Nello scorso numero abbiamo scritto sulla crisi che corre all’interno del Gruppo Cedi Sisa Calabria. Successivamente alla pubblicazione si è aperto, all’interno della nostra rivista, un acceso dibattito sul tema, e lo stesso ha portato alla luce una serie di informazioni e notizie interessanti. In questo nuovo articolo inseriremo le informazioni più interessanti per tutti quelli, e sono moltissimi, che non hanno avuto tempo o voglia di leggerli tutti e metterli assieme. Che la crisi in Sisa Calabria fosse in stato comatoso si sapeva si dalla fine del 2008. Verso l’estate del 2009 iniziano i primi blocchi delle forniture per le pesanti e preoccupanti insolvenze; nel frattempo i rating per le assicurazioni del credito davano in rosso profondo l’azienda e ne sconsigliavano il rapporto commerciale. Ad ottobre la crisi diventa insostenibile, e si procede all’accordo con i fornitori tutti riuniti in una riunione solenne ( ndr: ne demmo notizia a suo tempo). Dalla riunione emerge che il piano di rientro deve essere suddiviso in una serie di operazioni: prima di tutto l’entrata di Fincedi nella gestione del Gruppo, in secondo luogo il supporto dei Cedi Campania e Sicilia, oltre a Sisa Spa per la somministrazione. A Gennaio si applicano tempestivamente le indicazioni, Cedi Sisa Centro Sud invita l’industria a patteggiare il credito in tempi rapidi. L’industria si affanna ad elaborare proposte, anzi contro proposte che possano avere un equilibrio economico almeno nel medio termine, ma quando si sottopone la controproposta tutto tace. E da qui in poi non si sa più nulla. Ci sono tante voci, voci che parlano di possibili acquirenti, come ad esempio nel caso di Cavamarket in Campania dove è probabile che si arrivi a questa soluzione, però in Calabria i presunti possibili acquirenti tacciono. Eppure il gruppo era un fiore all’occhiello della GDO del sud solo pochi anni fa.
Vi fornisco alcuni fatti…
Il 10 marzo scorso il CdA di Fincedi ha deliberato di proporre un concordato preventivo ai creditori.
Per il 24/25 marzo era stata convocata una assemblea straordinaria dei soci per l’eventuale messa in liquidazione della società.
Scusate, ma nei commenti del precedente articolo, non è già stato esposto chiaramente quale è la situazione ad oggi? Mi pare di aver letto che è gia stato presentato concordato non preventivo ma LIQUIDATORIO ( esiste una bella differenza tra i due termini) e che E’ già stata deliberata la messa in liquidazione della società. Apprezzo lo sforzo del Dott. Meneghini e condivido la logica di inserire in questo nuovo articolo,aggiornamenti più interessanti in modo da interessare quanti non hanno potuto o” VOLUTO ” seguire e commentare il precedente articolo. Speriamo di raggiungere lo scopo.
A presto…
Seguo con molta attenzione il dibattito, riscontro purtroppo che non decolla, nessuno ha nulla da dire, la verità non esiste e a nessuno conviene andare a frugare.Odisseo vagò per dieci anni prima di poter porre termine alla SUA PERSONALE GUERRA ( contro l’ignoto ). Forse io smetterò un poco prima, non saranno le punizioni degli dei a farmi desistere, bensi il silenzio e l’indifferenza di tutti quelli che fin quando le cose filavano bene, parlavano dal pulpito spacciandosi non per un gruppo ma per una grande famiglia dove tutti avevano pari dignità. Sarebbe il momento di dimostrare che almeno una parte di quantoi fù, corrispondeva a sentimento vero e non ad aria espulsa dalla bocca. Partendo dal presupposto che in ogni casa, in ogni azienda si trova un computer, perchè ogni dipendente non contribuisce con un commento pertinente all’argomento. Perchè ogni affiliato o associato che appartenne al cedi, non trova un minuto per lasciare il suo messaggio. Sono convinto che molti hanno letto gli articoli e i commenti ma NESSUNO TROVA IL TEMPO O IL CORAGGIO DI ESPRIMERE IL SUO PENSIERO QUALUNQUE ESSO SIA. Invece di esprimere le proprie verità per strada a mo di pettegolezzo, colga l’occasione di condividere attraverso questo ” forum” , chissà che non venga fuori qualcosa di concreto e costruttivo. Eppure nelle ultime settimane di vita del cedi, molti ” grandi dottori” si sono accalcati al capezzale del moribondo. Per tentare di guarirlo, penserete.No per vigilare che il moribondo spirasse in pace…senza parlare. E morte fu. Adesso bisogna avere pazienza, il tempo passa e i delitti/reati si prescrivono. Amen.
PS: qualcuno provi a spiegare ai fornitori, soprattutto locali,( non se la prendano le industrie nazionali ) se e quando prenderanno mai i soldi delle merci vendute.
Nulla di nuovo sul fronte ” pasticciaccio Cedi Sisa Calabria”.
Nessuno parla, nessuno commenta, nessuno dice. Ora non è più un dubbio: il silenzio nasconde certezze.
Incomincieranno mai a rullare i tamburi di guerra? o continuerà a governare sovrano sua maestà ” il ricatto”?
…. il tempo trascorre lento ma inesorabile. Nulla di nuovo accade. Nessun investitore all’orizzonte. Le speranze si spengono, i miti di grandezza si sbriciolano…. e i grandi timonieri, inesorabilmente, dimenticano.
… tempo di sciacalli e millantatori. Povera terra nostra—-
E venne il tempo in cui il Creatore dovette cimentarsi con la Calabria.
E viene da chiedersi: “Chissà cosa è successo quel giorno ?”
Per fortuna ci sono alcuni mortali che riescono a vedere quello che non è dato di vedere a tutti gli altri.
Uno di loro è riuscito a farlo e ha voluto raccontarci quel giorno nel testo che segue.
In esso ( ! ) è citata per ben due volte, forse perchè chi scrive ne aveva ben chiara la bellezza, pur non essendoci vissuto. Quella stessa bellezza che spesso altri, che magari ci vivono o addirittura la governano, tendono a dimenticare o cercano stupidamente di offuscare.
Tutto ad un tratto mi vengono in mente le frasi di due grandi pensatori del secolo scorso: Einstein e Mia Nonna.
Prima frase: “Ci sono solo due cose al mondo infinite: l’universo e la stupidità umana. Ma sulla prima cosa ho qualche dubbio”.
Seconda frase: “Pe’ storti non c’è riparu”.
Solo che in questo momento non riesco a ricordare chi ha detto l’una e chi ha detto l’altra.
