Lo scorso Novembre il gruppo Sisa Spa ( cioè Sisa Nazionale) , alla luce delle difficoltà, nell’anno passato, del Cedi Sisa Calabria a pagare i fornitori, si rese disponibile ad una soluzione concordataria con l’Industria, ed in un incontro ufficiale sempre nel corso del mese citato, aveva annunciato da un lato il dilatarsi dei pagamenti ma allo stesso tempo la certezza degli stessi. In quella stessa sede si confermò la volontà di mantenere in vita il Gruppo di acquisto calabrese garantendogli l’appoggio sia di Sisa Nazionale che dei Cedi Campania e Sicilia. Alla luce di tali determinazioni, l’industria usciva con delle certezze: prima di tutto quella di essere pagati, ed in seconda battuta quella di continuare a lavorare con la Calabria all’interno del mondo Sisa. I tre mesi che sono seguiti, sino ad oggi, hanno però visto il verificarsi di svariati eventi: il terremoto in GD Plus che ha determinato la definitiva autonomia del gruppo Finiper a rinnovare i contratti da sola con l’Industria, o meglio, con dentro il Gruppo Sisa alla luce dell’accordo di acquisizione delle quote ( 20%) di Sisa Spa. Successivamente a fare voce è stata l’uscita dal mondo Sisa della Centrale Acquisti Sisa Europa, quella del Nord Ovest che si è annessa a Sigma. Questi due eventi ufficiali, ma soprattutto il primo, riportati dalla stampa, hanno leggermente alterato i deboli equilibri che avevano portato alle esternazioni di Novembre, infatti oggi Finiper, titolare del 20% di Sisa Spa ( come già scritto) ed impegnata nei rinnovi contrattuali con l’industria anche per conto di Sisa, non vuole preoccuparsi di problemi che non la riguardano. Ma non è tutto: nel momento che si decise di intervenire, la gestione del Ce.Di. di Sisa Calabria passò a Fincedi Padana Spa , una società di Sisa Spa, incaricata nella fattispecie di sistemare i vuoti finanziari e rilanciare le attività del deposito. Fincedi si è preoccupata, in prima istanza, di verificare la documentazione contabile che era stata presentata dal cedi Sisa Calabria a Sisa Spa come resoconto delle somme da dare ai fornitori. Sembra che l’analisi degli incaricati di Fincedi abbia in realtà trovato numeri diversi da quelli dichiarati e ben più preoccupanti. Questo elemento, che non trova effettivamente nessuna dichiarazione ufficiale in tal senso, ma che echeggia in diversi ambienti, e che noi riportiamo in formula dubitativa ( può essere, si dice..), potrebbe aver fatto precipitare gli eventi e le sorti del Gruppo. Usiamo il condizionale perché ad oggi non esistono comunicazioni ufficiali, solo voci, voci che si rincorrono con sospetti e riflessioni: innanzitutto che fine faranno i crediti dei fornitori? In verità i Punti di Vendita del possibile ex Sisa Calabria non sono tutti da buttare a mare, anzi tutt’altro, esistono diverse strutture interessanti e performanti che sicuramente Sisa vorrà preservare, e la cosa curiosa è che queste strutture sono la maggior parte. Quindi il problema delle relazioni con i fornitori si deve porre come un problema da risolvere positivamente. A questo punto ci si può porre la domanda delle domande: Chi sarà a farsi carico del problema ? Questo è un altro punto scottante della vicenda: chi può avere interesse ad un epilogo come quello che si sta disegnando? Insomma ad oggi non ci sono certezze, non le abbiamo noi che vediamo dall’esterno gli eventi e li registriamo, non le ha il mondo Sisa che in ogni caso si sta prodigando per comportarsi, come sempre ha fatto, in maniera corretta con l’industria, ma soprattutto non le hanno i dipendenti che oggi sono il vero punto debole della vicenda ed a cui va la nostra solidarietà nella speranza che poi alla fine tutto si risolva nel migliore dei modi, perché definizioni ancora non ci sono e aiuta pensare che la grande parte delle strutture sono sane ad hanno bisogno di approvvigionamenti non troppo lontani logisticamente. Ma sicuramente è una storia complicata che ha un inizio determinato da investimenti affrettati e soprattutto da un momento assai poco felice dal punto di vista dei consumi.
Il sig. Cassingena presidente di Sisa che in occasione della convention Sisa ” scese dal palco ed in un discorso in pieno delirio di onnipotenza ” rassicuro’ tutto il mondo dell’industria sara’ certamente garante dei problemi di Sisa Calabria
A fine Gennaio ricevevo telefonata da tal M. Calcagno di CE.DI. SISA Campania che mi richiedeva un incontro URGENTISSIMO, per definire al più presto un piano di riento per i crediti vantati vs. SISA CALABRIA.
Trovato l’accordo, mi chiedeva di inviare con la massima urgenza una ns. proposta?!?!?!?, cosa anomala ma comunque accontentato; ad oggi nessuno si è più fatto vivo!!!!!
Non sò perchè, ma ho un brutto presentimento, speriamo bene!
Spero che tutta la stampa di settore decida di dare voce a questa vicenda che non è tanto leggera come l’articolo potrebbe far apparire. Ciò che si riporta, è vicenda di ieri. L’oggi, purtroppo, riporta una triste realtà: azienda in chiusura, silenzi da parte di tutti e ..latitanza assoluta da parte della centrale Sisa. Mi dispiace per chi ha scritto il secondo commento ma il brutto presentimento si è già verificato.
Buongiorno a tutti quelli che hanno ancora voglia di leggere! Tutto finisce e su questo non v’è dubbio. Finire “liquidati” dopo aver speso energie, anni, professionalità, tempo, progetti….”questo si che è grave”.
Ai posteri l’ardua sentenza!!!!!!
Ai soliti uomini di potere “GRAZIE”
Sono fra i tanti che attende risposta, in una posizione difficile da sostenere perché si sta adoperando una politica poco avveduta nonostante gli impegni presi da parte di SISA e la disponibilità sempre dimostrata, come dimostra il commento “E tutta quella fretta a trovare un accordo?”. Resta che ci sono situazioni allo stato attuale che concordano pienamente con l’articolo e voci che circolano, ma disegnano la realtà fatta di silenzi e latitanza. Ovviamente questo significa tutto e nulla in tutte le direzioni, sicuramente, anche e qualora si avverassero le prospettive positive dell’articolo resterà un percorso in salita con fornitori, collaboratori e dipendenti sempre meno disponibili.
L’articolo , molto romanzato , non entra nel vero senzo del disastro, non fa i nomi degli autori di tale enorme truffa.
Sono dell’idea che la giustificazione legata alle vicende Sisa nazionali e al periodo non felice del commercio sono solo fumo e tentativi di giustificare le vere cause :
Incompetenza , presunzione e malaffare.
Ed intanto un’altro pezzo di impresa calabrese si dissolve senza che le leggi consentano una possibilità di ostacolare prima i cattivi comportamenti e di perseguire poi le azioni delittuose a danno della comunità calabrese tutta e in maggior ragione dei lavoratori.
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Ecco come ci si sente in qst momento: soli,tristi,arrabbiati e confusi!Si è dato tanto in qst anni per ricevere cosa???
…aspettiamo con dignità, rispetto e fiducia in un “miracolo” che solo gli uomini di potere potranno, se vogliono, realizzarlo.Passatevi una mano sulla coscienza e riflettete davvero sull’attuale condizione e sul prossimo futuro di tante famiglie!
Uno dei tanti (troppi) cassaintegrati poveri e ahimè senza potere
Un uomo(punto ?) trovò un uovo d’aquila e lo mise nel nido di una chioccia. L’uovo si schiuse contemporaneamente a quelle della covata, e l’aquilotto crebbe insieme ai pulcini.
Per tutta la vita, l’aquila(dipendente Cedi Sisa Calabria) fece quel che facevano i polli del cortile, pensando di essere uno di loro. Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di qualche decimetro.Trascorsero gli anni(14 di attività) e l’aquila divenne molto vecchia.
Un giorno vide sopra di sè, nel cielo sgombro di nubi (opportunità unica e irripetibile), uno splendido uccello che planava(Sisa Nazionale), maestoso ed elegante, in mezzo alle forti correnti d’aria, movendo appena le robuste ali dorate(Banca+Nuovi Imprenditori). La vecchia aquila alzò lo sguardo, stupita – chi è quello? – chiese.
E’ l’aquila il re degli uccelli – rispose il suo vicino -, appartiene al cielo(la speranza di 106 dipendenti).
Noi invece apparteniamo alla terra, perchè siamo polli.
E così l’aquila(dipendente Cedi Sisa Calabria) visse e morì come un pollo, perchè pensava d’ essere tale.
tutta la mia solidarieta ai dipendenti del cedi sisa calabria,ma vorrei porre una domanda.
CENTRO MARCA che rappresenta le più grosse aziende della distribuzione italiana,in questi casi,non dovrebbe intervenire?
Qual è il suo ruolo?
Non sarebbe opportuno in questi casi comunicare a tutti i suoi associati di bloccare le forniture a tutti i cedi sisa italiani?
Molto probabilmente la Sisa italia(i super manager italiani),si darebbero da fare per capire e risolvere i problemi della Calabria e mandando via dei prepotenti e incapaci buyer ed amministratori locali.
E ci deve sembrare per forza che gli altri hanno sbagliato; che una data forma, un dato atto non è questo e non è così. Ma inevitabilmente, poco dopo, se ci spostiamo d’un punto, ci accorgiamo che abbiamo sbagliato anche noi, e che non è questo e non è così; sicchè alla fine siamo costretti a riconoscere che non sarà mai nè questo nè così in nessun modo stabile e sicuro; ma ora in un modo ora in un altro, che tutti a un certo punto ci parranno sbagliati, o tutti veri, che è lo stesso: perchè una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo ed infinitamente mutabile. La facoltà di illuderci che la realtà d’oggi sia la sola vera, se da un canto ci sostiene, dall’altro ci precipita in un vuoto senza fine, perchè la realtà d’oggi è destinata a sopperire l’illusione domani. E la vita non conclude. Non può concludere. Se domani conclude, è finita.
Uno, nessuno, cento…seiesimo dipendente Cedi Sisa Calabria
dal libro: 14 anni di servizio.
Viviamo strani tempi.Sembra che l’imput impartito da Berlusconi a tutto il mondo dell’informazione ” tacete tutti voi che volete parlare di argomenti che possono portare a delle riflessioni, non dovete pensare, a quello ci penso io,sembra che sia stato accolto principalmente dalla centrale Sisa: SILENZIO ASSOLUTO. Rifletto: sarà il silenzio degli innocenti? Ma no, sarà che si è troppo impegnati a trovare una soluzione al problema Calabria. Una soluzione che rafforzi ancor di più questo muro di gomma che è stato innalzato su tutta la vicenda. Una soluzione che ispessica maggiormente questa coltre nera stesa ad arte su questo cadavere che incomincia a dare odori nausebondi ( il film a spasso con il morto vi dice qualcosa?), ma nonostante tutto e tutti, bisogna dire ( senza parlare ) che ancora è vivo e vegeto. Si provi a dare oggi qualche risposta, dopo aver proclamato ai quattro venti ” non esiste un problema Calabria, la sede è unica e compatta”. ( l’ultimo dei Cesari, che tale non era, ebbe a dire ” spezzeremo le reni all’Abissinia”, sappiamo tutti come è andata a finire.)Esiste ancora il coraggio di essere ” UOMINI” e dire una volta per tutte come stanno le cose? SEDE, SE CI SEI, BATTI UN COLPO. Lettore, ( chiunque tu sia )povero, illuso, stupido fesso credi ancora al fatto che a qualcuno convenga dare le giuste risposte? Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Italicus, Ustica sono solo pochi esempi e purtroppo drammatici di come il paese Italia si sia imbarbarito di come tutto debba rimanere in una zona ” grigia” dove a nessuno è permesso entrare, meno che meno a chi cerca risposte e verità. Domani, svegliandomi su qualche giornale vorrei leggere la VERITA’: Omicidio a San Ferdinando: sotto i colpi dell’indifferenza è stato assassinato il cedi sisa calabria.
leggendo l’articolo e i commenti ( molti rispetto allo standard medio ) mi sono fatto un’idea: vuoi vedere che la verità, o almeno qualche brandello di essa, può essere conosciuta da tutti solo dallo scambio e dalle opinioni di quanti commentano? Due preghiere:
una all’autore dell’articolo: Dottore, lasci l’articolo in linea il più possibile, dia modo di far affluire i commenti;
l’altra preghiera ai ragazzi ( concedetemi questa confidenza ) del cedi sisa calabria: NON MOLLATE MAI.
questa vicenda del cedi sisa calabria, mi ricorda tanto quella del cedi puglia Conad, con promessa fatta a voce in centromarca di farsi carico delle pendenze, poi visti i conti il fallimento.
Voci di situazione di difficoltà girano anche su altri cedi Sisa, e della Do, si parla di difficolta anche di qualche discount.
Concordo con quanto espresso da Giuseppa Citriniti.
Non conosco la realtà Sisa Calabria, ma conosco molto bene (anzi più che bene) lo standard Sisa nazionale e, in particolar modo, l’approccio imprenditoriale dei 4 burattinai che decidono TUTTO in Sisa spa. Nel mio specifico caso, fortunatamente, le decisioni dei 4 hanno avuto su loro stessi un effetto boomerang.
Un appello a tutti quanti operano nel mondo Sisa: scappate al più presto…nell’aria c’è la truffa del secolo!
La vicenda tutta e i commenti mi hanno ( e mi stanno ) incuriosito. Su internet si trova di tutto, cosi sono andato a controllare come è fatta la struttura della centrale sisa. Nel consiglio di amministrazione sono rappresentati tutti i cedi sisa nazionali. Quindi ogni cedi ha un suo consigliere che lo rappresenta, quindi anche la calabria. Nei commenti leggo di storie di silenzi e silenzi. Non è alquanto strano che, alla luce della situazione descritta, la calabria abbia ancora il suo consigliere in centrale? o mi sono perso qualche puntata di tutta la vicenda?
elezioni regionali.
rifletto: i nostri eccellenti candidati pronti a farsi paladini della giustizia, difensori dei deboli, referenti della classe giovane calabrese, medici e medicina della sanità, investitori generosi (delle proprie candidature), chissà perchè non si sono avvicinati e preoccupati della vicenda Sisa!
per l’ennesima volta l’obiettivo non è guardare al benessere comune ma semplicemente proteggere la poltrona!
SPENDIAMO SOLO DUE PAROLE……
COME SEMPRE IN CALABRIA VENIAMO ABBANDONATI E QUELLO CHE PIU’ CI FA RABBIA DAL “MONDO” SISA NAZIONALE(DENOMINATI TUTTI UNA FAMIGLIA O MEGLIO TUTTI PER UNO…UNO PER NESSUNO) SI E’ PENSATO A SALVAGUARDARE SOLO LE PROPRIE TASCHE FREGANDOSENE DEI 106 DIPENDENTI OGGI IN MEZZO ALLA STRADA, DOPO ANNI DI SACRIFICI E DEDIZIONE SOLO AL LAVORO.
