Si fa sempre più leggero il carrello della spesa alimentare. I consumi alimentari sono scesi, in quantità, nei primi due mesi del 2010, dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, proseguendo il trend del 2009 quando si è avuta una contrazione, in volume, dell’1,8% e in valore dell’1,3%. E’ il commento ai dati Istat sulle vendite al dettaglio di febbraio della Cia-Confederazione italiana agricoltori che precisa come calino, in particolare, i consumi di pane, carne bovina, vino, olio d’oliva, agrumi, primi patti surgelati, salumi Dop.
“Quattro famiglie su dieci – aggiunge la Cia in una nota – sono state costrette nel 2009 a tagliare gli acquisti, mentre il 60%, tra rinunce e necessità, ha dovuto cambiare il menù e il 35% ha optato per prodotti di qualità inferiore”. Inoltre, sono cambiate le abitudini di acquisto: “si è accentuata la rincorsa alle promozioni ed è stato un ‘boom’ degli acquisti in punti vendita dove i prezzi sono più bassi”.
L’Istat ha infatti comunicato che le vendite al dettaglio a febbraio sono diminuite dello 0,4% su base annua, mentre hanno segnato un incremento dello 0,1% su base mensile. In particolare le vendite di prodotti alimentari a febbraio hanno registrato una flessione dell’1,3% rispetto a febbraio 2009 e un aumento dello 0,3% rispetto a gennaio 2010; le vendite di prodotti non alimentari sono invece aumentate dello 0,1% su base annua mentre sono rimaste invariate su base mensile. Nell’ultimo trimestre (dicembre 2009-febbraio 2010) le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel bimestre gennaio-febbraio 2010, invece, la flessione è stata dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2009. Il calo tendenziale delle vendite registrato a febbraio deriva da un aumento dell’1,3% delle vendite della grande distribuzione e da una flessione dell’1,5% di quelle delle imprese operanti su piccole superfici. Nella grande distribuzione, in particolare, sono diminuite le vendite di prodotti alimentari (-0,4%) mentre sono aumentate quelle di non alimentari (+2,7%). Nelle imprese su piccole superfici le vendite invece sono state negative sia per gli alimentari (-2,9%) che per i non alimentari (-1,1%). Tra le diverse tipologie di imprese della grande distribuzione la crescita più ampia ha riguardato gli esercizi non specializzati a prevalenza non alimentare (+3,8%), mentre l’unica diminuzione ha riguardato i discount di alimentari (-0,3%). Per quanto riguarda la dimensione delle imprese, l’unico aumento è stato registrato da quelle con almeno 50 addetti (+1,6%). Tra i prodotti non alimentari si sono avuti andamenti molto differenziati per i vari gruppi merceologici. Gli aumenti più significativi hanno riguardato supporti magnetici è strumenti musicali (+5,7%), foto-ottica e pellicole (+3,4%) ed elettrodomestici, radio, tv e registratori (+3,3%); le flessioni più marcate si sono avute per l’utensileria per la casa e ferramenta e i prodotti farmaceutici (rispettivamente -1,7% e -1,5%). A febbraio le imprese al dettaglio hanno dichiarato in media 24,8 giorni di apertura, come nel febbraio 2009.