QUANDO FU IL GIORNO DELLA CALABRIA
Quando fu il giorno della Calabria Dio si trovò in pugno 15000 km. quadrati di argilla verde con riflessi viola. Pensò che con quella creta si potesse modellare un paese di due milioni di abitanti al massimo. Era teso in un maschio vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un capolavoro. Si mise all’opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della California e delle Hawaii, più bella della Costa Azzurra e degli arcipelaghi giapponesi. Diede alla Sila il pino, all’Aspromonte l’ulivo, a Reggio il bergamotto, allo Stretto il pescespada, a Scilla le sirene, a Chianalea le palafitte, a Bagnara i pergolati, a Palmi il fico, alla Pietrosa la rondine marina, a Gioia l’olio, a Cirò il vino, a Rosarno l’arancio, a Nicotera il fico d’India, a Pizzo il tonno, a Vibo il fiore, a Tiriolo le belle donne, al Mesima la quercia, al Busento la tomba del re barbaro, all’Amendolea le cicale, al Crati l’acqua lunga, allo scoglio il lichene, alla roccia l’oleastro, alle montagne il canto del pastore errante da uno stazzo all’altro, al greppo la ginestra, alle piane la vigna, alle spiagge la solitudine, all’onda il riflesso del sole. Diede a Cosenza l’Accademia, a Tropea il vescovo, a San Giovanni in Fiore il telaio a mano, a Catanzaro il damasco, ad Antonimina il fango medicante, ad Agnana la lignite, a Bivongi le acque sante, a Pazzano la pirite, a Galatro il solfato, a Villa San Giovanni la seta greggia, a Belmonte il marmo verde. Assegnò Pitagora a Crotone, Orfeo pure a Crotone, Democede pure a Crotone, Almeone pure a Crotone, Aristeo pure a Crotone, Filolao pure a Crotone, Zaleuco a Locri, Ibico a Reggio, Clearco pure a Reggio, Cassiodoro a Squillace, San Nilo a Rossano, Gioacchino da Fiore a Celico, Fra’ Barlaam a Seminara, San Francesco a Paola, Telesio a Cosenza, il Parrasio pure a Cosenza, il Gravina a Roggiano, Campanella a Stilo, Mattia Preti a Taverna, Galluppi a Tropea, Gemelli-Careri a Taurianova, Guerrisi a Cittanova, Manfroce a Palmi, Cilèa pure a Palmi, Alvaro a San Luca, Calogero a Melicuccà, Rito a Dinami. Donò a Stilo la Cattolica, a Rossano il Patirion, ancora a Rossano l’Evangeliario Purpureo, a San Marco Argentano la Torre Normanna, a Locri i Pinakes, ancora a Locri il Santuario di Persefone, a Santa Severina il Battistero a Rotonda, a Squillace il Tempio della Roccelletta, a Cosenza la Cattedrale, a Gerace pure la Cattedrale, a Crotone il Tempio di Hera Lacinia, a Mileto la zecca, pure a Mileto la Basilica della Trinità, a Santa Eufemia Lametia l’Abbaziale, a Tropea il Duomo, a San Giovanni in Fiore la Badia Florense, a Vibo la Chiesa di San Michele, a Nicotera il Castello, a Reggio il Tempio di Artemide Facellide, a Spezzano Albanese la necropoli della prima età del ferro. Poi distribuì i mesi e le stagioni alla Calabria. Per l’inverno concesse il sole, per la primavera il sole, per l’estate il sole, per l’autunno il sole. A gennaio diede la castagna, a febbraio la pignolata, a marzo la ricotta, ad aprile la focaccia con l’uovo, a maggio il pescespada, a giugno la ciliegia, a luglio il fico melanzano, ad agosto lo zibibbo, a settembre il fico d’India, a ottobre la mostarda, a novembre la noce, a dicembre l’arancia. Volle che le madri fossero tenere, le mogli coraggiose, le figlie contegnose, i figli immaginosi, gli uomini autorevoli, i vecchi rispettati, i mendicanti protetti, gl’infelici aiutati, le persone fiere leali socievoli e ospitali, le bestie amate. Volle il mare sempre viola, la rosa sbocciante a dicembre, il cielo terso, le campagne fertili, le messi pingui, l’acqua abbondante, il clima mite, il profumo delle erbe inebriante. Operate tutte queste cose nel presente e nel futuro il Signore fu preso da una dolce sonnolenza, in cui entrava il compiacimento del creatore verso il capolavoro raggiunto. Del breve sonno divino approfittò il diavolo per assegnare alla Calabria le calamità: le dominazioni, il terremoto, la malaria, il latifondo, le fiumare, le alluvioni, la peronospora, la siccità, la mosca olearia, l’analfabetismo, il punto d’onore, la gelosia, l’Onorata Società, la vendetta, l’omertà, la violenza, la falsa testimonianza, la miseria, l’emigrazione. Dopo le calamità, le necessità: la casa, la scuola, la strada, l’acqua, la luce, l’ospedale, il cimitero. Ad esse aggiunse il bisogno della giustizia, il bisogno della libertà, il bisogno della grandezza, il bisogno del nuovo, il bisogno del meglio. E, a questo punto, il diavolo si ritenne soddisfatto del suo lavoro, toccò a lui prender sonno mentre si svegliava il Signore. Quando, aperti gli occhi, potè abbracciare in tutta la sua vastità la rovina recata alla creatura prediletta , Dio scaraventò con un gesto di collera il Maligno nei profondi abissi del cielo. Poi, lentamente rasserenandosi, disse: – Questi mali e questi bisogni sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola. Ma essi non impediranno alla Calabria di essere come io l’ho voluta. La sua felicità sarà raggiunta con più sudore, ecco tutto.
Utta a fa juornu c’a notti è fatta -. Una notte che già contiene l’albore del giorno.
Ho sempre saputo che Raul fosse un grande pensatore e “immaginoso” …ma spero anche per lui che le cose cambino
in meglio in questa Terra maledetta e bella nello stesso tempo.
Spero che cambino per i ns.Figli,ai quali abbiamo inculcato la voglia di lottare per la propria Terra e a credere in un futuro migliore….ma la realtà purtroppo è ben diversa:
loro studieranno,diventeranno grandi uomini/donne e poi cosa li aspetta……?
Ti lascio”caro Amico” con questa amara consapevolezza e ti chiedo ,almeno tu, di crederci ancora e di fantasticare anche per ME.
A presto
La mia generazione ha sfiorato il sessantotto ma ha fatto in tempo ad inebriarsi di ideali nuovi, di obiettivi nuovi di nuove sfide. ( non parlo assolutamente di politica ).La lotta per ottenere ciò che per diritto ti tocca, ti porta anche a diventare sognatore. Gli idealisti, i sognatori, sono le persone più tenaci, più determinate,……più pericolose. E sai perchè cara Amica?, perchè la notte sognano e la mattina quando si alzano, lotteranno sempre contro tutto e contro tutti per realizzare i propri SOGNI.