CARO DOTT.CASSINGENA E QUANT’ALTRI….VI VOLEVAMO RICORDARE CHE LA VITA E’ UNA RUOTA E CHE QUELLO CHE OGGI E’ SUCCESSO A NOI CHISSA FORSE DOMANI SUCCEDERA’ ANCHE A VOI….
CONCLUDO AUGURANDOVI UNA “SPLENDIDA” PASQUA CON LA SPERANZA CHE TROVIATE UNA “FELICE SORPRESA”.
GRAZIE, NOI LA SORPRESA L’ABBIAMO GIA’ RICEVUTA…
La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società: è il dubbio che vivere rettamente sia inutile.
Corrado Alvaro
…..è propria assurdo pensare che una struttura come il Cedi Sisa Calabria, fiore all’occhiello della distribuzione calabrese, possa fare una fine del genere: forza ragazzi, non mollate mai!!!!!!!!!!!!!!!!
ho l’impressione che gli alti papaveri si sono svegliati. E non per risolvere ma per….continuare ad occultare
Come l’aquila che vola libera tra il cielo e i sassi siamo sempre diversi e siamo sempre gli stessi hai fatto il massimo e il massimo non è bastato e non sapevi piangere e adesso….eccoci qua
IL LEONE E L’ASINO CHE ANDAVANO A CACCIA INSIEME
Fatta società, il leone e l’asino uscirono insieme a caccia. Giunti dinanzi ad una caverna dove c’erano delle capre selvatiche, il leone si fermò davanti all’entrata per prenderle a mano a mano che uscivano, mentre l’asino entrava e, balzando in mezzo ad esse, ragliava per spaventarle. Quando il leone le ebbe prese quasi tutte, l’asino venne fuori e gli chiese se non si era mostrato un valoroso guerriero nella cacciata delle capre. “Ma sai”, gli rispose il leone, “che persino io avrei avuto paura di te, se non avessi saputo che eri un asino?”.
Così, chi fa il fanfarone davanti a quelli che lo conoscono bene, si guadagna giustamente le beffe
ritengo che una realtà come il sisa calabria portata ad esempio nella distribuzione calabrese non possa essere lasciata morire ,invito il futuro presidente della regione ad interessarsi del caso che riguarda centinaia di lavoratori calabresi e potrebbe incaso di fallimento lasciare il mercato, prevalentemente della provincia di reggio, allo sbando, preda di tanti imprenditori che sbarcano in calabria solo per un ulteriore tornaconto personale, sarebbe il caso di svegliarsi,la piano di gioia tauro perde un’altra possibilità di aggregare attività intorno al suo famoso porto,sono amareggiato ma non sconfitto come calabrese spero che gli stessi imprenditori che hanno provocato volenti o dolenti la situazione attuale cerchino, con volontà, una soluzione che poss far ripartire la macchina che ha ancora in se un motore potente, forse si è liberata da tanti ingombranti sapientoni, ma la parte buona deve rimanere e non scegliere facili soluzioni che la portino lontano abbandonando la nave per approdare su un’altra sponda……..
Sono un curioso di natura e pertanto cerco sempre di soddisfare questa mia prerogativa. Pertanto ho voluto approfondire le notizie contenute nell’articolo di base e nei commenti a seguire e cercando notizie sulla struttura della centrale sisa, tra le altre, ho potuto trarre che: come quasi tutte le centrali, anche la centrale sisa ha un consiglio di amministrazione nel quale sono rappresentati tutti i cedi sparsi sul territorio ( se non vado errato sono sei ). Orbene, la calabria ha un proprio delegato in seno al consiglio di amministrazione.Se il presidente Cassingena e/o altri rappresentanti di sede , hanno dichiarato ai quattro venti che si sarebbero fatti carico del problema calabria, lo avranno fatto condividendo in filo diretto, con il consigliere calabrese.Se oggi il cedi sisa calabria è in una situazione ben diversa da quella prospettata dai vertici centrali, forse le domande e i chiarimenti andrebbero chiesti anche al consigliere calabrese che da quanto mi risulta dalle notizie racconlte, viene ancora indicato in carica in seno al consiglio stesso. Da profano del settore ritengo che anche il più mediocre degli strateghi non abbandona con faciloneria un avamposto territoriale cosi importante e cosi presente sul territorio calabrese. In un articolo del 26 marzo u.s., apparso sul quotidiano La Gazzetta del Sud, vengono riportate cifre e valori che lo collocano come secondo gruppo distributivo nella regione calabria, con peculiarità di servizi che lo hanno posto in questi anni come modello da imitare. Spero vivamente, per i dipendenti e per tutto l’indotto, che questo patrimonio non vada perso e che i grandi manager italiani che guidano le centrali, abbiano a riflettere. Sempre ammesso che la calabria faccia parte dell’italia…………..
La vittoria ha molti padri, la sconfitta è sempre orfana! La storia la scrivono i vincitori e non sempre che vince rappresenta il giusto. In questa vicenda che è una sconfitta per tutti chi è che ha vinto? e cosa?
Giorno 26 marzo il quotidiano LA GAZZETTA DEL SUD ( distribuito principalmente su sicilia e calabria) a pag. 44 su cinque colonne, riporta ( finora unico giornale, naturalmente dopo gdonews) IL CEDI SISA CALABRIA RISCHIA IL TRACOLLO- Permaloso per come la natura mi ha fatto mi prendo la briga di riportarlo integralmente- Rischia di chiudere i battenti il Cedi Sisa Calabria, una delle aziende leader ubicate nell’area industriale del Porto di Gioia Tauro.Dei 106 dipendenti quasi tutti residenti nei comuni di Rosarno e San Ferdinando, ben 93 ( !) sono stati posti in cassa integrazione fino al 31 dicembre 2010 ( significa prossima mobilità ) Una mannaia inaspettata che si abbatte su molti lavoratori e sulle loro famiglie.Fino allo scorso anno il cedi era tra le primissime aziende leader nel settore della distribuzione alimentare in Calabria.Ne fanno fede i numeri di tutto rispetto: oltre 140 i milioni di fatturato, 106 dipendenti a cui vanna ad aggiungersi circa 50 stagionali nel periodo estivo, 143 i punti vendita tra associati ed affiliati con un indotto di circa 2000 persone. Il Cedi Sisa Calabria, oggi Fincedi Spa per effetto di una operazione di fusione, deve registrare una pesante battuta d’arresto. La situazione economico finanziaria del Gruppo, già fortemente provata sul finire del 2008 si è andata aggravando anche a causa della pressante recessione dell’economia globale che ha portato ad un consistente calo dei consumi, sichhe il Cedi si trova fortemente esposto nei confronti di alcuni suoi associati,mentre taluni investimenti non hanno sortito gli effetti sperati. La cassa integrazione per i 93 dipendenti è scattata dallo scorso 23 febbraio dopo l’intesa raggiunta nella sede della Confindustria di Reggio Calabria tra i rappresentanti del Gruppo e i sindacalisti della Cisl e della Cgil. I 143 punti vendita del Cedi Sisa Calabria producono un fatturato a scontrino ammontante a 267 milioni di euro. Il centro di smistamento di San Ferdinando, ubicato su un’area di 40.000 mq,movimenta annualmente 30 milioni di colli per servire tutti i punti vendita della rete sparsi sull’intera area della Calabria.Tutta la logistica di magazzino viene gestita con le più moderne tecniche di prelievo per ottimizzare i tempi di consegna, azzerare gli errori di prelievo,tenere le giacenze aggiornate in tempo reale per l’immediato riordino. 50 automezzi provvedono in ogni ora del giorno e della notte a distribuire le merci in ogni punto della rete.Il Cedi Sisa Calabria nasce nel maggio del 1996 e fino all’anno 2008 ( punta massima di sviluppo)diventa la seconda realtà distributiva della Calabria e forse la prima in assoluto in termini di servizi ai punti vendita.Il successo di quel periodo era da ricondurre alle accurate scelte di marketing aziendale che privilegiava l’ampio assortimento di prodotti, sopratutto di provenienza calabrese ma non solo, nonchè a politiche commerciali articolate per rispondere atutte le esigenze dei singoli canali di vendita (Negozio Italia, Issimo,Sisa,SisaStore,Ipersisa,SisaSuperstore.Tutti i punti vendita erano collegato con la cebtrale da un soft gestionale che facilitava e annullava quasi totalmente il lavoro di gestione sulle periferie, percui il costante contatto con la sed di San Ferdinando permettava risoluzioni di problemi gestionali in tempo reale. Un’azienda altamente qualificata rischia dunque di chiudere i battenti con gravissime ripercussioni di carattere occupazionale, in un’area, quale quella di Gioia Tauro-Rosarno ad alta densità mafiosa. I lavoratori pero, con il sostegno dei sindacati, non abbandonano la speranza che si possa fare qualcosa per salvare dal tracollo l’azienda. Per questo fanno un appello alle istituzioni,agli imprenditori coraggiosi,ai gruppi finanziari, affinchè venga posto in essere un insieme di iniziative utili a strappare dalle sabbie mobili il Cedi Sisa Calabria. Auspicano la creazione di una cordata che consenta l’immissione di risorse finanziarie nuove per ridare ossigeno ad un’azienda che – definita nel 2007 ” la società in cui tutti vorrebbero lavorare “- si è sempre distinta per impegno e professionalità—-FINE———(gli eventuali errori di battitura sono da imputare a me e non al giornalista).
Ho riportato l’articolo affinchè lo stesso possa essere letto da più persone possibili, magari anche da addetti ai lavori che risiedono fuori dal territorio di distribuzione del giornale che ha dato voce alla vicenda. Auspico che ogni mente libera possa trarre delle costruttive riflessioni. Che la Sede Sisa, faccia una seria riflessione e spieghi chiaramente ( attraverso i giornali, con una conferenza stampa) al mondo dell’industria, a Centromarca, al partner( ? ) Unes, in che cosa consiste quel 20% di partecipazione ” sdoganato” ad Unes stessa e definito dai vertici Sisa ” accordo di alto livello”. Unes stessa si interroga o no sul valore di quel 20% di partecipazioni del capitale di una società che prima ha perso il Consorzio Europa per scelte strategiche e il Cedi Calabria per default.I vertici del Cedi Sisa Calabria avranno sprecato cinque minuti del loro prezioso tempo per leggere questa insignificante notizia? Se non l’hanno letta, non è per snobismo ma semplicemente perche leggono dal TIMES a…..salire. I dipendenti del Cedi Sisa Calabria CHIEDANO scusa per non essere nati a Londra o essere operai dei cantieri navali di Liverpool, in tal caso la loro storia avrebbe avuto più lettori. Peccato sono solo e semplici dipendenti di una piccola azienda del Sud del Sud del mondo e pertanto avranno i lettori che si meritano…… Grazie agli autori dell’articolo della Gazzetta del Sud, solo un piccolo appunto: il titolo doveva essere : Il Cedi Sisa Calabria è crollato…….. ( lo dicono le carte, basta recarsi presso il tribunale……..)
Raul si stringe in un abbraccio ( non solo simbolico ) con tutti i perdenti di questa vicenda e chiede scusa a quanti si sono annoiati. Non perdete tempo a pensare chi sia Raul e che cosa voglia dire Raul quando scrive, Raul è la coscenza, quindi non esiste…
NESSUN UOMO E’ UN’ISOLA INTERO IN SE STESSO. OGNI UOMO E’ UN PEZZO DEL CONTINENTE,UNA PARTE DELLA TERRA. SE UNA ZOLLA VIENE PORTATA DALL’ONDA DEL MARE, L’EUROPA NE E’ DIMINUITA, COME SE UN PROMONTORIO FOSSE STATO AL SUO POSTO, O UNA MAGIONA AMICA, O LA TUA STESSA CASA. OGNI MORTE DI UOMO MI DIMINUISCE, PERCHE’ IO PARTECIPO DELL’UMANITA’. E COSI NON MANDARE MAI A CHIEDERE PER CHI SUONA LA CAMPANA: ESSA SUONA PER TE! ( JOHN DONNE 1573-1651)
Arriva il giorno in cui ti rendi conto che l’azienda per la quale lavori ha qualche problema, ti confronti con i tuoi colleghi e capisci che quella che stai percependo non è solo una sensazione: continuamente ti viene detto che tutto è sotto controllo, e che nel peggiore dei casi sicuramente qualcuno si farà carico di aiutarti.
Arriva il giorno in cui le cose vanno così male che finalmente in lontananza senti lo squillo di tromba di una carica di cavalleria, a quel punto pensi ……arrivano i nostri….. arriva la centrale sisa…. arriva il cedi campania….arriva il cedi centro nord…. arriva il cedi sicilia…. arriva il cedi sardegna, sono qui tutti per noi, tutti pronti a salvare il più piccolo dei cedi sisa, il più piccolo dei fratelli che si trova in difficoltà. Invece nel breve volgere di qualche giorno veniamo privati di ogni minima possibilità di operare, tanto da quel momento in poi saranno loro, i cervelloni inviati dalla centrale sisa a prendersi carico di tutto e sicuramente riusciranno a dimostrare al mondo intero che chi aveva fino a quel giorno gestito l’azienda altro non era che un incompetente.
Ma arriva il giorno in cui improvvisamente così come erano arrivati i salvatori della patria spariscono e di loro non si saprà più nulla..
Passa il tempo e tutto va sempre peggio fin quando arriva il giorno in cui il presidente di sisa calabria, e consigliere nazionale di sisa ti comunica che dal giorno prima devi considerarti semplicemente uno delle migliaia di cassaintegrati di questa terra maledetta.
Arriva il giorno in cui non hai neanche la forza di reagire, guardi con sbigottimento i tuoi colleghi, i tuoi amici, gente con la quale hai condiviso questa splendida avventura, gente che ha il volto rigato dalle lacrime,gente che improvvisante si rende conto di aver perso non solo il posto di lavoro, ma qualcosa di più importante, qualcosa che faceva di questa azienda la tua azienda. Proprio questa azienda che ognuno di noi nel proprio piccolo aveva contribuito a far crescere nel corso di questi anni, dando tutto sé stesso,impegnando le proprie energie e la propria professionalità anche a discapito della famiglia, cercando di salvaguardare sopratutto gli imprenditori che costituivano il cedi, già proprio quegli imprenditori che alla fine si sono rivelati quello che erano in realtà e cioè solo dei semplici bottegai che nel corso di tutti questi anni altro non hanno fatto che pavoneggiarsi nei momenti collettivi e credere di essere diventati i più bravi e i più belli,non riuscendo a capire che la loro forza non era altro che la forza del gruppo e che la coesione avveniva soprattutto attraverso il cedi. Imprenditori che in gran parte si sono volatilizzati nel breve volgere di qualche istante, perché è sicuramente la cosa più facile da fare quando insorgono le difficoltà, anziché rimanere a combattere, è sicuramente più facile nascondersi e far finta di non sapere nulla nella speranza di non rimanere coinvolti in qualcosa di penalmente rilevante.
A questo punto non rimane altro da fare che attendere fiduciosi quello che uno sparuto manipolo di uomini sta cercando di fare per poter ripartire, sarà difficilissimo, arduo e soprattutto se mai dovessero riuscire nell’impresa, purtroppo nulla sarà più come prima.
