi.
Il secondo errore è quello di trarre da un indicatore di performance una regola assoluta, purtroppo siamo tutti i giorni bombardati da questa cattiva abitutidine, per stare al nostro esempio il pv A ha una una vendita per mq di 10000€ ed il punto b di 4000, se ci fermiamo qua diciamo che A è meglio di B. Ma dovremmo indacare quale sono i costi di trasporto per mq mettiamo 500 per A e 100 per B, i costi generali a mq di A sono 2000 quelli di B 500. per cui alla fine A ha una resa di 7500 e B 3600, ora il margine di A è il 10% e quello di b il 35% ne deriva che A un profitto di 750 e B di 1080.
Come vedi, ma ho costrutio l’esempio proprio per saltare questo risultato, aggiungendo variabili non secondarie, possiamo arrivare ad un risultato opposto l’indicatore ppiù corretto à la redditività a MQ, ma sempre con la postilla di ragionare con una visione più ampia.
Termino con una nota polemica non nei tuoi confronti, ma verso tanti guru della finanza che valutano le aziende solo con ROI ROE etc, non essendo capaci o volendo capire o cogliere l’insieme delle cose.
seguito GRUPPO LUCIANI), che operano nel settore della vendita al dettaglio di prodotti alimentari e per la cura della persona e della casa.
I punti vendita che confluiranno nella Newco, attualmente gestiti a insegna GS e DiperDì, sono i seguenti:
– Roma Barrili, con superficie di vendita di circa 926 m2, che nel 2009 ha realizzato un fatturato di circa 10 milioni di euro;
– Roma Cervialto, con superficie di vendita di circa 600 m2, che nel 2009 ha realizzato un fatturato di circa 3 milioni di euro;
– Roma Cortina d’Ampezzo, con superficie di vendita di circa 600 m2, che nel 2009 ha realizzato un fatturato di circa 9 milioni di euro;
– Roma Due Ponti, con superficie di vendita di circa 596 m2, che nel 2009 ha realizzato un fatturato di circa 5 milioni di euro;
– Roma Fonteiana, con superficie di vendita di circa 977 m2, che nel 2009 ha realizzato un fatturato di circa 9 milioni di euro;
– Roma M. Riposo, con superficie di vendita di circa 750 m2, che nel 2009 ha realizzato un fatturato di circa 4 milioni di euro;
– Roma Parioli, con superficie di vendita di circa 800 m2, che nel 2009 ha realizzato un fatturato di circa 8 milioni di euro;
– Roma Tevere, con superficie di vendita di circa 590 m2, che nel 2009 ha realizzato un fatturato di circa 10 milioni di euro;
– Roma Torresina, con superficie di vendita di circa 2.588 m2, che nel 2009 ha realizzato un fatturato di circa 11 milioni di euro;
– Roma Torrino, con una superficie di circa 2.499 m2, che nel 2009 ha realizzato un fatturato di circa 22 milioni di euro;
– Roma Nizza, con superficie di vendita di circa 250 m2, che nel 2009 ha realizzato un fatturato di circa 1 milione di euro;
– Roma Aurelia, con superficie di vendita di circa 1.271 m2, che ha realizzato nel 2009 un fatturato di circa 8 milioni di euro;
– Ostia, con superficie di vendita di circa 600 m2, che nel 2009 ha realizzato un fatturato di circa 5 milioni di euro;
– Marino, con superficie di vendita pari a circa 1.400 m2, che ha realizzato nel 2009 un fatturato pari a circa 9 milioni di euro.il mio ragionamento forse non preciso e stato guardando questi numeri che normalmente rimangono all interno delle aziende e vero ci sono i superstore su cui punta esselunga ma leggendo questi dati mi sembra che ogni zona d italia abbia le sue pecurialita e una linea unica non vada bene per l intero paese vedi difficolta carrefur per me ogni azienda deve adeguare la sua filosofia di vendita adattandola al contesto in cui opera milano non ha le esigenze di roma io volevo fare soltanto un imput alla discussione vedi primato conad nei supermercati fra fatturato e utile cene passa di differenza ritorno a dire conta di piu la vicinanza o il prezzo ,in una zona in cui arriva un nuovo super nel giro di due tre anni le botteghe di vicinato quasi scompaiono ma la popolazione anziana continua a fare acquisti
Mario, voglio in primis rinnovarti la stima per la tua persona, forse è da un più di un anno che spesso ci stimoliamo a vicenda e mi sembra in maniera costruttiva, quanto a quello che hai scritto in questo e nel tuo precedente intervento sono corretti, e li sottoscrivo, mi ero permesso di allargare solo la visuale, mettendo sulla bilancia anche ed ulteriori elementi che altrimenti non spiegeherebbero come mai il vicinato in molte realtà non è vincente.
Le altre mie osservazioni erano di natura metodologica, analizzare una realtà complessa con uno o pochi indicatori rischia di darci una realtà parziale delle cose, facendo un esempio molto semplice è come se un medico ci curasse solo misurando la temperatura, e qui mi avventuro in un campo minato, cosa ci potrebbe dire che abbiamo la febbre o meno, ma senza indagare facendoci l’anamnesi o con esami, non è in grado di curarci, infatti potrebbe darci un aspirina per un mal di gola, quando invece abbiamo un virus.
Fuori dalle metafore, il mio suggerimento era ed è quello di non fermarci, in primis il sottoscritto, al primo dato od indicatore ma di indagare un minimo per capire il perchè di certi fenomeni.
Fenomeni che possono anche dipendere dal contesto del PV, in questo il geo marketing è o dovrebbe essere un ottimo strumento di analisi e fornitore di spiegazioni su certi risultati o su come affrontare certi contesti.
Sul sole di ieri 10/10 è uscito un articolo interessante sulle quote per regioni delle insegne – centrali, questo è il link
http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2010-10-09/italia-gioca-risiko-181749.shtml?uuid=AY3IoPYC
questa è la mappa:
http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2010-10-09/italia-gioca-risiko-181749.shtml?grafici
Nel grafico del Sole 24 Ore sono assenti Crai, Sigma e Billa/Standa. Come mai?
Perchè considerano le quote per regione delle prime cinque insegne, credo, ma dovresti fare la domanda ad IRI o al Sole 24 ore.
Possibile che uno storico marchio come Crai non sia nella TOP4 di alcuna regione?
Lo straordinario risultato Selex nelle Marche è gia comprensivo dei punti vendita provenienti dagli ex-affiliati Carrefor/GS/DìperDì?