Io sono consapevole di una cosa: non posso e non devo vivere una vita solo ANAGRAFICA. Viviamo in un mondo straordinariamente ricco di merci, di beni, di ricchezza, ma desolatamente povero di solidarietà, di relazioni sociali e di progetti di sana convivenza e integrazione. E questo non mi fa vivere bene. ” Sogno e cerco”, e spero di non stancarmi mai.
Vorrei dire che mi dispiace di quello che è successo al cedi, ma io credo che se tutti venivamo trattati alla stessa maniera (socio e affiliato) di sicuro non succedeva tutto ciò.
Parola di un affiliato.
STRUTTURA
Il GRUPPO Fincedi Calabria è diventato negli anni una realtà imprenditoriale solida e in costante espansione, grazie ad un’ attività puntuale, attenta e con una forte attitudine innovativa mirata a costruire uno stretto rapporto di collaborazione con i Soci e l’industria nazionale e locale, oltre ad offrire un servizio di qualità al consumatore.
L’efficace strutturazione del GRUPPO, infatti, ha portato ad un importante presidio del territorio, arrivando a servire in modo ottimale tutta la regione.
Alla base di questo ragguardevole sviluppo vi sono alcuni elementi fondamentali: un gruppo di imprenditori di alto livello, efficaci azioni di penetrazione del territorio, l’adozione di politiche commerciali vincenti, ed un marketing mirato alla fidelizzazione del consumatore.
Ciò si è ottenuto grazie alla preziosa guida di un team di professionisti che, con impegno e competenza, hanno portato il GRUPPO a distinguersi, guadagnando un’attenzione sempre crescente da parte dell’industria.
CONSIGLIO AI GESTORI DEL SITO: CHIUDETELO……FATE PIU’ FIGURA!!!!
VORREI CONOSCERE I NOMI DI QUESTI professionisti (lo scrivo in minuscolo di proposito) CHE HANNO PORTATO IL GRUPPO A DISTINGUERSI. HO, PURTOPPO, AVUTO A CHE FARE CON QUALCUNO DI QUESTI, TRONFI DI ARROGANZA E PRESUNZIONE. ECCO, PER LORO NON MI DISPIACE AFFATTO, PENSO INVECE A TUTTI GLI ALTRI DIPENDENTI CHE HANNO UN MUTUO DA PAGARE.
E COMUNQUE, NON MERAVIGLIAMOCI, SIAMO IN CALABRIA E LE ISTITUZIONI, NATURALMENTE, LATITANO!!!
Rif. commento nr 10-
Chiedo un chiarimento al lettore che ha inserito il commento:
L’ultimo periodo scritto in corsivo, chiude in modo trionfale l’epopea di un GRUPPO; lo stesso concetto viene ripreso nella parte scritta in maiuscolo ( che significa linguaggio gridato nel gergo di internet)con giudizio accusatorio e stroncante. Sembrano il risultato di due opposti pensieri appartenenti a due diverse persone. Nel commento ci sono degli spunti interessanti che meritano riflessione e che inducono a risposte più approfondite. Se il lettore ha la gentilezza di chiarire questo mio dubbio , mi darà modo di inserire alcuni spunti interessanti. Un’altra domanda: perchè l’invito a chiudere il sito? se ci sono delle cose che non vanno o pareri che non si condividono, perchè invece non usarlo per confrontarsi? Se qualcuno mi mette a disposizione uno spazio, ho la libertà di partecipare ( o meno ) ed esprimere il mio parere con rispetto vs il parere altrui. Se questo spazio non mi viene dato….. non ho neanche questa possibilità.
VOLEVO SAPERE SE QUALCUNO CHE LEGGI SA QUALCOSA DI PIU’ SUL FINCEDI CALABRIA, ED INOLTRE TUTTI I PUNTI VENDITA COSA STANNO FACENDO SI PARLA DI UN GRUPPO CHE VORREBBE RIPARTIRE CON UN INSEGNA DI REGGIO CALABRIA DOC MARKET DEL GRUPPO CORALIS.QUALCUNO SA QUALCOSA.E POSSIBILE CHE NESSUN GRUPPO DELLA GDO CERCHI DI PRENDERE TUTTI QUESTI PUNTI VENDITA LASCIATI DA SOLI.
GRAZIE E CIAO.
Risposta a Raul:
non mi intendo di “gergo internet!, scusate!!! Probabilmente non mi sono spiegato correttamente. La parte relativa alla “STRUTTURA” è stata etrapolata da qui http://www.sisacalabria.it/struttura.php
ed è alla chiusura di questo che mi riferisco.
La parte scritta in maiuscolo è stata scritta di proposito per differenziare i 2 concetti. E comunque il “gridato” ci può anche stare, che ne dici?
Per quanto riguarda questo spazio, invece, ben vengano le discussioni e i commenti, ci mancherebbe altro.
Risposta a Francesco:
Fincedi Calabria ha, come si suol dire, “portato i libri in tribunale”, quindi FALLIMENTO.
Sei stato chiarissimo e comprendo ( e mi associo ) alla tua rabbia. Non un grido ma un unico urlo di rabbia dovrebbe levarsi all’unisono per squarciare il silenzio e le menzogne che hanno ” governato e addomesticato” un brutto, bruttissimo episodio della già scarsa realtà distributiva calabrese. Punti vendita, dipendenti, fornitori ne hanno fatto le spese e secondo il mio modestissimo parere, siamo ancora all’inizio. Ho approfittato della tua indicazione per rileggere ( lo avvevo gia fatto ma velocemente) il portale di presentazione del Fincedi. Oggi, tutto quello che vi è riportato, alla luce di quanto è accaduto, sembra quasi una presa in giro. Ti posso assicurare che con un grande bagno di umiltà da parte di tutti gli addetti, tutto poteva essere ancora letto al presente e non più al passato. I libri sono in tribunale, i resti del Fincedi sono stati già messi in liquidazione…….. l’opinione pubblica tace.
SISA CALABRIA ED IL PASTICCIACCIO;
A QUANTO PARE L’ ARGOMENTO SISA E GIA TRAMONTATO, NON INTERESSA PIU’ A NESSUNO IN QUANTO VEDO NON CI SIANO MOLTI COMMENTI A RIGUARDO.UN ALTRA COSA NON CAPISCO COME MAI OLTRE AL GDO NEWS NESSUN ALTRO PARLA DEI PROBLEMI DEL FINCEDI ,NE GIORNALI LOCALI NE TELEVISIONI LOCALI E TANTO MENO DELLE ISTITUZIONI VISTO CHE A ROSARNO SI E BLOCCATA UN INTERA ECONOMIA (DAL FINCEDI ALLE STAZIONI DI SERVIZIO ECC.).
POI SAREI CURIOSO SE QUALCUNO DESSE INFORMAZIONE SUI PUNTI VENDITA SISA E ISSIMO DI CHE FINE HANNO FATTO ,SONO PASSATI AD UN’ ALTRA INSEGNA ,SONO AUTONOMI O COSA.