Un giorno forse svegliandomi dirò: CORAGGIO, ALZATI CHE E’ STATO SOLO UNO STRAMALEDETTISSIMO INCUBO. CORRI A LAVORARE.
Cala la sera e Raul non sa tacere.La coscienza vive dentro di lui. Non il sangue lo fa vivere ma la coscenza, quella stessa coscenza che abbandona le persone prive di sfide e ideali ma abbonda in quelle ricche di battaglie e…utopie.Dalla osservazione della irriducibilità delle credenze ultime, Raul ha tratto la più grande lezione della vita. Ha imparato a
rispettare le idee altrui, ad arrestarsi davanti al segreto di ogni coscienza, a capire prima di discutere, a discutere
prima di condannare. E poiché è in vena di confessioni, ne fa ancora una, forse superflua: detesta i fanatici con tutta l’anima.” I fanatici che hanno distrutto un sogno, che hanno bruciato il futuro. I carnefici del Cedi sisa calabria, Raul non sa definirli diversamente dai fanatici/bestie che in diversa maniera popolano il mondo e checomandati si caricano di bombe e si fanno esplodere; non martiri di libertà ma fanatici/bestie addestrate a morire per nessun ideale. Raul è stanco di aspettare che qualcuno di questi esseri con sole sembianze umanoidi abbia la coscenza di farsi avanti e fare qualcosa, dimostrare la sua esistenza che al momento è solo ” ANAGRAFICA” .Ma Raul crede ancora. Crede ancora sopratutto nelle utopie degli uomini che con le stesse hanno tracciato il vero cammino della storia. Solo chi OSA L’IMPOSSIBILE può sovvertire le grette regole del potere asservito. Una carta del mondo che non contiene il Paese dell’Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo, perchè non contempla il solo Paese al quale l’Umanità approda di continuo. E quando vi getta l’ancora, la vedetta scorge un Paese Migliore e ……l’Umanità di nuovo fa vela.
Raul riprenderà domani sera,per approfondire, sperando nei vs commenti per trarre ulteriore spunto di riflessione e poter cosi preparare il …pensiero finale. In questo momento alla radio sta passando la musica di Jovanotti. Titolo: Nomi e Cognomi!
Intervengo nel dibattito successivo al mio articolo per argomentare e ed intervenire sulla discussione in corso allo scopo di dare ( ma solo perchè vedo le cose da lontano e quindi piu sereno) più obbiettività ai fatti commentati. La situazione all’interno del Cedi Sisa Calabria è senza ombra di dubbio disperata, ed è figlia di errori talvolta macroscopici compiuti nel corso del tempo: errori determinati da imprudenza, scarsa lettura del mercato legato alla situazione circostante, ma anche determinata da accondiscendenza verso chi sbaglia, l’errore di non criticare le scelte, non dire, non lottare, insomma per una serie di ragioni che a dire il vero si ripetono ogni volta che accadono questi fatti. Vi assicuro che la situazione calabrese non è l’unica di questi tempi, se ne parlerà nel prossimo numero di GDONews. In ogni caso, dopo tutti questi errori, entra in gioco Sisa Nazionale. Sisa ha DOVUTO prendere in mano una situazione praticamente compromessa. Sisa Nazionale, che invito a prendere posizione su queste colonne, si trova e si trovava con diversi fronti aperti: la battaglia dei suoi fatturati nel Nord ( che non è il Paese del Bengodi); le alleanza strategiche ( Unes è stata un ottima mossa strategica); i capricci dell’ex Sisa Europa, etc.etc, ma di fronte ad una crisi come quella che si era creata in calabria ( non per sua colpa), Sisa ha dovuto intervenire, e lo ha fatto nella maniera che riteneva più opportuna: cercando di trovare una soluzione con i fornitori. Se ci riuscirà solo parzialmente, quindi salvando i fornitori ma non il Cedi ( io uso ancora il condizionale), non si potrà imputare a loro la colpa. E’ come pensare ad una squadra di calcio in crisi di punti, nella zona retrocessione, che grazie all’arrivo di un nuovo allenatore ritorna in vetta. Non sempre succede, anzi la normalità è che non succeda. Quindi se Sisa nazionale ha colpe, le ha nell’aver speso parole in BUONA FEDE sperando di recuperare. Però ripeto Sisa Nazionale, per quel che so, sta lavorando; e lavorare nel silenzio, se da un lato provoca ansia ( soprattutto per chi lavora in una situazione disperata), dall’altro può anche essere prudente strategia non rivelare nulla che possa danneggiare ancor più situazioni delicate. Detto ciò voglio dichiarare apertamente la mia solidarietà ai lavoratori del Cedi Sisa, dir loro che i nostri anni non sono più quelli della sicurezza del posto di lavoro, abituiamoci tutti, lo scrivente compreso, ad affrontare situazioni come questa perchè non sono più un anomalia della vita. In bocca al lupo!!
Gent.mo Dott. Meneghini, ma Lei non dovrebbe essere un giornalista imparziale???Ci consiglia di abituarci…a cosa?Dovremmo rassegnarci e soffrire in silenzio?Ci lasci sfogare, lasci che la ns rabbia arrivi sin dove può senza ostacoli…non abbiamo semplicemente perso un posto di lavoro…eravamo una squadra,una famiglia con valori e principi…abbiamo perso tanto, troppo e..vorremmo solo che qualcuno ascoltasse il ns GRIDO..stare zitti non serve…in troppi tacciono…in troppi stanno fermi…dov’è il ns Presidente nonchè consigliere del Sisa Nazionale..come ci sta difendendo????Troppo facile e “comodo” arrendersi…
Si ringrazia il dott.Meneghini per il gradito commento e per la sana onestà intellettuale che mette nel suo intervento. L’intento è certamente costruttivo e chiarificatore, distaccato come ben spetta ad un giornalista. Chi scrive, crede anche che se il Dott. Meneghini afferma che Sisa Nazionale sta lavorando al problema Calabria, lo stesso ha forse più di una ragione per affermarlo ( più volte ha dimostrato di essere molto informato, lo sarà anche in questo caso) .Faccio una domanda: ma la centrale sisa, ha aggiornata la situazione attuale, o meglio chi di dovere da parte cedi, ha aggiornato la centrale degli ultimi sviluppi? e se si a cosa sta lavorando visto gli esiti ultimi?
Ma andiamo per gradi.
Che la sede quando è intervenuta ha trovato una situazione molto complessa è fuori di dubbio. Che la stessa era già compromessa, si ritiene che non sia realmente cosi.
Non si capisce perchè Sisa ha DOVUTO ( impositivo? )prendere in mano la situazione. Verso la fine di novembre 2009, dopo diversi incontri tecnici, tra consulenti cedi/sede, la stessa sede decide di intervenire. Detta ( impone) le proprie strategie ( legittimo) che riguardano sia la gestione del cedi, sia il fronte fornitori. In sintesi: manda un proprio funzionario per gestire la ristrutturazione del cedi ( e non per prendere atto della situazione)ricevendo anche tutte le deleghe per poter essere pienamente operativo. Tutti gli incontri con i fornitori, per transare lo scaduto, vengono trasferiti Presso il Cedi Centro Sud ( ? ) ( qualche anno prima il cedi campania modifica, casualmente, la propria ragione sociale in CEDI CENTRO SUD, segno del destino non interpretato?), per sfruttare, si dice, la maggior forza contrattuale che lo stesso può mettere sul tavolo. Come ben commentato dal lettore che ha scritto il secondo commento, tutto è stato condotto secondo i canoni della…..montagna che partorisce un topolino. Per essere più specifici: ad oggi nessuno ha mai dato uno straccio di informazione su: fornitori incontrati ( quanti); trattative positive ( quali) trattative difficili( chi); chi ha condotto le trattative ( boh)in che giorni i fornitori sono stati incontrati. Per farla breve: una materia cosi delicata non meritava almeno un piccolo verbale di formalizzazione? Ma che scherziamo, si consumava carta e tempo.Nel frattempo arrivava Natale e con il procuratore mandato dalla sede ci si scambiava gli auguri. Era l’ultima volta che lo si sarebbe visto presso gli uffici. ( In gennaio 2010, pare sia arrivato in calabria altre due volte, ma si è fermato a Reggio Calabria, senza mai più arrivare alla sede operativa del cedi calabria di San Ferdinando. Fine di tutta la parabola————–
Ho sintetizzato molto i diversi passaggi ma chi è stato in qualche modo protagonista di questa ” buia” storia ricorderà perfettamente tutti i dettagli.
Chiudo dando un aiuto alla sede: se sta lavorando per la salvezza parziale/totale del cedi calabria lo faccia tenendo conto che:
a- due settimane addietro, l’organo amministrativo del cedi ha presentato presso il tribunale di Palmi tutta la documentazione per l’ammissione al concordato;
b- una settimana dopo lo stesso organo riunito in assemblea straordinaria, ha deliberato e firmato la messa in liquidazione della società.
Grazie Dott. Meneghini, per lo spazio che ci ha voluto concedere; grazie per il suo intervento chiarificatore ( lo interpreto come cosa propositiva e capace di indurre a riflessioni). Spero vivamente che la sede sisa accolga il suo appello ( che è anche il mio ) a prendere posizione sulle colonne di questo giornale, aggiungendo che non è la sola e non può essere la sola ad avere colpa in tutta questa triste vicenda.——————————–
“Ecco che è giunta l’ora di andare: io a morire e voi a vivere. Chi di noi abbia avuto il destino migliore è oscuro a tutti fuorchè agli dei”.
Gentile lettore, comprendo il suo stato d’animo e mi creda non è per nulla mia intenzione dire ” soffrite in silenzio”. Giammai!! Io non censuro nulla come potete vedere, comprendo la rabbia e la delusione ed è giusto e normale che sia così. Cerco di raccontare fatti e di esprimere idee, e provare a dare un disegno obbiettivo della realtà, fin quando e fin dove posso. GDONews prova a raccontare l’evoluzione del nostro piccolo mondo della GDO, ed attraverso esso anche l’evoluzione della nostra società. La mia riflessione finale era solo un amaro ragionamento conseguente alle vicende che attualmente viviamo a livello nazionale e che state vivendo Voi, ma che vedo da diverso tempo in società meno tutelanti ( almeno sino a ieri) della nostra. Più che imparziale voglio provare a capire tutte le situazioni, cerco di immaginare scenari possibili ma con una speranza caro amico: che se ” tutti stanno zitti” mi auguro con il cuore che non stiano “fermi”……. nemmeno per un attimo! Dico questo per aprire un’ultima riflessione successiva all’ultimo commento di Raul che mi ha colpito moltissimo. Spero che la soluzione che si intende trovare sia quella più onesta e più idonea a tutelare il prossimo, e rinnovo l’invito, da queste colonne, a chi muove le redini della questione a scriverci per spiegare e rassicurare i seri e dignitosi lavoratori calabresi del Cedi Sisa, senza scoprire il fianco a possibili avvoltoi. GDOnews sarà lieta di ospitare il vostro pensiero.
Uno si costruisce grandi storie, questo il fatto, e può andare avanti anni a crederci, non importa quanto pazze sono, e inverosimili, se le porta addosso, e basta. Si è anche felici, di cose del genere. Felici. E potrebbe non finire mai. Poi, un giorno, succede che si rompe qualcosa, nel cuore del gran marchingegno fantastico, tac, senza nessuna ragione, si rompe d’improvviso e tu rimani lì, senza capire come mai tutta quella favolosa storia non ce l’hai più addosso….
oggi 30/03/2010 isignori operai non hanno ricevuto lo stipendio di febbraio ne vogliamo ancoraaaaaaaaaaaaaaa.ciao
Domenica 28 marzo il giornale calabrese Calabria Ora, pubblica un articolo che riguarda la triste fine del Cedi Sisa Calabria.
Come fatto precedentemente con la Gazzetta del Sud, riporto integralmente il pezzo-
AL CEDI SISA PARTE LA CASSA INTEGRAZIONE. — Pessima gestione, più flessione nel settore, più scelte strategiche sbagliate: uguale dramma sociale e fine di un mito aziendale che nell’area industriale aveva dato prova di efficienza. Può essere sintetizzata cosi l’amara parabola del Centro Distribuzione della Sisa ( Cedi ) dopo la travagliata incorporazioone della società locale nella finanziaria del gruppo e la cassa integrazione massiccia del 23 febbraio scorso. La crisi ha colpito uno dei pochi fiori all’occhiello dell’area industriale gioiese, uno stabilimento che sorge su un’area di 40.000 mq, con un organico specializzato nella logistica dei prodotti alimentari, pari a 106 unità lavorative. Di questi lavoratori, 93 sono in cassa integrazione fino al dicembre prossimo e senza qualche soluzione che punti al rilancio dell’impresa, per loro sembra dietro l’angolo lo spettro della mobilità e del licenziamento.La Cedi, infatti non soffre se non in minima parte della crisi internazionale che riguarda l’economia globale visto che il calo dei consumi che si è registrato nel settore della distribuzione su scala nazionale è stato comunque contenuto attestandosi intorno al 2%. Sembrano diverse, quindi le ragioni che hanno portato a questa fine ingloriosa che, nel settembre scorso, si era tentato di evitare con una operazione societaria che si è rivelata insufficiente. La società infatti, in ragione di una crisi di liquidità dovuta anche al ritardo nella riscossione dei crediti e ad alcuni investimenti nel segmento orizzontale della filiera della distribuzione, l’anno scorso era stata incorporata nella FinCedi Calabria Spa, la finanziaria del gruppo che sembrava potersi sobbarcare gli oneri dovuti ad una congiuntura resa pesante da cause interne ed esterne all’azienda. L’operazione che nel gennaio scorso aveva portato nello stabilimento di San Ferdinando un procuratore inviato dalla casa madre veneta, deve essersi rivelata inefficace visto l’esito successivo e la conclusione di una lunga ed estenuante trattativa con le parti sociali sfociata con richiesta al governo degli ammortizzatori sociali. L’ex cedi, la cui ampia piattaforma è l’unica in Calabria e una delle cinque in tutto il territorio nazionale, soffoca nella crisi ma, questa è opinione diffusa nella stampa di settore, può garantire una professionalità degli addetti, una meccanizzazione all’avanguardia dei sistemi e una posizione strategica essendo a poca distanza da uno dei porti più importanti del Mediterraneo, tutte caratteristiche che possono attrarre investitori pronti a proseguire il rilancio dell’azienda. —-FINE—–
In una disputa( non lotta ) con un amico, circa determinate vicende della politica, Voltaire ebbe a dire allo stesso: non concordo con le tue idee amico mio, ma mi farei ammazzare purchè tu possa avere la libertà di poterle esprimerle.
Spero che i momenti di rabbia di ogniuno di noi non facciano torto a questo ” impegno morale” sopra riportato. Questo per riportare il tutto nei binari di un confronto/dialogo che deve esere sempre costruttivo e finalizzato sempre alla ricerca della verità e non alla ricerca di un colpevole o peggio ancora di un ” obiettivo”.
Nessuna persona di coscienza può dirsi fuori da responsabilità. Non si può e non si deve stare zitti ma nello stesso tempo non si può e non si deve stare fermi. Un antico proverbio contadino afferma ( a mo di ammonimento) : ” Il pane di ieri è buono domani”. E’ questa una saggezza antica ancora valida , capace di dare forza di fronte ad eventi che a volte sembrano “disumani”. Norberto Bobbio, in un suo scritto, riporta alcune di queste saggezze: “Fai il tuo dovere e vai avanti, a costo di crepare” , principio fondamentale per la nascita di un’etica individuale. Ognuno di noi nella vita è chiamato a fare qualcosa, e quel qualcosa lo deve fare, è il suo dovere assoluto. ” E’ questione di non prendersela” , rappresenta un saggio invito per allargare lo sguardo oltre il male che ci ha colpito, di continuare a vivere senza farsi paralizzare dalle disgrazie, far prevalere la volontà e fissare un limite al dolore e alla rabbia e non farsi travolgere l’intera esistenza. ” Non mescolare le cose ” che è un invito a perseguire l’ordine mentale e che a sua volta esige una grande trasparenza e chiarezza di pensiero, profonda rettitudine nell’agire.
Io non sto fermo, mi assumo responsabilità e vado avanti, porterò fino in fondo il mio ” senso del dovere” affinchè possa applicare quel poco che dal vissuto ho potuto imparare.
Hai torto, amico, se pensi che un uomo di qualche merito debba star lì a calcolare il rischio di vita e di morte, invece di pensare se ciò che fa è giusto o ingiusto e se si è comportato da uomo onesto o malvagio. ( Platone )
Ieri presso gli uffici dell’ ex cedi sisa calabria, c’è stata un incontro con i sindacati al fine di fare il punto sulla situazione cassa integrazionee/o aggiornamenti di sorta.Da quanto letto sugli articoli dei giornali, sembrava che gli stessi sindacati avessero duramente battagliato con l’azioneda, “strappando ” alla fine il diritto ( sic ) alla cassa integrazione. Nella mia mente immaginavo le scene che si erano verificate in quegli incontri, condottieri senza macchia e senza paura, sprezzanti dell’arroganza padronale a difendere quella classe operaia ( esiste ancora? ) che nessuno difende più. Moderni cavalieri trecenteschi che sprezzanti della morte partono per gerusalemme a difendere il simbolo della giustizia.
Finalmente arriva il giorno e mi dico: conoscerò questi nostri vendicatori, coloro che hanno condotto questa battaglia coprendosi di onore ( e di qualche cicatrice).
Arrivano, si siedono, si apre il dibattito. Li ho conosciuti, due poveri gattini, impauriti, bagnati di pioggia e sopratutto…..disinformati. FIGLI DI UN SINDACATO MINORE-
PS: spero rimangano solo figli e non assurgano al ruolo di padri. La loro progenie farebbe più danni di loro.
Buongiorno Dott.Meneghini, il suo invito e la mia speranza di poter ospitare ( Lei ) leggere ( io ) un intervento della Sisa nazionale, non sono stati accolti. Peccato, sarebbe stata un’ottima occasione per ascoltare una delle parti in causa. In tutto il mondo è conosciuto il detto che il silenzio è d’oro, in questo caso è….indigesto.( ma siamo in democrazia e bisogna accetarlo).
Rif. SISA PANORAMA MARZO APRILE 2010 ANNO 17 NR 2——
Su un punto vendita della rete sisa, mi capita in mano la rivista del gruppo Sisa. Leggo l’editoriale del Presidente del gruppo. Lo stesso porge gli auguri di buona pasqua a tutto il mondo Sisa: a tutti i soci, consiglieri, al personale della sede centrale,dei cedi e dei supermercati…. ecc. Subito mi è venuto in mente il personale del cedi sisa calabria. Quest’anno niente auguri per loro. Continuo la lettura della rivista. Pagina 38 Titolo:I Nostri Imprenditori. Elenco degli imprenditori per regione: ….anche quelli della Calabria. Sarà un refuso? Vado avanti. Pagina 42: Il Consiglio di Amministrazione SISA. Nome e cognome con carica. Viene riportato anche il consigliere dell’ex cedi sisa calabria. Un altro refuso? Continuo a sfogliare. Pagina 45- Gli Affiliati- anche qui vengono riportati tutti i nominativi della calabria. Ulteriore refuso? Due indizi danno una prova, tre meritano…… una verifica.Torno a pagina 40: Lombardia- i nominativi riportati sono quelli rimasti dopo la fuoriuscita del consorzio europa. elenco AGGIORNATO. Altra verifica: anche il Consiglio di amministrazione risulta AGGIORNATO: non comprende il consigliere dell’ oramai ex cedi nord ovest. Attimo di sbandamento. Faccio un piccolo riepilogo per mettere ordine. Il consorzio europa è uscito da sisa e sisa panorama riaggiorna gli archivi. Il cedi sisa calabria non esiste più ma sisa panorama non aggiorna nulla. Ok, ho messo in ordine le cose ma non ho risolto il problema. Vuoi vedere che………? Azzardo una ipotesi: il Consorzio europa è andato via sbattendo la porta, tutta la stampa ha riportato la notizia e la centrale ….ha dovuto prenderne atto. La calabria è crollata sotto i colpi…..dell’indifferenza, nulla è stato fatto trapelare, solo qualcuno ne ha parlato ( chiamandola crisi), quindi la centrale ( che sa, e come se sa) continua a tenere tutto …sotto controllo e per punire gli imprenditori calabresi e tutto il mondo sisa legato alla calabria, li ….resuscita riportandoli a forza nel mondo dei vivi. Manfredi, nipote del principe di Salina, all’arrivo dei garibaldini in sicilia, tranquillizzò lo zio dalla paura che i nobili perdessero i propri privilegi. ” Caro zio, affinchè dopo che la rivoluzione si sarà avverata, tutti resti cosi come è ( noi a fare i nobili e i pezzenti a fare i pezzenti )è necessario che tutto cambi.
Anche nella nostra era certe cose accadono ancora. ( purtroppo )
Piccola storiella di paese (vera).———–
Molti anni addietro una povera contadina commerciava di tutto nei mercatini di paese. Sopratutto gatti. ( piccolo inciso: secondo i racconti degli anziani, i gatti hanno una memoria prodigiosa, ricordano perfettamente la strada fatta e anche se portati a km di distanza, riescono a ritornare al vecchio padrone). La povera contadina ( povera si ma molto furba ) metteva due gatti nel sacco avendo l’accortezza di fare due buchi nello stesso, in modo che i due animali potessero essere trasportati …ma con la testa di fuori. Vendeva i gatti e ritornava a casa. Arrivata a casa attendeva il tempo necessario e i gatti ritornavano. Qualche giorno dopo in un altro mercato ( ma mai nello stesso se non dopo lungo tempo ) la povera contadina rivendeva gli stessi gatti. Povera ma furba, aveva trovato il sistema di vendere a tanti…lo stesso gatto. ———
PS: per i refusi(!) della rivista gli autori non se la prendano a male. Giornali ben più rigorosi sono caduti nello stesso errore. Basta pensare alla PRAVDA che per circa 60 anni ha riportato ( senza che nessuno se ne sia mai accorto) sempre le stesse notizie di vittorie della poderosa armata rossa in tutte le guerre alle quali la stessa prendeva parte in tutte le parti del mondo( quali guerre?); e tenuto in vita tutti i grandi leader del partito ( Breznev non è morto ma si è momentaneamente allontanato; Gromiko coltiva tutt’ora garofani nella sua splendida dacia; Cernienko è in giro per il mondo per una serie di conferenze; Stalin e solo un po stanco e su consiglio dei compagni e patriottici medici e meglio che non incontri nessuno per i prossimi….cento anni; si affaticherebbe.
Caro Vico avevi ragione: l’opra umana ( come la chiamerebbe il Leopardi )è segnata una serie di corsi e ricorsi storici che ciclicamente si ripetono.
Raul, come è la frase la storia si ripete la prima volta in tragedia la seconda in farsa.
Il dato a mio avviso preoccupante della vicenda è quello che un gruppo che era un anno che dava segnali di difficoltà sia fallito nell’indifferenza assoluta, già a Luglio dello scorso anno molte fornitori nazionali avevano fermato le consegne perchè il rating del cedi era rosso; cioè da non servire.
Mi domando quante altre situazioni simili ci sono in giro per l’Italia, nella DO locale.
Grazie Aldo, ciò che lei riporta nella prima frase ( che sinceramente non conoscevo ) è TRAGICAMENTE REALE. Corriaponde a verità che il gruppo cedi sisa calabria già dagli inizi del 2009 incominciava a dare segni di ” instabilitè “. In estate l’instabilità incomincia a diventare blocco forniture da parte di alcuni fornitori. Ad ottobre si va in ” camera di rianimazione”. In tutto questo tempo, indifferenza generale o forse peggio, delirante senso di onnipotenza che fa perdere di vista la realtà. Realtà fatta di blocchi fornitore, perdita di fiducio da parte dell’industria, consegne parziali, sofferenza dei punti vendita e chi più ne ha più ne metta.Ad ottobre, entra in scena la sede nazionale; a novembre accordo sisa unes e reòativa conferenza stampa dove si rassicurano tutti che non esiste un problema calabria.Dopo segue un silenzio ” assordante ” che porta a trattative a tutto campo ma il risultato è: concordato, messa in liquidazione della società. Tutto in …perfetto silenzio.
Personalmente penso che buona parte della DO si trova in cattivo stato di salute.Per ragioni diverse e non sempre imputabili a cattivi ” gestori”. Esempi come i due riportati nei suoi due commenti ( conad puglia e sisa calabria ) dovrebbero far riflettere tutte le parti in causa e stimolare una profonda riflessione sulla istituzione di una ” filiera ” di controllo che eviti queste catastrofi che imbarbariscono e inquinano un settore e un mondo ( quello della distribuzione ) che crea innovazione e produce professionalità di alto spessore, proprio perchè costretto a misurarsi quotidianamente e con fatti concreti, con un giudice integgerimo che nulla perdona: il consumatore.
SEGUE—- hO inviato il commento senza procedere a sistemare gli errori di battitura. Perdonatemi.
Oggi sarò volutamente sintetico. Invito chiunque a leggersi con estrema attenzione quanto sotto riportato. Sono sicuro che non servano più parole, serve riflessione, profonda riflessione e da ora in poi atti, atti concreti.
“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate
alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la
pubblica opinione li spazzerà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico
mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri.”(J. Pulitzer )
Sono molto dispiaciuto per quanto riguarda la situazione del Cedi Calabria, spero che qualcuno si faccia avanti per ripartire, se si riparte ci devono essere delle regole chiare per tutti e tutti devono essere trattati allo stetto modo (socio e affiliato) cosa che non è mai stato cosi!!!!!!! Parliamoci chiaro perchè il cedi ha chiuso? E’ inutile che parlate di crisi perchè lo sapete chi si è fregato i soldi, si doveva intervenire subito, cosa che non è stato fatto; comunque tutti devono sapere che il “vino buono sta nella botte piccola”. Io, a differenza di altri, sono ancora qua con la speranza che si riparte a differenza di grossi soci che se la sono date alle gambe.
Un piccolo affiliato sisa calabria
Buonasera Antonio,
il suo, al momento, è il primo dei commenti che giunge da chi, punto vendita, era legato ad un rapporto con il cedi sisa. Sarebbe auspicabile che altri come lei, perdessero cinque minuti del proprio tempo e lasciassero un proprio commento. Concordo con lei quando dice che non è stata la crisi a determinare il destino del cedi calabria, o almento non è stata solo la crisi. Concordo anche che bisognava intervenire prima e con un piano ben strutturato condiviso da tutte le parti in causa ( era interesse comune e di tutti, evitare la catastrofe ). E’ azzardato parlare di soldi fregati, se cosi fosse bisognerebbe cercare dei truffatori e questo, dietro prove certe, sarebbe compito della magistratura. Le auguro che la sua tenacia, ad aspettare una ripresa, venga premiata e soprattutto, se ciò dovesse avvenire, che si tenga conto che sono le piccole aziende familiari come la sua, ad essere parte di quel tessuto imprenditoriale sano, che rende onore alla poca economia che la povera calabria riesce ancora ad esprimere.
PICCOLO AFFILIATO SISA CALABRIA,
CONDIVIDO PIENAMENTO IL COMMENTO DI ANTONIO,E SPERIAMO IN UNA RIPRESA CON LA QUALE NON CI FAREMO SICURAMENTE FREGARE COME IN PASSATO.
Amara constatazione che dal mondo dei punti vendita sisa, solo Francesco ed Antonio, due piccoli affiliati, abbiano avuto la forza di esprimere il loro parare su una vicenda che ancora oggi è tenuta ” sottotraccia”.
In SISA Sicilia, nessuno osa parlare del cedi SISA Calabria, vediamo se la prossima settimana mi va meglio in Camapania.
Gran parte del progresso nella qualità della vita è il risultato dell’opera di individui impegnati a fare ciascuno il proprio dovere con abilità e coscienza.
Molte scontentezze personali, nonché tanti difetti dei prodotti e dei servizi, sono la conseguenza del tenere lo sguardo fisso in alto, allo scalino superiore,
invece che dritto davanti a sé, al lavoro che si sta facendo
Laurence Peter
È la sinergia dell’ogniun per sé!
Non sarebbe poi così strano o assurdo festeggiare il primo maggio. Basterebbe avere un impiego!
Ciao Aldo, òe tue ” toccate e fuga” invitano sempre alla riflessione, sopratutto in un soggetto curioso quale la natura mi ha fatto.Dalla Sicilia non hai ottenuto nulla e nulla otterrai. Alla fine siamo meridionali e quindi ( sic) “omertosi per collocazione geografica”. Secondo me, dalla Campania otterrai meno che meno cioè nulla. Eppure la Campania ne avrebbe cose da dire, in quanto la campania, per choi non lo sapesse da qualche tempo a questa parte è ..la vera sede Sisa e le strategie ( e le decisioni ) passano tutte dal cedi centro sud e dal suo presidente. Ti posso assicurare che tutto quanto ha riguardato il cedi calabria, è stato deciso a Caserta ….e tutti zitti, compreso il Dott. Cassingena presidente sulla carta ma di fatto ” ombra dantesca che vaga alla ricerca dell’ Eldorado perduto.” Se otterrai delle informazioni sono sicuro che le metterai in linea. Io sarò pronto a confermarle o smentirle. Buona Caccia…
Negli anni belli, quando ancora ” l’arroganza DEL SOGNO” di avere e lottare per una società migliore e per una società di tutti, faceva si che il primo maggio si riempissero le piazze di lavoratori, veri e unici protagonisti della ricerca di cambiamento sociale. Negli ultimi anni, il primo maggio ha riempito le piazze di gente senza lavoro, precari senza garanzie, idealisti convinti che qualcosa sarebbe cambiato.
No, non è nè strano e nè assurdo esserci il primo maggio. Chi ha ancora un lavoro è giusto che festeggi, è giusto che dia valore a alla propria opera, cosi facendo, darà anche la forza ai tanti che in piazza cercheranno e grideranno la ricerca di un lavoro. Non si deve accogliere la festa dei lavoratori con rassegnazione, ma con sguardo dritto e realismo, rabbia non rassegnazione. Convinzione che, pur essendo un brutto momento, nessuno deve sentirsi l’ ombra di ciò che è stato, bensi deve portare dentro la capacità di far vivere ideali e speranza. Con dignita!