Ciao Francesco secondo te ( che dici la verità quando affermi che una intera economia ruotante intorno al cedi si è bloccata)la vicenda non interessa nessuno o nessuno è interessato a parlarne? E perchè? Gli stessi pv ( tranne qualche sporadico caso) pur toccati in prima persona non hanno detto una sola sillaba. Gazzetta del sud e calabria ora, hanno dato un articolo sulla vicenda, quando ancora era crisi e non tragedia. Qualche altro giornale si è interessato ma non ha mai pubblicato. Il resto dell’informazione si è tenuta a debita distanza o è stata tenuta. I pv dell’ex cedi sisa calabria sono allo sbando( questo quanto mi risulta). Una persona di mia conoscenza ha informazioni molto più approfondite. Spero che si decida a condividerle con tutti.
” I QUATTRO UOMINI SI GUARDARONO. ERANO PASSATI TANTI ANNI DAL GIORNO IN CUI ERANO FUGGITI DA UN PAESE CHE SI AVVIAVA VERSO LA DITTATURA. PIU’ GRASSI, PIU’ VECCHI, PELATI E CON LA BARBA GRIGIA PROIETTAVANO ANCORA L’OMBRA DI QUEL CHE ERANO STATI E DELLE IDEE NELLE QUALI AVEVANO CREDUTO. ” ALLORA? CE LA GIOCHIAMO? DOMANDO’ GARMENDIA, E I QUATTRO BICCHIERI SI INCONTRARONO IN UN BRINDISI NELLA MOTTE PIOVOSA DI SANTIAGO.”
Che triste fine avrebbero fatto quegli uomini se non avessero ripreso la lotta. Che triste fine avranno i 106 cassintegrati , se continuerà a regnare il silenzio………..
IL SACCO DELLA CALABRIA ( ENNESIMO ).
Nell’anno 1873,per la prima volta venne usata l’espressione ” Questione Meridionale”, per indicare le condizioni di arretratezza del sud italia, rispetto al resto del paese.Un parlamentare di allora,individuava nella questione meridionale, il problema che doveva essere risolto con estrema urgenza, per non far fallire, l’appena costituita unità politica italiana.
Ebbene, il primo maggio 2010 per l’ennesima ( e purtroppo non ultima credo ) volta è stata tirata fuori questa espressione. Il primo maggio 2010, per l’ennesima volta i poveri calabresi ( e il sud in genere ) sono stati innalzati a questione nazionale. Per un altro giorno sono stati sulla bocca di tutti, su tutti i mass media che contano,sono stati nella bocca dei tre benefattori del sindacato nazionale. Il primo maggio 2010, finalmente è partito il riscatto della calabria, cosi come era già partito ( per bocca delle stesse persone ) il primo maggio del 2006 a Locri ( dopo l’uccisione del povero Fortugno). Il primo maggio 2010 a Rosarno si è consumata l’ennesima beffa per i calabresi. Spenti i riflettori, rimangono i problemi. GRAZIE ANGELETTI; GRAZIE EPIFANI; GRAZIE BONANNI. GRAZIE ITALIA………….
Su MARK UP di maggio 2010, è stato pubblicato un articolo riferito alla vicenda del cedi sisa calabria. In una pagina, riporta chiaramente i passi salienti del tracollo del centro distributivo. Pone poche domande ma centrate che meriterebbero delle risposte da parte di chi ha vissuto in prma persona l’amara vicenda. Ancora oggi il silenzio fa da padrone assoluto. Ancora oggi, nessuno della centrale sisa ha ritenuto dare un minimo di versione, non fosse altro che per mettere ordine e fare chiarezza di eventuali inesatte affermazioni/convinzioni di quanti hanno espresso un loro parere su queste pagine. Fonti ben informate riferiscono che ad oggi, la sede sisa non ha inoltrato nessuna comunicazione di espulsione del cedi calabria dalla centrale. Ad oggi nessun comunicato ufficiale è stato diramato verso l’industria per informare che la calabria non rappresenta più l’insegna sisa. Sarebbe alquanto utile sapere, conoscere il parere dei vertici di UNES ( proprietaria del 20% del capitale sisa ) di fronte a questa vicenda che di sicuro non li può lasciare indifferenti, se non altro da un punto di vista economico. L’acquisizione del 20% del capitale di sisa è avvenuto a novembre del 2009.Dicembre 2009 … porta in dono, l’uscita del consorzio europa ( lombardia ) e il tracollo del cedi sisa calabria . Due sono le considerazioni: o sisa ha beffato unes vendendo un 20% di….niente e facendo l’affare del secolo, oppure Unes era a conoscenza di tutto e ha volutamente comprato i resti di sisa. Quando cadde il muro di berlino, le macerie sembravano solo macerie, ma poi qualcuno vide nelle macerie un simbolo e …incominciò a farle rendere. Sarà cosi anche stavolta?. Fra qualche tempo il mondo della distribuzione ci darà ( forse) la risposta e darà un nome e un cognome ai furbi e ai furbetti.—
PS: Il presidente Cassingena, ha sempre affermato che il mondo sisa ( e anche il suo trentennale mandato ) si sono basati sulla famosa regola dell tre C: (C)onfronto – ( C)ondivisione – (C)onsenso. Io personalmente vedo bene la regola ma vedo altrettanto bene la COERENZA.
DOPO IL DANNO ANCHE LA BEFFA.
In questo forum, qualcuno rispondendo ad una mia affermazione, mi disse che la storia la prima volta si ripete in farsa, la seconda volta in tragedia. Spero proprio, per tutti gli ex dipendenti del cedi sisa, che non sia cosi.
In questi ultimi giorni circolano brutte voci riguardo la procedura della cassa integrazione. Sembrerebbe che le parti preposte alla istruzione e finalizzazione della pratica( per l’azienda il consulente, per i lavoratori i sindacati), si siano beatamente addormentati e pregni della più subblime IGNORANZA, si sono presentati all’ufficio regionale per discutere la pratica. Qui sono stati sonoramente bastonati da uno dei funzionari, il quale faceva notare che la pratica non era di loro pertinenza in quanto rientrava non nel regime della cassa integrazione speciale in deroga, bensi nel regime della cassa integrazione ordinaria. In sintesi, tra la data di richiesta di cassa integrazione e la data di discussione, era stato emanato un decreto che faceva in modo che anche aziende con 51 dipendenti potessero usufruire della cassa integrazione ordinaria. Gli ex dipendenti del cedi sisa erano e sono 96. Nessuno di questi signori si è preoccupato di aggiornarsi sulle nuove disposizioni, che per un sindacalista dovrebbero essere pane quotidiano. Soprattutto visto il periodo di crisi che sta investendo tutte le aziende. In verità, quando affermo che non si informano sto dicendo una parziale bugia. Per leggere leggono solo che invece di leggere noiose disposizioni che potrebbero giovare a dei pidocchiosi lavoratori messi con il culo sulla strada, preferiscono le stimolanti letture della gazzetta dello sport o di qualche giornale di gossip.Si fa meno sforzo e si risparmia quell’unico ( forse )neurone che vaga solitario nella loro testa,( la solitaria particella di sodio di una famosa acqua rende bene meglio la similitudine) che badate bene non gli è stata data da madre natura per assolvere alla funzione di contenere un cervello. No signori a loro serve soltanto per tenere staccate, divise, le orecchie che altrimenti rischierebbero di bisticciare da mattina a sera.