Ciao a tutti,
volevo sapere se qualcuno di voi sa qualcosa di piu’ sulle voci che circolano di una sicura ripartenza del fincedi in quanto i signori ci hanno abbondanati senza degnarsi di dire niente e non rispondono neanche al telefono, o sicuramente si saranno dimenticati di dirlo a noi piccoli affiliati in quanto forse per loro non abbiamo mai contato niente, diversamente di quanto penso io dicendo che in fondo nella botte piccola ce il vino buono.
Altr voci parlano dell’ arrivo di un curatore ,quindi haime non credo sia una buona notizia,fatemi sapere,ciao.
ciao,
continuo a leggere di un sacco di disatri nella gdo,per quale motivo sta succedento tutto questo e sopratutto perche’ tutte le insegne vogliono abbbondonare il sud dove ci sono punti vendita abbastanza importanti(esempio carrefour il quale ho letto che vuole lasciare il sud),inoltre posso dire che al momento e pure difficile trovare un’insegna solida con cui poter collaborare.
Buonasera Francesco, il suo attaccamento all’ex cedi sisa calabria sarebbe da premiare con il NOBEL. Purtroppo non ci sarà mai nessuno che le porgerà una parola di ringraziamento e di chiarimento, come non è stato fatto fino ad oggi con nessuno, dipendenti compresi. Al telefono non le risponderà mai più nessuno perchè tutto è stato azzerato ma non per ripartire ma per CHIUDERE DEFINITIVAMENTE senza che sia detta una sola parola di verità. Silenzio TOMBALE. Chi ha avuto diritto di farlo, ha presentato concordato e qualche giorno dopo ha messo in liquidazione la società, tirandosi definitivamente da parte e lasciando il posto ad un liquidatore che provvederà a ” seppellire il cadavere “. Tra qualche settimana, il tribunale nominerà un curatore e il cerchio sarà chiuso.
Se non già fatto, la invito a leggere i commenti precedenti dove troverà maggior informazioni e maggior risposte alle sue domande. Si metta l’animo in pace, la consideri un’esperienza oramai finita. Quello che si è vissuto è stato un sogno, ora il cerchio è stato rotto lasciando fuggire il sogno.
Le piccole realtà distributive si trovano oggi allo sbaraglio, nessuna insegna sembra offrire garanzie di assortimento e di continuità, sopratutto nessuna insegna è in grado di offrire servizi e i piccoli non ce la faranno. Avranno sempre più difficolta a stare su un mercato che diverrà maggiormente selettivo anche a causa della crisi che attanaglia l’intera economia.
Un grande in bocca al lupo a Lei e a tutti quelli come lei che quotidianamente aprono le porte dei negozi e prestano la loro opera e quella dei propri familiarima favore e al servizio dei consumatori.
ma qualcuno di voi è venuto a farsi un giro nei punti vendita direttti ? ci hanno abbandonato nn sappiamo niente la merce nn arriva ……
Sig. Paolo, la sua è un’ulteriore testimonianza di come il….silenzio sia stato il comun denominatore di tutta questa strana storia. Ogni commento, sopratutto di chi era o è ancora in contatto con questa realtà, aiuta ad aggiungere qualcosa. Forse alla lunga ( ma molto alla lunga ) qualche verità vera sarà di tutti.
cassa integrazione o licenziamento collettivo qualcuno ci spieghi per favore
Penso che sia il primo caso nella storia che dei lavoratori chiedano, invocano di andare in cassa integrazione. E questo non per masochismo bensi per necessità di …non perdere l’ultimo treno e ritrovarsi al bordo di una strada da sera a mattina. Necessità dettata dalla assoluta incapacità o, mi si passato il termine, STRAFOTTENZA di chi in quel momento stava transitando l’azienda verso il concordato. Non un solo momento in tutta la vicenda è stato dedicato al problema umano e lavorativo dei dipendenti. Benchè c’è gente che si è riempita la bocca di aver lavorato alla soluzione cassa integrazione, AUTOCELEBRANDOSI MARTIRE, nulla e dico nulla è stato condiviso con i dipendenti, tutto ciò che possono dire dovrà essere considerata falsità. Ancora oggi si lotta per avere dai sindacati un minimo di informazione e MENDICARE la certezza della cassa integrazione. Non vi è stato un licenziamento collettivo non per amore, rispetto, considerazione, gratitudine verso i dipendenti bensi perchè questo avrebbe creato qualche ” incidente di percorso” che avrebbe potuto pregiudicare il cammino verso il concordato. Quel concordato scelto come pietra tombale, come sarcofago, per chiudere definitivamente una vicenda dai contorni non assolutamente chiari, o almeno non chiari a noi comuni mortali. Un lettore di altro editoriale, chiedeva come mai una vicenda di tale portata non sia stata assolutamente pubblicizzata dai mass media. Med lo chiedo anch’io: COME MAI?
PS: so per certo che gli articoli sul cedi sisa sono seguiti da molti dipendenti del cedi. Mi domando come mai gli stessi non prendano posizione su queste colonne. So anche che ” altri” monitorano gli articoli e i commenti. Il giudice Falcone diceva che il peggior nemico per la magistratura non era il giudice corrotto ma il giudice TERZO. Cioè colui che occupava la zona grigia, non schierato, ma che all’occorrenza e a secondo del proprio tornaconto, velocemente poteva scegliere dove schierarsi.
so per certo che gran parte dei dipendi del superstore di maierato si sono iscritti al sindacato per tutelarsi la risposta dell azienda è stata CI AVETE TRADITO .dopo 6 mesi di abbandono totale ci convocano a maierato per una riniunione per dirci cosa GESTIONI COMMERCIALI è UN AZIENDA SERIA perchè fino ad oggi nn ha mai licenziato nessuno siamo una grande famiglia .MA guarda caso nessuno ci ha spiegato il perchè di questa catastrofe ancora oggi ci dicono pensiamo ad rilancio del cedi sisa .. parole parole parole …
… di sicuro non è stato il massimo della chiarezza. Una cosa è certa: dalle nostra parti il concetto di rappresentanza sindacale è talmente sconosciuto e poco usato che nel momento in cui ci si rivolge agli stessi si grida al tradimento. Ad onor di cronaca non è che dalle nostre parti il sindacato abbia una capacità ” superiore” di contrattazione. Di base manca allo stesso una cultura rappresentativa. Da noi il sindacato per la maggior parte dei sindacalisti, rappresenta solo ….un posto di lavoro.
salve ,ecco l’ultimo cavillo o direi l’ultima beffa la cassa integrazione per motivi burocratici molto probabilmente ci sara’ data per il mese di settembre ,adesso dico io è possibile tutto questo,possibile che non capiscono che una persona con figli non puo’realmente tirare avanti cosi’.come fa ad arrivare a settembre ,(va a rubare o a fare rapine)come deve fare ??????????? non è possibile che lo stato non sia presente per far fronte a queste problematiche .chi ha un mutuo ,chi ha rate della finanziaria come èpossibile pagare queste utenze ma come possiamo fare dico io !!!!
Come ho avuto modo di dire in altro commento,la storia la scrivono i vincitori ( nel caso cedi sisa gli imprenditori sconfitti), i lavoratori sono solo le comparse di questa mala storia. Caro Walter ma a chi vuoi che importi le difficoltà delle ” piccole genti”. I grandi personaggi che hanno governato lo sfascio del cedi sisa, ci giuro, si lavano la coscienza andando in chiesa ogni mattina, cosi non sentono rimorso.Loro non hanno ne problemi di mutuo ne problemi di figli ( anche perchè se ne hanno di figli, questi studiano al college ). Esistesse una giustizia divina, vedremmo molti mucchietti di cenere per le strade, purtroppo non esiste neanche una giustizia terrena.
Un tempo, per lotta e per protesta contro il capitalismo e i capitalisti si attuava il cosidetto ESPROPRIO PROLETARIO. In caso di necessità e in caso di difficoltà, andare a fare la spesa negli ex supermercati sisa, senza pagarla, non sarebbe una cosa ” disonesta”.
CHIUSURA-Incontrando casualmente qualche ex dipendente del cedi sisa ho visto sul loro viso l’oblio. Nei loro occhi, sui loro visi, una singolare tristezza. la tristezza dei naufraghi che salvati e ricondotti nei luoghi di origine, continuano ad avere nostalgia dell’isola deserta in cui erano tutti dei Robinson Crusoe, una tristezza che aumenta quando capiscono che non torneranno mai più sull'” isola deserta”.
La storia del mondo è stata scritta da magnifici sognatori, uomini e donne che hanno creduto e credono con testardaggine nei sogni, nei loro sogni.Li mantengono, li nutrono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano.IO UMILMENTE, A MODO MIO, CERCO DI FARE LO STESSO.—– Buona vita a tutti quanti, sopratutto ai sognatori.Con affetto Raul.
Come mai non si parla più di questo Cedi Sisa Calabria?? Come mai NESSUNO dico NESSUNO si è preoccupato dei 106 ragazzi che tuttora sono senza lavoro e senza aiuti dalla regione?? Qualche sindacato si è impegnato (forse erroneamente) a risolverci questo grosso problema, senza darci un buon esito sugli ammortizzatori sociali..???? Dopo 5 mesi ci riuniscono per dirci del problema riscontrato con la regione e che le domande sono state rifatte per spedirle direttamente al ministero….intanto siamo senza stipendio e senza lavoro, inoltre i dirigenti e i responsabili che hanno causato questo danno ci hanno ABBANDONATO!!!! GRAZIE
Quanche uccellino canterino, mi ha informato sulla riunione farsa che è stata fatta presso i locali dell’ex cedi sisa. Il pensiero di tutti i presenti è stato che tutta la vicenda che riguarda i dipendenti e stata gestita da cani sia da chi esternamente doveva dare supporto, sia da chi internamente ( e chi ha parlato ha detto i colleghi)doveva dare appoggio e tranquillità oltre che essere baluardo di controllo. In sintesi c’è chi sta lavorando, percependo lo stipendio e gli straordinari e incentivi e chi fa la fame attendendo l’elemosina. Chissa……..
Siccome sono un curioso del web e della vicenda sisa in particolare ( anche se ricevo …interessati consigli a smettere di menar il can per l’aia)ho letto una lettera di uno dei cassintegrati dell’ex cedi.Vi allego il link per poter accedere alla lettera. Mi domando: se siete 106 perchè nessun altro fa sentire la propria voce?
http://www.strill.it – alla rubrica lettere al direttore- la vicenda di un cassintegrato senza certezze
Raul, mi sapresti dire chi ha partecipato e vinto a quest’asta http://www.astegiudiziariesalerno.it/allegati/24-10/invito100615.pdf ?
Tanto per sapere chi ha ancora voglia di investire in Calabria…
è vero stanno lavorando e guadagnano anche tanto ,ma fidatevi non sono uomini sono solo come si suol dire lecchini uomini attaccati al capo , uomini che quando il capo gira le spalle gli rubano pure i peli del culo , ma non importa tanto sono vicini a lui ,e con una carezza lo girano come vogliono ,sono i giocattoli del capo e non si possono toccare…….bestie senza ritegno per i poveri lavoratori come loro che non vedono un’euro da febbraio VERGOGNATEVI LECCHINI SENZA DIGNITA’.
Raul, a proposito di Calabria…
Sul Sole 24 Ore del 17 giugno c’è scritto che, entro il 2012, Coop aprirà ben 55 nuove strutture, prevalentemente nel Sud. E che fra queste 55 nuove strutture, ben 11 saranno ipermercati, di cui 5 dislocati nel Sud fra Calabria, Puglia e Sicilia.
Dato che finora Coop non era presente in Calabria, mi chiedo: in quali città calabresi ci sarà il debutto degli IperCoop in Calabria?
Per Giulio: l’idea potrebbe concretizzarsi attraverso la riconversione di alcuni punti vendita ad insegna iperspar. In sintesi: è già da qualche tempo che i rumors indicano alcuni punti vendita della rete despar, come destinati a cambiare abito. Questi punti vendita ahnno tutte le caratteristiche per il formata di coop. Sono veri e propri iper, posizionati all’interno di piccoli centri commerciali e ben distribuiti sul territorio. Diciamo che le provincie interessate sarebbero tutte tranne Crotone, che al momento non è presidiata con un iper di tali caratteristiche. Potrebbe esserlo. Vedo difficile l’altra strada: quella dello sviluppo diretto di coop. Il territorio calabrese è oramai saturo di strutture e i bacini di utenza sono quelli che sono. In fondo stiamo parlando di una regione con complessivi abitanti pari a un milione e settecentomila circa, distribuiti su un territorio lungo, senza strade di comunicazione ( che si possano definire tali) e con redditi pro capite non molto elevati.
Per Giulio: non ho notizie o almeno non ho seguito la vicenda. Proverò a chiedere a qualche amico. Per inciso i pv interessati alla procedura di acquisto a mezzo asta, sono gli ex alvi discount. Per quanto riguarda quelli posizionati sulla parte tirrenica della calabria ( zone marine ), hanno sempre avuto buone performance di fatturato nel periodo estivo, dovute alla grande massa di turisti che scendono su quelle zone. Negli altri periodi soffrono tantissimo in quanto i paesi si spopolano. Chi eventualmente avrà comprato, avrà fatto i conti con questa particolarità.
Grazie Raul e , mi raccomando, se scopri qualche novità facci sapere…
Per chi non avesse ancora letto l’articolo di cui stiamo parlando io e Raul, è possibile leggerlo anche online su http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2010-06-17/piano-coop-milioni-081900.shtml?uuid=AYDl8GzB
Giulio e Raul, non è che per caso si tratta del futuro centro commerciale di Dattoli?
X Franco: potresti darmi qualche dettaglio in più su questo nascitura centro di Dattoli? ( Dattoli è una località o un nome del proprietario)?
Dattoli è una città che sta sorgendo vicino Arcavacata. Tanto per intenderci il 90% degli abitanti ha meno di 25 anni.
Dai un occhiata su http://www.fratellicava.it/campus/campus_descr.htm
A Lamezia, dovrebbe sorgere invece un centro commerciale con ipermercato Billa.
Dell’altra asta calabrese avevano comunicato la nuova asta con ribasso: http://www.astegiudiziariesalerno.it/allegati/24-10/invito100625.pdf
Di quella invece che avevo indicato in precedenza non è stato comunicato alcunché: che sia stata aggiudicata? A chi?
Dell’asta poi rilanciata si dice che il tribunale abbia ricevuto un’offerta di 260000 euro, ampiamente però al di sotto del minimo d’asta: http://www.astegiudiziariesalerno.it/allegati/24-10/rilancio100625.pdf
Chi ha offerto questa cifra?
Ieri sull’inserto Sud del Sole24ore c’era un’intera pagina sul Cedi Sisa Calabria: tutta colpa degli associati che non pagavano le forniture.
Vittima invece la Nazionale: creditrice per il mancato versamento dell’affitto dell’insegna
Giulio, non è proprio cosi come l’articolo riporta. I debiti verso i soci c’erano, ma si poteva comunque procedere a fare atto di recupero, considerato che vi erano immobili in mezzo.
Do voci di corridoio, si dice che la differenza in bilancio tra passivo e attivi, sia inferiore ai 12 milioni di euro. Significa che i debiti superano i crediti per tale cifra. Se la società, a detta di qualcuno, fatturava circa 150 milioni di euro, significa che il maggior debito rappresenta meno del 10% del fatturato. Allora le cose soo due: o la differenza di debito non è di 12 milioni, oppure mandare l’azienda in concordato liquidatorio è servito ad altro……… Prova ad immaginare cosa c’è di pià prezioso dei soldi….
Auguri sinceri di cuore a tutti dipindenti Sisa,ma schifo e rabbia per i responsabili che vi hanno abbandonato.Essendo un di voi sappiamo benissimo di chi parliamo…
Bene, aggiungiamo un altro sporco capitolo alla vicenda cedi calabria.
L’articolo comparso sul sole 24 ore del 7 luglio 2010, contiene e riporta anche alcune espressioni del presidente Casssingena. Per la verità poche, non è che si sia sprecato, ha mantenuto alto il riserbo ( omertà)su tutta la vicenda. Alcune cose importanti le dice ( forse gli saranno sfuggite, ma Cassingena è uomo furbo e navigato per commettere tali errori). Butta tutta la responsabilità della scelta di andare al concordato ( LIQUIDATORIO) sui professionisti calabresi. Con un piccolo sforzo avrebbe potuto aggiungere nomi e ruoli rivestiti da tali professionisti in modo da aggiungere un piccolo ” cono ” di luce a questa ” USTICA” calabrese. Lancio un appello: Presidente, ci sono 106 pidocchiosi,ignoranti dipendenti ( famiglie comprese) che in tutta la loro incapacità di comprendere, attendono qualche risposta.
Una seconda cosa importante è purtroppo una colossale bugia: il procuratore di sede non ha potuto operare un piano di salvataggio in quanto non ha ricevuto la procura. Presidente, capisco che uno dei mali che affligge l’italia è la ” memoria corta” o la verità inventata ( che mi creda sono la stessa e identica cosa, magari in un altro momento le faccio un piccolo opuscolo cosi lo potrà leggere in tutta calma e potrà capire, magari alla prossima convention sisa a….Simeri Crichi). Esistono atti notarili che dicono luogo e data, nomi e compiti di chi da e chi riceve la procura. Lei sa bene ( se no che presidente è) che E’ COSI!
Allora, non sarebbe più corretto( eticamente, moralmente, umanamente parlando) dire pane pane e vino vino. No, non è ne corretto, ne opportuno ( sopratutto).
Alla data dell’articolo sul sole 24 ore, tutto il mondo sisa ( calabria esclusa, ma esclusa in tutti i sensi) era raccolto alla annuale convention che quest’anno, ironia della sorte, si è tenuta in territorio calabrese : Villaggio Valtur di Simeri Crichi. Forse a persone rozze di cervello come noi calabresi, sfugge il significato di tale scelta, che è poetico, sentimentale: VI SIAMO VICINI ( proprio!). Complimenti allo stratega di questa operazione marketing. Dimenticavo: alla convention erano presenti ( come è giusto che sia) tutti i consiglieri nazionali, calabria compreso. No, non avete letto male: la calabria era rappresentata.
Speriamo che al rientro dalla convention, il consgliere calabrese relazioni sulle importanti decisioni prese a livello nazionale e riferisca sulle strategie di sviluppo che la sisa intende perseguire sul territorio calabrese, presidio che non vuole abbandonare. ( vedi intervista Cassingena , mensile food giugno 2010). Che dire? siamo messi bene.
Andiamo al Gossip:
Sisapanorama maggio giugno 2010- Pagine finali, elenco soci calabria compaiono tutti; elenco affiliati calabria, idem con patate. Ecco a cosa si riferisce il presidente Cassingena quando afferma che sisa ( dopo aver saputo l’esito del concordato ( LIQUIDATORIO presidente, non lo dimentichi, liquidatorio che….sapremo presto quale cedi/avvoltoio ( sicilia? campania, pardon centrosud) si lancerà nella umana opera di …colonizzazzione del territorio)prenderà le sue dicisioni. La calabria viene presidiata dal marchio sisa,in quanto i soci sono ancora…in vetrima nella stampa di regime.
Per chi vuole perdere pochi minuti a leggere il numero maggio-giugno di sisapanorama consiglio anche di leggere la composizione del consiglio di amministrazione nazionale. Come consiglerei di non perdere l’editoriale di presentazione del presidente: presentazione della convention annuale, ma dimentica di dire dove si terrà. Sarà un caso? Noi calabresi che siamo maligni di natura, pensiamo proprio di no che non sia una dimenticanza ma …..riservatezza ( possiamo interpellare il garante della privacy per vedere se tale materia ricade sotto tutela).
Altro Gossip: pare che alcuni appartenenti ( a vario titolo) al mondo sisa calabria, saputo della presenza a simeri crichi, dei vertici nazionali, si siano recati sul posto per prendere un caffè con il presidente. Arrivati alla …sbarra di entrata del villaggio, si sono qualificati, hanno chiesto e dopo lungo attendere, si è presentato …l’attendente del presidente e nessun altro, il quale con l’ospitalità tipica di sisa ( siamo una grande famiglia che vive in una grande casa dove esiste la regola delle tre c: confronto, condivisione, consenso e aggiungo io, presidente non dimentichi la quarta la più importante: LA COERENZA)
ha(in)trattenuto i/gli (s)graditi ospiti fuori dalla sbarra, sotto il sole ( che fa bene ) per qualche decina di minuti parlando del più e del meno, senza neanche offrire un caffè o una bibita fresca ( vista la calura). Con scuse e argomentazioni varie, l’attendente ha fatto sapere che il presidente non se la sentiva di incontrare ( e offrire un bicchiere d’acqua fresca) ai….viandanti.
Tanti anni fà, proprio d’estate girava questa canzoncina, ironica e carina:
signor giudice le stelle sono chiare
per chi le può vedere magari stando al mare
signor giudice chissà chissà che sole
si copra per favore che le può fare male.
Noi siamo in tanti e siam quà e la chiamiamo papà
di quei papà che non ci conoscono
e il giorno che lei verrà ci giudichi senza pietà
che ci vergogniamo di essere UOMINI, cosi, cosi…….
Presidente Cassingena, la gente non è ne stupida ne asina, sa benissimo che il disastro del cedi sisa calabria ha origine in loco e che la sede da lei rappresentata ha colpe non assolute e riferite a partire dalla seconda metà del 2008 in poi.Ma con le sue mezze verità ( o mezze bugie) non aiuta nessuno, anzi copre i veri responsabili ( che sono più di uno). Ma come diceva il Machiavelli: il fine giustifica i mezzi, e quando si tratta di panni sporchi questi si lavano in casa ( aggiungo io).
Buena suerte.
ciao a tutti,circolavano voci che il 7 luglio ci dovrebbe essere stato un concordato per il cedi sisa, qualcuno ha notizie fresche a riguardo.
Grazie in anticipo.
Per il giorno 7 luglio, il giudice delegato aveva fissato la data di adunanza dei creditori del fincedi( o cedi ) calabria, per esporre le dinamiche e i numeri del concordato stesso. In tale adunanza o entro il termine di 20 gg da tale data i creditori avrebbero dovuto esprimere parere positivo o meno all’accettazione del concordato. Ad oggi nessuna notizia. Una sola precisazione: una buona fetta dell’attivo da ricavare è legato alle merci. Le stesse stanno…..marcendo dentro i depositi con buona pace di tutti.
l’uccellini dicono che è stato rinviato a settembre di piu’ non so ,amen
Ma questi uccellini sono affidabili? I miei continuano a confermarmi quanto sopra. Anzi, alcuni minuti fa ho interrogato un grosso brutto avvoltoio che se ne stava appollaiato….al mare. Ha fatto finta ( ripeto ha fatto finta) di non sapere nulla. Secondo me era concentrato più a pensare su quale parte della carcassa….buttarsi quando arriverà il momento.
Walter, richiama gli uccellini e ….fammi sapere. E’ MOLTO IMPORTANTE!
Vorrei lanciare un appello: a tutti coloro che ancora visitano questo spazio per leggere di qualche aggiornaqmento, lasciate un vs messaggio, una vostra impressione, una vs osservazione. Non fate vincere il silenzio
Raul, ma perchè non apri una petizione on line, da inviare a Sisa Nazionale, presidenza della regione, Provincia e Camera di Commercio?
Raul, hai poi saputo qualcosa su quelle aste calabresi? E sull’Ipercoop?
Buongiorno Aldo, il tuo suggerimento è semplice e lineare. Vedi ma a noi calabresi le cose semplici e lineari non piacciono ( e lo dico con ironia e tristezza)in quanto dopo…..bisognerebbe agire. E questo incomincia a diventare più ….concreto. Tutte le iniziative che si è cercato di mettere in atto, sono state imbavagliate da quanti avevano interesse affinchè non avessero buon fine. Tutti gli incontri tra i dipendenti e gli interessati tutti alla vicenda sono stati gestiti da loschi figuri e miseri teatranti che stavano seduti ora di qua ora di la per non perdere nessun treno. Da noi si dice ” stare aggrappati da due rami”. Ti cito solo un passaggio: si è discusso molto per andare in prefettura a porre la questione al prefetto, prima che questa scoppiasse nel concordato. I sindacati hanno sconsigliato questa procedura. Qualche settimana addietro a concordato liquidatorio presentato, ad azienda oramai scomparsa, i sindacati….decidono che bisogna andare dal prefetto per porgli la questione della cassa integrazione che non è ancora arrivata. Mi sono domandato perchè ora e non prima? Perchè prima infastidiva o avrebbe potuto indurre il prefetto a domandarsi” come mai siete arrivati a questo stato?”. Mi credi se ti dico che appena queste mie righe saranno in linea, molti occhi le visioneranno o peggio ancora il primo che le leggerà passerà il messaggio a quanti avranno interesse a capire copsa di nuovo posso aver pensato?. Le stesse persone che incontrandole ti diranno” ma chi te la fa fare, mettici una pietra sopra”.
leggo molte cose sul defunto cedisisa calabria ,alcune sono vere altre no.
il managemet lo conoscono tutti da li bisogna partire per cercare il bandolo della matassa.
ci sono stati alcuni dico alcuni soci collusi con la direzione aziendale
i dipendenti che scrivono notizie che gli arrivano dagli uccellini non hanno il coraggio di dire la verita’
tutti sanno che la sisa a livello nazionale ha pochissime colpe le cose losche sono state fatte in calabria . pertanto bisogna riavvolgere il nastro e partire dall’inizio con nomi e cognomi e smetterla di fare ipocrisia gratuita, mi riferisco al dirigente marrari tito che fa finta di stare con gli operai quando li rappresente e invece è dall’altra parte .
credo che continuero fornedo nomi e cognomi. cordiali saluti
mi raccomando di non pubblicare i miei dati personali email
Potrebbe esere arrivato il momento che qualcuno ci illumina?
io aspetto ma…..non ci spero.
PS: accusare i dipendenti di non avere coraggio di dire la verità equivale a …raccomandarsi di non pubblicare i propri dati. Mi scusi f. ma non è molto coerente.
la sua ironia è assai pungente ma sempre ironia è.
io mi sono rivolto hai dipendenti perche dal 1996 al 2008 non avevano mai avuto sindacato.secondo lei cosa vuol dire?
ragazzi non è possibile che a parte tutto com è andata, ANCORA oggi da febbraio in cassa integrazione non ci hanno mandato nemmeno un euro gente con famiglia con mutui da pagare a stare sulla speranza del famiglia per quel fortunato che può, il sud doveve fare parte dell AFRICA non dell ITALIA
La mia non è assolutamente ironia ma una riflessione ( e anche una speranza )nate dalla lettura delle intenzioni da Lei espresse nel suo post.Null’altro. E poi mi creda fare dell’ironia su una vicenda cosi triste non mi da alcuna soddisfazione. Lei mi chiede perchè i dipendenti non hanno mai fatto ricorso al sindacato. Vede, ho voluto contattare qualcuno degli interessati per chiedere. Le risposte sono state quasi tutte che: se non ci sono problemi e i tuoi diritti sono riconosciuti, perchè rivolgersi ad un sindacato? Come giustificazione mi sembra valida, si rivendica un diritto quando questo non viene riconosciuto, ma se viene riconosciuto cosa si può rivendicare?. Se poi Lei si riferisce alla parte finale della storia, il mio personale parere è che tutti sono stati raggirati dalle rassicuranti dichiarazioni che tutto si sarebbe aggiustato. Su questo mi piacerebbe conoscere il Suo parere e l’idea che si è fatto di tutta la storia. Ritengo che Lei sia una persona di spirito e accetterà questa mia riflessione, fatto solo ed esclusivamente per sdrammatizzare un po il clima. Nel Suo secondo post, Lei si firma ” re di sisa calabria”. Deve ammettere che oggi è un re decaduto o senza regno visto che il cedi, purtroppo per tanti e per fortuna di pochi, non c’è più. PS: penso, (azzardo) che un dialogo serrato con Lei, possa dare un qualcosa di positivo.Mi auguro di poterla leggere presto.
EX DIPENDENTE CEDI- bisognerebbe chiederlo a quei sapientoni che con lacrime di coccodrillo annunciavano ai quattro venti che si sarebbero fatti a quattro e non avrebbero mollato se prima non avessero messo a posto tutti i dipendenti del cedi. salvo poi dileguarsi e non farsi MAI più vedere ne sentire non appena il …..pacchetto che si stavano confezionando, era pronto.
Sui punri vendita dei soci , pardon ex soci sisa calabria, continua a pervenire il mensile sisa panorama. La cosa buffa è che invece di scomparire, i pv aumentano. Che ci sia qualcuno che sta facendo sviluppo all’interno del territorio?.
Dimenticavo: i pv dichiarati soci sisa oggi sono contraddistinti da altre varie insegne: conad, simply, crai, e ..nessuna iinsegna ( nel senso che sisa è stata rimossa).
Che sia una nuova strategia di gruppo?.
ho appreso che il concordato è stato accettato dal giudice nominato( chissa se ha letto bene cosa c’era scritto dentro e se ha fatto attenzione alla % di soddisfo crediti dichiarata, preoccupandosi di verificare cosa realmente è rimasto. Si cosa è rimasto sopratutto di merci. Dopo il …furto, del furto ( non è un gioco di parole ma la realtà , vero consulenti?) sarà rimasto poco e niente e quel poco avrà pure avuto una scadenza. Il giudice si sarà chiesto cosa è stato effettivamente realizzato?. Diciamo che sono questioni di lana…caprina.
Domanda: qualcuno sa spiegare perchè un numero limitato di dipendenti è stato stipendiato fino ad oggi come se nulla fosse mai accaduto e tutti gli altri sono in cassa integrazione?.
Altra domanda: quante volte si sono riuniti i sondacati con i responsabili del cedi per ” monitorare la situazione aziendale” ( cosi è scritto nei verbali). Risposta: MAI. Di questo mai chi è responsabile: i sindacati o il liquidatore? o anche i lavoratori che hanno abbozzato continuando a ” rispettare” l’azienda?