Mi raccomano sigg.ri Raffa, Spano’, Carlino, Papasidero, continuate le vostre salutari letture … e come afferma Cetto Laqualunque unculu i lavuraturi.
Pensavo di non ritornare più sull’argomento fallimento o concordato che sia del cedi sisa calabria.E questo non per volontà ma per mancanza di interventi e chiarimenti da parte di qualche parte interessata. Invece i miracoli succedono ( a volte ) e questo momento storico non può essere lasciato passare senza commenti.
Sul mensile FOOD mese di giugno alla pagina 46, viene riportata un’intervista a largo raggio rilasciata dal presidente nazionale Sisa Dott. Cassingena. Tra gli argomenti trattati, si fanno alcuni passaggi anche sulla vicenda Cedi Sisa Calabria. Per quanto ne so ( potrei anche sbagliarmi ) è la prima volta in assoluto che un protagonista del mondo sisa parla della vicenda. Riporto testualmente solo la parte riguardante il Cedi Calabria:
Debiti per decine di milioni
di euro, 93 dipendenti in cassa
integrazione su 106: bastano
pochi dati per descrivere
la drammatica fine del Cedi
Sisa Calabria. Il presidente
Cassingena racconta la sua
versione dei fatti e conferma
di aver manifestato a fine novembre
la disponibilità di Sisa
a intervenire, per studiare con
i fornitori le possibili soluzioni:
“In incontri informali con
l’industria abbiamo fatto delle
ipotesi di piani pluriennali
di rientro, ma non abbiamo
ricevuto risposte, né negative
né positive. E soprattutto il
Cedi calabrese ci ha comunicato
di voler cercare autonomamente
una via d’uscita,
che si è poi concretizzata in
una richiesta di concordato
liquidatorio. La situazione di
difficoltà finanziaria si è creata
perché alcuni soci hanno fatto
investimenti importanti per il
loro sviluppo, ma poi per via
della crisi non hanno avuto i
ritorni attesi e non sono stati
in grado di onorare i crediti
che il Cedi vantava nei loro
confronti. Qualcuno dei soci
adesso è servito dal Cedi Sicilia
e quello che posso dire
è che vogliamo continuare a
presidiare la Calabria e quando
conosceremo la decisione
del giudice fallimentare faremo le nostre valutazioni”.——-
Letto l’articolo mi son detto: c’è qualche ” pinocchio” ( pardon volevo dire dato ) che non torna.
Andiamo per ordine e cerchiamo di analizzare i fatti:
– Il presidente Cassingena espone la sua versione dei fatti ( e non abbianmo motivo di pensare che non siano quelli) ma avremmo bisogno di sapere se la disponibilità della sede ad intervenire è avvenuta in modo formale o solo da colloqui telefonici e sopratutto se tale disponibilità e stata trasmessa all’assemblea dei soci tutta oppure ad un rappresentante di essi o ad un ricoprente qualche carica direttiva. Sembrerebbe una questione di lana caprina ma non lo è affatto.
– Gli incontri con i fornitori sono avvenuti in modo informale. Molto strano trattandosi di rapporti istituzionali. Quale molla, quale strategia ha fatto si che nulla si formalizzasse? Gli incontri dove sono avvenuti in sede o presso qualche altro cedi? Chi erano i funzionari che conducevano la trattativa? erano presenti rappresentanti del cedi calabria? Mi ripeto: non è neanche questa una questione di lana caprina. Serve a capire ( se dobbiamo capire)
– L’industria non ha dato risposta ai piani di rientro, ne positive ne negative. Sembra molto strano in quanto risulta che prima di novembre, già al cedi sisa c’erano stati degli incontri con l’industria per affrontare la questione e buona parte di quella incontrata si era dimostrata disponibile ad affrontare la questione. Stranamento dopo l’intervento della sede ( che in teoria doveva essere più efficace), l’industria tace, diventa omertosa.- Risulta inoltre, che due rappresentanti del cedi calabria, abbiano partecipato a qulache incotro con l’indostri ( di quelli organizzati dalla sede/sisa centro sud), ma che poi elegantemente sono stati messi in una stanza ad attendere e poi spediti a casa( strategia?)
– ..e sopratutto il Cedi calabrese ci ha chiesto di voler cercare da se una via di uscita che poi si è concretizzata nella richiesta di concordato preventivo ( liquidatorio!). Non sembra un po strano che un cedi in difficoltà decida di fare da se e trova come soluzione….il concordato? DOMANDA: l’intenzione del cedi calabria di fare da se è venuta quando?, in che data?. Ricordo un piccolo particolare: che da dicembre 2009 a gennaio 2010 il cedi è stato retto e amministrato da un funzionario di sede nominato dalla sede. ecco perchè diventa importante sapere in che data il cedi calabria, ma sopratutto CHI ha informato che si preferiva fare da soli. Ulteriore domanda: Presidente, ma qualcuno l’ho informata che il fare da se sarebbe stato concordato? Se non ho notizie sbagliate, Sisa Centrale non siede ( con quota simbolica) nel CDA di tutti i cedi, quindi anche in quello calabrese?.
– Qualcuno dei soci è oggi servito dal cedi sicilia…. Non sarebbe giusto dire quanti e chi oggi è servito dal cedi sicilia? Anche qui non andiamo in cerca di lana caprina, bensi di verità. Uno dei soci serviti dal cedi sicilia è l’oramai ex presidente del consiglio di amministrazione di fincedi ( ex cedi per fusione), nonchè consigliere nazionale per la calabria ( e da alcune carte risulta che le forniture dal sicilia sono iniziate ben prima della richiesta di concordato, come dire da una parte liquido la sisa ma dall’altra…mi aggrappo alla sisa ( esco dalla porta, entro dalla finestra ). Non è la stessa persona ( e non vuole essere un’accusa ma una precisazione ) che ha firmato la richiesta di concordato? Allora Presidente, perchè aspettare che il giudice decida: non si può chiedere direttamente al Consigliere e decidere immediatamente quale strategia adottare per la calabria?. ( io penso di immaginare, e non da adesso quale sia la strategia ). Inoltre, sarebbe giusto che tutti i soci ( o ex ), e non solo alcuni di essi debbano avere l’onore di essere informati. Molti non hanno mai ricevuto alcuna informazione e tutt’oggi aspettano.