Domanda per gli ex consulenti/sindaci ( svolgevano entrambe le funzioni , bella deontologia )come mai non vi siete mai accorti di nulla? La storiella che il cedi è stato vittima della crisi mondiale, oramai fa solo ridere. In giro si sentono storielle molto diverse e tutte ricunducibili ad solo vocabolo: malaffare.
Domanda ai soci o ex soci ( non si sa più come chiamarli): ma avete votato tutti assieme la messa in liquidazione della società, o come al solito si è fatto ricorso alle …deleghe fascicolate , come da usi e costumi cedi?
GOLEM attende ordini, comandi, o anche risposte da chi ne ha voglia.
A volte, di fronte a problemi cosi gravi come quello del cedi sisa calabria, sembra quasi che la tendenza dominante sia quella di “ esorcizzare “ il problema voltandosi dall’altra parte e non voler guardare in faccia la realtà. La realtà è che passato un anno esatto dal giorno in cui la maggioranza dei dipendenti è stata mandata in cassa integrazione ( deo gratia dei sindacati che …lavorando al minimo sindacale hanno calato le braghe e si sino accontentati e una volta fatto questo si sono ….dati alla fuga), nessuno sbocco si vede all’orizzonte se non quello dell’imminente messa in mobilità.
Per chi non è stanco della vicenda ( io non lo sono, spero ancora che qualcosa accada, fosse anche un’accidenti ….) facciamo un po di ripetizione per ricordare che:
– novembre, dicembre 2009 e gennaio 2010, le nostre orecchie hanno sentito un cumulo di bugie, di menzogne ( e che le pronunciava sapeva beffardamnente di essere un mentitore) circa una serie di atti che si stavano mettendo in campo al fine di procedere ad un processo di ristrutturazione aziendale che salvasse la struttura e tutto l’apparato che ruotava intorno. In realtà , già da gennaio 2010 , chi aveva potere di decidere ( organi) sceglieva velocemente e silenziosamente la strada del confezionamento di un concordato che preservasse da responsabilità organo amministrativo e organo di controllo. Tutto sottotraccia, stando attenti a non “ creare irritazione” nei dipendenti che avrebbero potuto inscenare qualche presa di posizione. A tal proposito, solo a titolo statistico, risulta che gli stipendi, compreso quello di febbraio ( mese di messa in cassa integrazione) sono stati pagati regolarmente e con puntualità…svizzera( primo e forse unico caso nella storia di un’azienda che soffoca finanziariamente , non avendo neanche più i soldi per le raccomandate, ma trovanto qualche centinaio di migliaa di euro per gli stipendi.). Qualcuno potrebbe dire che la pietas abbia colto i vertici aziendali che si sono preoccupati del disaggio delle famiglie dei lavoratori; io malignamente sono portato a pensare che lo scopo era quello di non “ alzare fumo”.
– Stabilita la procedura della cassa integrazione ( con tutte le susseguenti somarate che sono state combinate ) per 95 dipendenti, venivano “ appositamente” lasciati operativi una quindicina, dai quali si ripartiva per la RISTRUTTURAZIONE AZIENDALE ( altro astuto stratagemma, per avere il tempo di valutare bene tutti i numeri da inserire in concordato stando ben attenti che nessuno ne venisse a conoscenza). Una ristrutturazione aziendale, magistralmente studiata a tavolino, che portava dritta dritta al concordato LIQUIDATORIO, è un caso più unico che raro.
– L’atto di ricorso alla cassa integrazione tra le altre cose, riporta che viene stabilito il principio della rotazione dei dipendenti ( altra magistrale e stategica mossa avente solo lo scopo di….spiazzare ) , in modo da permettere a tutti quanti di “ partecipare alla ristrutturazione aziendale”. L’atto riporta inoltre ( a firma di tutte le parti ) che periodicamente ( trimestralmente) avverranno degli incontri per fare il punto del processo di ristrutturazione e prendere atto dell’andamento aziendale, al fine di permettere ai sindacati di gestire al meglio eventuali interventi e/o combiamenti di direzione.
– Firmato l’accordo di ricorso alla cassa integrazione, a marzo 2010 ( gg 25), la maggioranza del capitale dell’azienda ( sarebbe bello e utile sapere se e quanti soci erano presenti ) delibera la messa in liquidazione della società ( neanche il mennea dei bei tempi….) , la decadenza degli organi e la nomina di un liquidatore. ( tutti sanno da dove ….è stato pescato , si il termine esatto è pescato in quanto i …pesci abboccano se all’amo ci sono delizieo….ricatti che ti rovinano per sempre).
– A seguire: presentazione del concordato al tribunale, pubblicazione, adunanza dei creditori, accettazione degli stessi, omologa del concordato. Amen. Nel mezzo di tutti questi eventi, un evento fatto passare sotto traccia ma che racchiude un modus operandi di una gravità inaudita: furto della merce dai magazzini del cedi. La nave abbandonata, con tutte le stive cariche di dobloni che dovevano servire a pagare i creditori , è stata lasciata incustodita e topolini ( possiamo definirli…TOPO-TIR?) si sono intrufolati a prendere un poco di merce. Il valore? Dovrebbe essere scritto nel verbale di denuncia ma sicuramente nessuno potrà mai dire se è un valore in: eccessso, in difetto( ?) vero, verosimile, falso, o…..liftato. Del furto non si ha nessuna traccia sul sistema di videosorveglianza che 24 ore su 24 proteggeva la struttura, internamente ed esternamente. Strano, molto strano, moltissimo stranissimo ( permettetemi la castroneria grammaticale). Assurdo, assurdissimo potrebbe suonare meglio. Furbesco, furbissimo non suona bene ma aggiungendo il soggetto…….. la frase si completa. Le pinocchiate hanno il naso lungo, chi doveva guardare bene nella vicenda …ha avuto la vista corta ( per legge di compensazione).
– Tutta la vicenda travagliata della cassa integrazione, in questo contesto è marginale. Non interessa a nessuno anche perchè quei quattro pezzenti dei dipendenti cosa possono pretendere di più dopo aver avuto ( a tempo) il sussidio ( che brutta parola per che ha una dignità e lo sguardo alto e fiero ) cosa dovevano pretendere di più? Un invito a cena?. Per tanti anni gli è stato pagato uno stipendio, che cacchio! Con quello hanno conosciuto il benessere, persino si sono potuti permettere di fare dei figli. ( certo nessuno di loro si potra permettere di mandarli alla bocconi o in altri prestigiosi istituti e magari lasciarli li 30 anni ad imparare come si apre un libro e altri 30 per imparare a chiuderlo, per poi richiamarli, ……maturi ed istruiti, al timone delle aziende di famiglia dove continueranno l’epopea dell’incompetenza.
Ho seguito con attenzione tutti i post e i vari personaggi che hanno voluto esprimere il loro parere sullo spazio messo a disposizione da GDOnews. Ho letto a fondo tutte le impressioni, le certezze, le incertezze, le accuse, le colpe, le omissioni la forte rabbia. In tutti i post c’è una verità, palese o nascosta. Questo post stesso riporta in fondo le stesse cose già dette da altri ma vuole sottolineare un qualcosa in più: la spregiudicatezza che un manipolo di personaggi ha usato per perseguere pervicacemente il fine di portare un’azienda alla liquidazione. La spregiudicatezza di non voler valutare nessun tipo di ancora di salvataggio. La spregiudicatezza di operare per qualcosa di giuridicamente illeggittimo e moralmente inacettabile. La spregiudicatezza di considerarsi impuniti sempre e per sempre. Alla spregiudicatezza si aggiunge il tradimento. Il tradimento di un’idea. Il tradimento verso il mercato. Il tradimento verso i fornitori ( che fino alla fine hanno tenuto aperte le porte delle proprie aziende, in primis i fornitori del posto). Il tradimento verso il collega ( socio verso socio, dipendente verso dipendente). Il tradimento verso il principio/ dovere di chi fa impresa: costruire con tenacia, amministrare con saggezza. Il tradimento di chi, misero furbetto non ha mai letto una riga o ascoltato un pensiero di valore di chi costruendo un impero ebbe a dire: HAI FATTO QUALCOSA DI IMPORTANTE SOLO QUANDO CIO’ CHE TU HAI FATTO SOPRAVVIVERA’ ALLA TUA STESSA ESISTENZA E SI TRAMANDERA’ AD ALTRI.
PS: un post afferma che consiglio di amministrazione e collegio sindacale non sono mai cambiati nel corso di tutta la vita del cedi: tutto vero basta effettuare delle visure societarie che confermano ciò. Ma lo scandalo non è questo; lo scandalo è che le tante richieste di chiarimenti non hanno mai trovato in quei soggetti una benchè minima risposta. Non sono forse coloro che potrebbero dare qualche conferma o smentita ai numerosi rumors che “ ammorbano” il mondo calabrese?
I COLONNELLI DEL CEDI HANNO TUONATO: DI QUESTA VICENDA NON SI DEVE PIU’ PARLARE. L’ORDINE, PARTITO DALL’ALTO E’ STATO RECAPITATO A TUTTI QUELLI CHE FINO AD OGGI NON SI SONO ANCORA RASSEGNATI AL SILENZIO E ….ALL’IMPUNITA’ DEI RESPONSABILI. DA OGGI IN POI NON SI TOLLERERANNO PIU’ ILLAZIONI. CHIUNQUE SARA’ PASSIBILE DI QUERELA……………
UNIFORMATEVI TUTTI A TALE ORDINE.
Oggi vorrei dedicare qualche riga ( che per alcuni diventa anche consiglio) a una rflessione nata dall’osservazione di alcuni segnali esterni che penso di avere bene percepito.
Tali segnali sono in fondo un ” senso di fastidio” che i miei post, recenti e passati ( ma aggiungo anche futuri) stanno arrecando ( e recheranno ma non è colpa mia, ricercate la nascita in fondo alla vostra coscienza….) ad alcuni personaggi che in modo diretto o indiretto hanno a che fare con questa vicenda.
Ebbene, se qualcuno ha delle osservazioni da fare o dei pensieri da esporre, lo può liberamente fare con il sottoscritto in persona ( tanto sappiamo bene che ” volendo” mi si può benissimo cercare), oppure ci si può confrontare su questo sito. Sono certo che ne verrebbe fuori un bel dibattito con delle allettanti prospettive…………
Termino con una semplice riflessione che è anche un consiglio: nella cultura degli indiani il concetto di vita come bene proprio non è mai esistito. Tutto stava in mano a madre terra. Da questo sacrosanto principio, traevano ogni giorno la forza per affrontare il vivere quotidiano fatto di incognita. Cavallo Pazzo, uscendo dalla sua tenda guardava il cielo all’alba e pronunciava sempre la stessa frase: “oggi è un buon giorno per morire”. Non un monito, non un auspicio, solo e semplicemnete una filosofia di vita.
A buon intenditore……………
PS: nessuno confonda il silenzio con la calma. Meno che meno chi evita accuratamente di toccare l’argomento….ma con il consueto proprio modo di fare marchia il ” territorio suo e del suo branco” lasciandomi e lanciandomi segnali ” inequivocabili”.
ATTENZIONE: xGolum/fratello di Golum/Raul:
Avete sempre detto IL VERO ma poi, effettivamente in pubblico siete solo stati capaci di TACERE : chi scrive e pensa dovrebbe impugnare determinate posizioni, NON PUO’ (a seconda di come soffia il vento) MODIFICARE I PROPRI PENSIERI.
Non mi risulta che, ad oggi, “TU” ex dipendente “informato dei fatti” abbia fatto qualcosa se non “leggero rumore verbale”. Le azioni le conosci o sai solo parlare???Perchè non porti le tue prove a chi di dovere?Hai paura anche tu?FORSE ANCHE TU ALLORA SEI VITTIMA E COMPLICE DEL SISTEMA.
Bravo solo a parlare..parlare..parlare..e poi?Ti perdi in un bicchiere d’acqua?Tutto ciò puzza di VOLER FAR FARE AD ALTRI quello che non sei capace di fare tu…so chi sei, lo sanno tutti!Ormai è tardi, dopo un anno di PREDICHE che vuoi fare?Ricominciare tutto da capo con un concordato liquidatorio approvato?MA VAAAAAAAAAA….fai più figura a tacere..continuare così serve solo a UMILIARTI maggiormente. Se, diversamente, vuoi CONCRETIZZARE il FUMO che ti esce ..allora AGISCI PER BENE CON I FATTI e non con le parole che lasciano il tempo che trovano.
Uno in cigs che ti conosce
PER FALSO ex cigs: quelli della tua categoria( intendo professionale) …non sono iscritti alla cigs, fanno parte di un altro mondo che non è quello dei lavoratori. Le azioni penali, non si prescrivono, pertanto, tempo al tempo. Siccome mi conosci ( e secondo me mi vivi anche a….fianco) chiamami e ti spiego la strategia, potresti….dare una mano. Attendo tue che…non verranno.
PS: puoi evitare di giocare la carta della provocazione, non attacca. Gatto o topo? a te la risposta.
Bingo!
PS: cigs,visto che nomini anche me, il tuo ATTENZIONE lo devo intendere minaccia o affiancamento? Ricordati che….due non è la somma di uno + uno ma……il contrario di uno!
PS: cigs, perchè inizi a parlare al plurale e poi continui e termini al singolare? Sarà stato un momento di sbandamento…. a volte quando si perde la calma succede. L’ultima volta che ….ci siamo visti, non avevi proprio una faccia tranquillla. Rilassati.
XRaul
Parlo al singolare perchè credo che dietro te,Golem e Fratello di Golem ci sia sempre la stessa figura che “parla tanto per fare rumore” ma che, in fin dei conti, è innocua!
Perchè non cominci a denunciare piuttosto che prender tempo?Forse perchè mangi nello stesso piatto in cui sputi?
Io sono calmissimo e tu?Sempre agitato..
A te o Voi ulteriori riflessioni.
CIGS solo una semplice riflessione: strano che pensi, di solito ti veniva detto come e cosa pensare. L’autonomia di pensiero non è mai stato il tuo forte. Indovinello: perchè la vite ha bisogno del palo?. Baci.