Dalle informazioni in mio possesso, sono portato a dire che le colpe dell’accaduto , vanno ricercate solo all’interno del cedi e di chi lo gestiva ( di fatto o di diritto). Ma sono anche portato a pensare che se le notizie riportate dall’articolo sono poi ( anche solo in parte) la verità dei fatti, allora non bisogna prendersela più con pinocchio, in quanto il poverino si limitava a dire solo qualche bugia di troppo che in fondo non faceva morire nessuno, ma bisogna parlare di volontà dolose tendenti ad occultare atti e fatti che avrebbero potuto nuocere. La volontà di andare da…soli verso il concordato, forse potrebbe essere la chiave di volta di tutta la vicenda. Ma qualche verità in più serve oggi non tra vent’anni a reati prescritti. Un ultimo appello: Presidente faccia uno sforzo, cerchi di essere un poco più concreto in fondo la ricerca della verità, se si vuole, è come un atto di fede e come diceva San Tommaso la fede è come una strada, un pezzo lo puoi conoscere, l’altro no, ti devi affidare, ci devi credere. Io, ancora ci credo.
Ciao a tutti, mi sembra molto difficile che ci sia un ritorno di sisa in calabria,in quanto i punti vendita passati gia’ 6 mesi hanno preso ognuno le loro strade sopratutto le insegne piu’ grandi che hanno fatto contratti con sma, conad e carrefour,per quanto riguarda le piccole insegne non credo ci sia molto da sperare in quanto tanti hanno deciso di continuare da soli perche si sono resi conto che si riesce a lavorare meglio avendo un po di marginalita’ visto che con i prezzi sisa e le offerte non si riusciva a marginare neanche per le spese, poi ci sono altri piccoli punti vendita che anno gia trovato casa con altre aziente tipo conte’, verdeblu,crai e c’e’ chi aspetta la partenza del marchio pam,ma sicuramente nessuno avra una maggioranza di punti vendita in quanto si sono sparpagliati di qua e di la.
Secondo voi conviene ad un piccolo punto vendita affiliarsi ad un insegna come sma ,conad o carrefour e lavorare secondo i loro standard io ho notato che con i prezzi della gdo non si riesce a marginare bene per poter andare avanti e coprire le spese,voi che siete piu’ esperti per un piccolo punto vendita che si aggira sui 600,000 euro a scontrino cosa consigliate di fare.Grazie e ciao.
Dopo aver letto l’intervista rilasciata dal presidente Cassingena su Food, ho necessita di ricostruire certi passaggi per questo faccio qualcosa di insolito: mi sarebbe di molto aiuto potermi mettere in contatto con il lettore che sul pezzo ” IL CEDI CALABRIA AL CAPOLINEA?, ha commentato con il nome : E TUTTA QUELLA FRETTA DI TROVARE UN ACCORDO?.
Se lo vuole si metta in contatto con la direzione che è autorizzata sin da ora a rilasciare la mia mail, e se possibile si metta in contatto con me.
Per rispondere a Francesco: le affermazioni di Cassingena non trovano nessun appiglio reale ad una ipotesi di riapertura sisa in calabria. E’ solo pretattica come pretattica è attendere l’esito dell’adunanza dei creditori di fronte al giudice, data per il 7 luglio c.a. Sisa stessa risulta creditrice nei confronti della calabria e sarà la prima ad accettare le condizioni del concordato , senza preoccuparsi di andare a guardare e analizzare i numeri ( ci sarebbe da ridere ) e di conseguenza, sisa ha già preso accordi con la maggior parte dell’industria nazionale( fregandosene dei piccoli fornitori calabresi) e stretto patto di…non belligeranza. Per cui tutti accetteranno le condizioni e …il sacco è fatto.
Se non sbaglio, in questi giorni si tiene l’annuale convention di sisa nazionale. Due settimane all’insegna del sano divertimento e del relax, parlando di distribuzione e di …..solidarietà. Ebbene si, ogni anno nella convention, molto tempo viene dedicato alla solidarietà verso il terzo mondo; ospedali, scuole, villaggi per il fanciullo tutti progetti destinati alle genti bisognose del terzo mondo. Questa è la mission di sisa: alleviare le sofferenze del terzo mondo. Mi raccomando Presidente Cassingena e consiglieri di amministrazione tutti, quando avrete finito con il terzo mondo, sarà il turno del QUARTO MONDO. Fate un fischio gli ex lavoratori del cedi sisa calabria stanno ancora aspettando…….una sola parola di solidarietà. ( non affrettatevi, di tempo ce nè i calabresi sono persone pazienti…sanno aspettare, gle lo ha insegnato la storia.)
“La disperazione più grande che possa cogliere un uomo è arrivare a credere che vivere rettamente sia inutile”, scriveva Corrado Alvaro. Io sono arrivato a questo punto di non ritorno.
PS: sisolini, nessuno di voi ha più nulla da dire o aggiungere sulla vicenda cedi sisa calabria?
Ciao Raul,credo che dopo un anno ognuno si sia stancato di parlare di una cosa che oramai e’ passata e non interessa quasi piu’ a nessuno.
Poi per quanto riguarda tutti (tranne un paio) i punti vendita sisa da quello che si vede sui volantini che circolano hanno gia’ tutti un altra insegna (conad,sma catania,sma cedis regina,conte’,ecc.),poi degli issimo per quello che so non sono stati a guardare e ad aspettare ma si sono pure loro accasati con altre insegne (margherita,punto sma,conte e punto e,ecc.).
Quindi anche se con rammarico ti posso dire che la questione sisa si sia chiusa qua perche’ mi sa che tranne i dipendenti e le aziende creditrici non interessa piu’ a nessuno.
…..Non me n’ero accorto. Sua maestà il SILENZIO HA TRIONFATO, ANCORA UNA VOLTA. Unico apunto al tuo pensiero: la questione, come tu la chiami ( io lo chiamerei OMICIDIO con tanto di mandanti ed esecutori materiali ) non interessa neanche agli ex dipendenti e neanche alle aziende creditrici. Entrambi sono gli unici ad averci rimesso realmente qualcosa, tutti gli altri sono….caduti in piedi.
Nel momento più brutto della storia per la GDO calabrese, dove tutti vendono pv e nessuno compra, arriva invece la notizia più importante della storia per l’industria alimentare calabrese.
Un grande pastificio umbro ha infatti già trasferito la sua sede sociale in Calabria e pian pianino sarà trasferita anche la produzione.
E’ già in atto una campagna promozionale colossale su tanti voltantini della GDO calabrese.
Raul, quanti dipendenti hanno perso il posto di lavoro?
Solo del cedi 110 ( ad altro 30 circa era scaduto il contratto nei mesi precedenti alla chiusura e non era stato rinnovato). Un altro centinaio con le Gestioni Commerciali. Almeno altri 200 in tutto il resto dell’indotto, supermercati associati/affiliati compresi.
Caro Giulio, se vuoi altri dettagli molto, ma molto più “profondi e pertinenti” avrò piacere di darteli, in questi ultimi mesi mi sono trasformato in cacciatore e prima o poi la preda la trovo. Ti posso assicurare che a conoscere molti dettagli ti divertiresti un sacco, molto di meno si divertirebbero alcuni ” miseri teatranti ” che hanno come unico scopo quello di apparire ” puri e vergini”, che l’inferno se li possa pigliare.
PS: queste cifre, non meriterebbero una pena superiore all’ergastolo?
Ciao Aldo, negli ambienti della GDO reggina circola la voce che GDM, dopo aver venduto alcuni pv per risanare le finanze, non ha comunque risolto il suo problema e che abbia ceduto il 51% del capitale ( e quindi la maggioranza ) a Pac 2000.
Cosa puoo aggiungere di tuo? Se cosi fosse, Conad sbarcherebbe finalmente in un territorio dove non è mai riuscito a penetrare ( parlo di Reggio Calabria città) e lo farebbe entrando dalla porta principale. Un altro competitor si aggiungerebbe in una piazza dove domina la politica del prezzo più basso a tutti i costi e dove fenomeni tipo ” Spaccio Alimentari” sorgonono ogni giorno.
Raul, speravo in numeri minori!
A sentir loro si tratterebbe soltanto di un normale fallimento dovuto alla crisi mondiale che avrebbe trasformato tanti crediti in crediti non esigibili. Ma se ci fosse dell’altro… altro che ergastolo!
Tecnicamente parlando, non si tratta di “cessione”, bensì di ingresso con aumento di capitale riservato
… Grazie Giulio per la notizia che hai raccolto: dopo tanto cercare ho finalmente saputo che il colpevole è ” la crisi mondiale che si è riversata tutta ed interamente a San Ferdinando, seconda zona industriale area asi e precisamente sull’immobile del cedi sisa”. Se ti capita, di ci pure a quei “loro” che per lavarsi la coscienza non basta la ” crisimondialechehatravoltoilmondoeprecisamenteesolamenteilcedisiacalabria ( volutamente scritto tutto unito come le filastrocche cantate da innocenti bambini, per dire e significare che ce la beviamo tutta questa versione) e non basta neanche tutta l’acqua della terra aggiunta a quella caduta durante il diluvio universale. La montagna di crediti non era assicurata? e come si era creata questa montagna, con una eruzione o semplicemente chiudendo gli occhi per non vedere o avendo la sfrontata presunzione di fare ” finanza innovativa”? Fine prima puntata………….
Raul, con il solo calo globale del fatturato sono fallite tante catene meridionali.
Essendo CEDI, a questo problema si sarebbe aggiunto addirittura quello dei crediti e al primo scricchiolio gli affiliati li avrebbero traditi salpando su altre navi.
Ciò che non riesco a capire è: perché continuavano a fornire la merce ai cattivi pagatori?
Nei volantini Standa oltre a Paola, Maierato e Catanzaro Lido è stato aggiunto anche Catanzaro.
Raul e Franco, cambieranno soltanto le insegne Carrefour o anche quelle Qui Iper?
Raul, a questo punto è definitivamente tramontata l’ipotesi Siderno? L’Antitrust la bloccherebbe?
Ciao Raul, Franco mi ha anticipato, credo che il tutto sia da legarsi anche alla ritirata dal sud di carrefour, sarà da capire quello che succederà sul lato Siciliano, sia per i pv di proprietà che per il master franchiser.
Raul, posto anche qua alcune condiderazioni che sono state pubblicate sulla Gazzetta dell’economia di un paio di settimane fa.
2009 -2010 la crisi della GDO nel Sud.
Le avvisaglie della crisi si erano avute già alla fine del 2008, ma il biennio 2009 -2010 ha reso evidente la crisi della GDO nel sud d’Italia, bisognerebbe dire non solo al Sud, ma le crisi ed i fallimenti ad oggi si sono concentrati li.
Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici ed entrare nel dettaglio di ogni singola vicenda richiederebbe spazi e tempi che un articolo non possono coprire, ma individuare dei minimi comun denominatori a ciò è invece possibile.
A mio avviso è possibile individuare tre ragioni comuni alla crsi:
1) Incapacità di conoscere ed adeguarsi al territorio.
2) Utilizzo della finanza non come strumento ma come fine.
3) Il perseguire modelli di sviluppo non coerenti con il contesto in cui si opera.
Entriamo nel dettaglio dei punti:
1) Incapacità a conoscere ed adeguarsi al territorio; l’Italia è un paese in cui il localismo è molto radicato, non voglio darne un significato di valore o disvalore, ma non considerare questo aspetto significa perdere il contatto con i bisogni e abitutidini dei consumatori locali, per fare un esempio che senso ha un assortimento che dedica qualche metro di lineare a vini di altre regioni, magari del nord, quando il consumo è ancora fortemente locale? La corretta gestione degli spazi e degli assortimenti è la conditio sine qua non per gestire con profitto un impresa distributiva.
2) Utilizzo della finanza non come strumento ma come fine; questo è a mio avviso un tratto generale della crisi che ci ha colpito, ma nella GDO ha assunto effetti patologici. Proviamo a vedere quali; la GDO per sua natura ha da un lato bisogno di capitali per aprire, gestire e promozionare punti vendita, dall’altra sfruttando il fatto che incassano quotidianamente ma pagano dopo qualche mese posso investire una parte della liquidità rimanente in investimenti finanziari.
Inoltre la media della GDO ha una reddittività intorno al 2-4%, ed anzi alcune hanno margini negativi sull’attività distributiva, per cui per coprire queste performance negative o per incrementare le performance, negli anni si è fatto sempre più ricorso alla finanza.
Fino a che le borse sono cresciute, tutto è andato bene, ma quando queste hanno corretto le perdite hanno ampliato le perdite della gestione caratterisca o hanno mandato in perdita anche quelle gestioni che erano di poco attive.
E imprese poco patrimonializzate e/o che avevano fatto il passo più lungo della gamba sono andate in crisi finanziaria che ha trascinato anche la gestione ordinaria e le ha condotte alla chiusura.
3) Il perseguire modelli di sviluppo non coerenti con il contesto in cui si opera; mi riferisco da un lato all’apertura di ipermercati, in un contesto in cui il reddito medio, la mobilità e la concentrazione della popolazione è inferiore rispetto ad altre del paese, peraltro il modello ipermercato è un modello in crisi da almeno un lustro, dall’altro perseguire lo sviluppo senza pianificare l’entrata in aree differenti da quelle in cui ci si era sviluppati, con le problematiche del punto 1, ma con anche quelle legate a costi di trasporto e soprattutto l’affiliazione con tutti i relativi problemi.
A pagare lo scotto per questa crisi oltre ai dipendenti delle società fallite o in crisi, lo sono i consumatori, che ancora oggi mediamente pagano la spesa molto più cara che in altre aree del paese, ma soprattutto le PMI locali, che hanno perso un potenziale canale di sviluppo, sia in termini di fatturato ma anche di modello di sviluppo attraverso il quale perseguire la propria crescita.
Aldo, si ritererà anche da Zumpano? Prima dovrà riuscire a trovare un acquirente!
Beh se sono riusciti a vendere Siracusa, venderanno anche Zumpano, Leclerc o GDA potrebbero essere interessati, e forze anche AZ, non credo GAM, visto che hanno già un iper a Cosenza.
Giulio, rispondo per ordine.
Alla fine del 2009, il cedi calabria aveva mantenuto più del 90% del fatturato espresso nel 2008 e questo nonostante tutti i problemi di blocco forniture da parte dell’industria. Fino a febbraio del 2010, nessuno tra affiliati ed associati era formalmente uscito dal cedi. Tutti ancora speravano…. e sono stati tutti traditi ( non hanno tradito). Perchè si continuava a fornire merce a chi non la pagava o peggio a chi da tempo non pagava accumulando debiti enormi. In una giusta logica si sarebbe dovuto ragionare: io cedi ho difficoltà di approviggionarmi di merce se non pago i fornitori. Pertanto la merce che ho la distribuisco a chi me la paga ( ed erano i più), cosi posso incassare, pagare i fornitori i quali mi manderanno merce e potro andare avanti, magari stentando ma andare avanti. Invece no, la merce veniva consegnata anche a chi aveva debiti enormi. Una persona di media intelligenza avrebbe capito che: se vendo merce per 100 e mi ritornano incassi per 80, posso pagare per 80 e ricevere nuova merce per 80, che venderò perchè mi ritornino incassi per 60, paghero per 60 e riavrò merce per 60, che cedero per incassare 40 ecc….. Capito come hanno ragionato le grandi teste d’uovo?
Perchè non bloccare le forniture suii “grandi debitori”? Bella domanda. A- non si voleva- B- non si…poteva- C- si era in delirio di onnipotenza- D- qualcuno si era autocelebrato re della finanza…..virtuale- E- ….aggiungi tu quello che vuoi, tanto penso che può bastare.
Nei volantini standa, ci sono due pezzi di ex sisa: maierato superstore e catanzaro ipersisa.( Magari fosse arrivata prima).
Sull’iperspar di siderno si continua a sussurrare …coop italia ( ma a questo punto io non ci credo più di tanto, penso che despar stia risolvendo i suoi problemi e continuerà)
Zumpano è un vero rebus: negli ultimi anni ha perso molto smalto e ….fatturato. AZ, non commetterà l’errore di uscire dal suo territorio storico dell’interland di Catanzaro, ogni volta che lo ha fatto ha preso martellate sui maroni. Gam-Despar, deve risolvere i suoi problemi e pensare in primis a mantenere ciò che ha.
Aldo, il tuo post riporta chiaramente quello che vado dicendo da molto tempo: incapacità, disconoscenza, ignoranza e, permettimi il termine ” bullismo finanziario”. Ho sempre pensato che una regione come la Calabria, lunga, stretta e…senza strade, debba svilupparsi coerentemente con queste….anomalie. Purtroppo, oltre al ” bullismo finanziario” impera, domina anche il fenomeno del ” bullismo imprenditoriale”.
Finalmente una buona notizia sulla gdo calabrese.
Gli ex-Alvi di Cosenza e Crotone sono stati riaperti con l’insegna “Al Discount”.
P.S. Qualcuno conosce meglio questa catena molisana? Sono interessati anche agli altri Alvi calabresi?
Acri, Cerisano, Curinga e Marcellinara in arrivo per Simply Sma/Cedis Regina.
P.S. Provengono tutti da Sisa?
Giulio, forse la lista non è completa……… manca ancora qualcosa dell’ex mondo sisa.
Raul, questi sono i punti vendita segnati come “in arrivo” sulla pubblicità su Calabria Ora di ieri. Ovviamente c’erano segnalati anche quelli che esistono già.
Ennesima drammatica notizia per la gdo calabrese. Pochi giorni fa sono stati improvvisamente chiusi tutti i Dico Discount calabresi, sia gli affiliati che i punti vendita diretti.
Mi chiedo:
1) Perché chiudere proprio a dicembre, il mese più amato dalla GDO?
2) Coop non aveva recentemente dichiarato di voler entrare in Calabria? E adesso invece chiude pure i discount?
Ma quanti negozi c’erano in SISA Calabria e quanto valevano (cioe fatturato), poi e cos’e successo con loro, sono stati chiusi oppure venduti?
Dopo due anni…. Questo silenzio mi fa paura… sembra che il ce.di. Sisa Calabria non fosse mai esistito.
Perché questo silenzio? Perché i dipendenti non si sono mai ribellati?
Dove sono andati a finire il Team Dirigenziale? E le impiegate in gonna? Ma soprattutto la magistratura ha fatto i suoi accertamenti per vedere se sia fallimento o bancarotta fraudolenta? I clienti del ce.di. come mai non hanno pagato il dovuto? Sono stati fatti decreti ingiuntivi a Febbraio 2010 o prima ?
Chissà se qualcuno è in grado di rispondermi…?
Grazie
Saluti
A.A.A. Cerco disperatamente lo stato per fare luce sulla prematura scomparsa del Ce.Di.Sisa Calabria.
Stato: assente ingiustificato. Però, qualche letterina di richiamo bisognava pur farla a questo stato che si è assentato ….arbitrariamente. Oppure c’è da dire che le lobby che hanno gestito tutto il percorso della PREMATURA SCOMPARSA del cedi sisa calabria, hanno lavorato di fino e con ottimo spirito di SQUADRA. Che ci fosse sato un solo sfigato socio che avesse aperto gli occhi e opposto un minimo di resistenza alla messa in esecuzione del concordato, pietra tombale di tutte le responsabilità di amministratori e sindaci che hanno governato dall’inizio alla fine. Ma anche i dipendenti potevano fare un po di casino, ma anche qui alcuni CAINI ( appartenenti ai dipendenti) hanno fatto il doppio per poi,rimanere fregati ( non tutti) come gli altri.
Per aprire gli occhi allo stato, basterebbe solamente che qualcuno (Procura della repubblica? Guardia di Finanza?) andasse ad analizzare presso la camera di commercio le cariche degli organi delle varie società controllate e controllande. Gli stessi nomi sono controllati e controllori allo stesso tempo, votati e riconfermati all’unanimità dai soci ( …presenti per delega) ad ogni rinnovo di carica.
X FRANCO: pure io ho cercato lo stato e ….sto aspettando che risponda.
Solo oggi noto che un mio post del gg 1 luglio 2012, non è stato mandato in rete. Non mi pare che contenga insulti e/o espressioni lesive. Posso avere un chiarimento? Grazie.