Cari colleghi,
scusatemi per l’intromissione in questo vostro scambio verbale.Premetto che il senso del mio intervento non mira nè a giudicare il vostro operato, nè a darvi consigli. Mi limito ad una constatazione in qualità di ” spettatore ” di un dibattito che inizia, a mio avviso, ad allontanarsi dallo spirito che la rivista del Dott. Meneghini vuole incarnare. Fino a qualche post addietro, le critiche ma anche le accuse che veniva mosse nella dipartita del nostro Cedi, sono state espresse e qualche volta controbattute, con grande senso critico, da più soggetti. Segno che molti avevano molte cose da dire sulla vicenda. Adesso, mi pare di capire che il dibattito sia isolato a tre/quattro persone, o credendo alle parale di CIGS, a due. Ora fermo restando che a me poco interessa se Raul, Golem e fratello di Golem…e chi più ne ha ne metta, sia la stessa persona, lo spirito che tiene in vita un forum non è certo quello di capire chi ci sta dietro un nickname. Questa è una tribuna nella quale grazie all’anonimato, di Pasquiniana memoria, ognuno può dire la propria opinione, anche aspramente critica, su fatti, personaggi e accadimenti. Evitiamo quindi la classica “guerra dei poveri”, che porta solo vantaggi a chi ha tutto l’interesse a sobillarla e, visto che vi conoscete, incontratevi o telefonatevi, insomma unitevi se il vostro è uno scopo comune. Un saluto a tutti i colleghi
Tito Marrari
Cari amici, l’invito del Dott. Marrari mi sembra, oltre che autorevole, pieno di buon senso. Anche noi abbiamo trovato la discussione molto stimolante e pienamente rispondente allo spirito della rivista, almeno fino a poco tempo fa. Chiunque non conoscesse a fondo i fatti ha sicuramente potuto farsi un’idea piú chiara e ben piú approfondita di quello che si è potuto leggere sui giornali. Vi chiedo quindi di continuare con quello spirito iniziale e di rinunciare ai messaggi criptati che vi mandate ultimamente, che rischiano di banalizzare l’ottimo livello del dibattito che si è creato.
cigs, paragonarmi a Raul è per me un grande onore, non mi stai mica offendendo.Tu hai le tue convinzioni ( !) io le mie,. Mio Fratello Golem ti ha fatto una domanda: gatto o topo?
Raul,noto che,come al solito, piuttosto che rispondere, cambi argomento o attacchi per difenderti.Ma perchè non smetti di criticare e fai meno l’ipocrita?Ti ripeto, non è vero che sputi nel piatto in cui mangi? A mio sapere stai lavorando con chi ha messo per strada i 95 dipendenti Sisa e anche se sei ancora in cigs non è di certo perchè non stai lavorando..giochi con due mazzi di carte?
X Raul
Dimenticavo..
..Penso (e si caro simpaticone anche io penso) che sia inutile manifestarti ulteriori mie considerazioni, spero solo che, dopo un anno, tu possa realmente e finalmente AGIRE per il bene di tutti. Se davvero credi in quello che scrivi dimostracelo con i fatti!
A presto
Cigs, ma quanti indizi ti devo ancora dare affinché tu capisca che io dubbi non ho……. Se ci metti tutto questo tempo, costruiranno prima il ponte sullo……stretto.ARIBACI
….faresti prima a definirti UNA CIGS. Baci bella (!)
…Cara Cigs,dimenticavo, se vuoi ti posso dettagliare minuziosamente il menù del piatto dove ti sei nutrita x molto tempo.
Dottor Marrari, che bell’assist mi ha fornito……. Per adesso vado a cenare, poi con calma………. fornisco i miei….assist. PS: buono il consiglio di incontrarsi o….telefonarsi. Le devo confessare che proprio oggi IO l’ho fatto ma…..cigs era impegnatA.
Buonasera Dott. Foroni, raccolgo immediatamente il suo invito, scusandomi per essermi lasciato trascinare ( mea culpa) e dimenticando di essere ospite della Vs rivista che, in modo libero e civile ci ha ospitato e continua ad ospitarci. Ritroverà di sicuro altri miei interventi improntati alla finalità che ha questo spazio: scambiare ed esprimere opinioni ( che possono in qualche modo interessare i visitatori del sito).
Buon lavoro a Lei e all’intera equipe di gdo.
X Raul: …sono ahimè un tuo collega esasperato che come dice saggiamente Marrari, purtroppo, sta ANCORA soffrendo per qst situazione, te lo assicuro.
X tutti: sono d’accordo che sia inutile fare una “guerra tra poveri”. Spero che si possa fare luce sulla vicenda SISA CALABRIA e che qualcuno possa darci un futuro sereno al più presto. Non mi spiego, dopo un anno, tale abbandono.
Anche io raccolgo l’invito del Dott.Fioroni e MI SCUSO per lo sfogo ma mi fa rabbia che alle parole di Raul non seguano fatti concreti.
Buon Lavoro a Lei e al suo staff
Visto che cigs vuole contribuire fattivamente al dialogo su questo forum, mi permetto solo un attimo di dialogo personale: Raul non può essere l’angelo vendicatore di tutti quelli che non hanno mai voluto entrarci in questa ” sporca storia”. Quello che Raul vuole o intende fare, non farà comunque ritornare nessuno al proprio posto di lavoro. Quello lo si è perso definitivamente.LA ricerca della verità, è comunque una scelta di lotta personale. Qualora tu possa o voglia conoscere od aggiungere qualcosa, forse è più corretto farlo fuori da questo spazio. Sai il mio numero contattami e sarò contento( veramente ) di confrontarmi. Chiuso dialogo a due. Sul contenuto del tuo post, in modo oggettivo lo considero un grido di rabbia come quello di tutti. L’abbandono c’è stato già dal 14/15 febbraio 2010, pochi giorni prima dell’ufficializzazione della cassa integrazione, in una riunione farsa con la presenza dei sindacati. Nessuno dei personaggi che gravitavano intorno al cedi oggi possono/vogliono dare una mano o garantire un minimo di tranquillità a nessuno degli ex dipendenti cedi.Ripeto: personalmente non ho vendette da consumare con nessuno, ricerco solamente la/le verità ( e si perchè questa ha mille facce a seconda da dove la senti raccontare) e perchè no arrivare a delle responsabilità , qualora ce ne fossero, da parte di chi doveva e poteva e non ha voluto o potuto. Scusami ma ho capito che agire da solo quantomeno ha un vantaggio: quello di non essere ” imbavagliato” e di non dare vantaggi a nessuno. La tattica dell’indiano solitario a volte funziona a volte crea una enorme fatica. Colgo l’occasione e lancio un appello: quanti sono disposti, in modo oggettivo, a contribuire alla ricerca della verità? Spero di essere smentito ma credo che forse solo tu, CIGS, con la tua testardaggine risponderai all’appello. Auguro a tutti una serena riflessione e nei tutti includo anche i ” vertici del mondo cedi”, che non hanno pensato ai risvolti umani e sociali del loro gesto.
Per solidarietà con i lavoratori della GDM, riporto all’attenzione di tutti quanti l’articolo comparso alcuni giorni addietro su STRILL.IT che puntualmente riporta il comportamento vergognoso dei sindacati che hanno ancora una volta, come nel caso del sisa calabria, dimostrato tutta la loro incapacita’. VERGOGNATEVI.
”Filcams Cgil, Fisacat, UitUcs e Ugl ribadiscono la loro linea coerente e lontana dalla demagogia, senza intraprendere alcuna azione “forte” proprio per evitare ricadute negative sui livelli occupazionali’. Questa era la posizione ufficiale dei sindacati sulla crisi Gdm. Ma dai due tavoli in Prefettura (26 marzo e 1 aprile) la superficie delle acque non si è nemmeno più increspata.
Si era detto, a margine delle due riunioni interistituzionali, che le trattative sarebbero state avviate e i sistemi sarebbero stati messi in moto, per garantire che gli oltre 2 mila dipendenti che, di fatto, gravitano intorno alla catena, non restassero in mezzo a una strada. L’assessore regionale alle attività produttive Antonio Caridi però, nel corso del ‘’question time’’ sulla crisi di ieri sera in consiglio, ha dovuto sottolineare l’impossibilita dell’utilizzo del Fondo per le grandi imprese in difficoltà, una sorta di salvagente per i lavoratori investiti dalla repentina e inaspettata crisi del colosso della distribuzione.
Tutto ciò perchè la Gdm ha già dichiarato lo stato di liquidazione e avviato la richiesta di concordato preventivo. In parole povere, il danno è fatto.
Questo è quello che, in estrema sintesi, è accaduto. Sostanzialmente, nel proprio titanico sforzo per evitare la demagogia e le scenate, nel valutare, fare ipotesi smontandole e rimontandole per poi portarle dal meccanico (come diceva Rocco Barbaro), i sindacati, strenui difensori dei lavoratori, hanno lasciato che la vertenza entrasse in stato di coma irreversibile, senza attivarsi nemmeno per garantire il salvagente dei finanziamenti regionali ai propri lavoratori.
E si parla sempre di misure ”ex post” per la crisi di un’azienda che, in termini occupazionali, può essere considerata una sorta di ”Fiat del Sud”.
Che i sindacati potessero accorgersi che già da un mesetto prima che fosse dichiarato lo stato di crisi, entrando in un supermarket della catena, si notava la carenza di barattoli sugli scaffali, è uno scenario talmente fantascientifico da superare i sogni dei più perversi fan di ”Guerre Stellari”.
Che gli addetti alla protezione dei lavoratori potessero vegliare sul posto di lavoro degli stessi è, addirittura, nel campo della pura speculazione metafisica.
Insomma, non solo non si è saputo prevenire, ma nemmeno curare. Con buona pace del signor Mentadent.
Tirando mestamente le somme di questo racconto dell’assurdo, possiamo stabilire un assunto scientifico, ossimorico ma nondimeno certo: a Reggio Calabria, i sindacati si danno all’immobilismo totale (da far invidia ai Bronzi) quando ci sono di mezzo i lavoratori, lavorano alacremente e senza posa, invece, quando ci sono di mezzo i Bronzi.”
Finalmente dal mondo sisa un atto di semi coerenza: l’ultimo numero di sisa panorama ( http://www.sisaspa.com/sisapanorama.htm) la parte dedicata all’elenco degli imprenditori facenti parte del mondo sisa, è stata ripulita dei nominativi calabresi. Finalmente anche i morti potranno riposare in pace, avendo avuto il giusto riconoscimento di un diritto naturale fino ad oggi negato. Allo spazio riservato alla calabria compaiono solo due nominativi: ex soci sisa che oggi ( ma già ieri) sono affiliati del cedi sicilia. Uno dei due continua a comparire come consigliere di amministrazione di sisa nazionale. Scusate la mia grassa ignoranza: ma in qualità di cosa ricopre quel compito? —
Chi andrà a visitare sisa panorama, si legga pure l’articolo sulla convention 2011. L’apertura dell’articolo celebra l’unitarietà e la crescita della famiglia sisa ( forse si contano pure le anime dei morti). Per dare sostanza all’affermazione di unitarietà sisa centro nord va in crociera da sola; sisa centro sud e sicilia vanno a Pizzo( in altro periodo) la sardegna……missing.
Mi permetto di suggerire il tema del meeting : CHI L’HA VISTO.
Buonasera Tito, buonasera a tutti quelli che si troveranno a leggere.
Vado subito al sodo senza perdermi in preamboli. E’ più di un anno che qualcosa di tragico è successo. Parlo di tragico in quanto tutto quanto accaduto prima e dopo ha del tragico, almeno per esperienza personale. Se dovessi dare un titolo all’evento non avrei il minimo dubbio: “ Poi un brutto giorno ci interruppero il cammino…..”
Quello che è accaduto è una storia brutta e tragica. Una di quelle che potrebbe sembrare una delle tante , una come le altre. Ma non lo è. Non ripercorro alcun evento temporale e non intendo qui, in questo spazio, tentare di dire la mia o peggio ancora cercare verità ; anche a trovarne non ne verrebbe alcuna giustizia. Ma ciò non significa che in tutto questo tempo non abbia potuto ragionare intorno ad una serie di circostanze, fatti e persone e da questi ragionamenti trarne anche dei giudizi personali che alla luce delle vicende a me note, sono poco edificanti e disegnano un profilo moralmente basso oltre che eticamente riprovevole per chi aveva l’obbligo di tentare il tutto per tutto prima di dichiararsi vinto e chiudere baracca e burattini Una breve premessa: in tutti i post si riporta qualche verità, ma non tutta. Anche in quello che potrò dire ci potrebbe essere qualche verità, ma anche qui non tutta. Tutto è opinabile e tutto può essere il contrario di tutto per il semplice fatto che ad oggi, almeno per quanto mi risulta, nessuno e dico nessuno di coloro che facevano parte del consiglio di amministrazione e dell’organo di controllo del collegio sindacale, ha mai dato alcun chiarimento a nessuno dei dipendenti cedi e neanche a tutti gli altri soci che facevano parte dell’intera compagine sociale. Tutti eclissati. Mi piacerebbe sentire la voce di qualcuno, ma la mia sarà una speranza vana. Chiusa premessa.
Tutto quello che vorrei dire, lo racchiudo in un concetto che ha come soggetto L’ UGUAGLIANZA ( di comportamenti, di etica e di morale). “ Senza uguaglianza (leggasi anche:senza uso del senso del dovere), la libertà ( leggasi anche gestione delle decisioni/potere) vale come garanzia di prepotenza dei forti, cioè come oppressione dei deboli ( leggasi anche: di coloro che affidano e confidano che la propria sicurezza (nel nostro caso professionale , lavorativa, reddituale), sia protetta, tutelata, garantita da chi ( forte) dovrebbe porsi a garante. Senza uguaglianza( uso del senso del dovere) la società ( azienda ) diventa gerarchia. Senza uguaglianza ( uso del:senso del dovere, senso dell’etica, senso della morale), i diritti cambiano natura: per coloro che stanno in alto, diventano privilegi ( non rispondere dei propri atti) e per quelli che stanno in basso, concessioni o peggio ancora carità. Senza uguaglianza ( uso del senso: del dovere, uso dell’etica e della morale) ciò che è giustizia per chi sta in alto, diventa ingiustizia per chi sta in basso. Tutti i dipendenti, noi,alla resa dei conti siamo stati MESSI in basso. Sacrificati.
Tutti noi dipendenti, dobbiamo fare autocritica e trovare la forza di dire che abbiamo commesso un errore che in un certo senso ( ma non abbiamo la controprova) si è rivelato un terribile boomerang: non abbiamo lottato. In quei tempestati giorni, mentre goffamente ,beffardamente e spudoratamente mentendo ci si diceva che si stava lavorando alla ristrutturazione dell’azienda, che si stava cercando una nuova catena, che la sede Sisa si stava operando per un intervento diretto ( abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto, vero Tito?), noi siamo stati “ amorevolmente accanto alla nostra azienda”. Silenziosi e preoccupati della guarigione della “ nostra azienda”. In quei giorni abbiamo ragionato, agito premettendo sempre quel possessivo: NOSTRA. Per troppo amore ( forse anche per paura) abbiamo delegato il nostro destino ai sentimenti. Avremmo dovuto agire spinti da ciò che urlando, ci saliva dallo stomaco: RABBIA. Avremmo dovuto metterci di traverso ,fisicamente opporci, non lasciarespazio per operare sottotraccia nel silenzio nostro e di chi poteva dare voce alla nostra rabbia. Solo URLANDO la nostra rabbia, solo agendo in prima persona, avremmo potuto ottenere quantomeno di mettere paura/riflessione a chi ci stava buttando, come uno sporco cencio, su una strada e forse aprire un tavolo di SCONTRO ( non c’era più tempo per incontrarsi, mediare, ma lo capimmo tardi) dove far sedere ( trascinare a forza se necessario, e necessario lo era) oltre che i vertici del cedi, anche altre autorità che potevano( dovevano) essere messe al corrente di quanto si stava compiendo. Fino alla fine, intorpiditi, anestetizzati dal quel possessivo NOSTRA, sopportammo le fughe, le assenze, i silenzi ( troppi) le vigliaccate ( tante), le bugie ( troppe). Sopportammo persino ( e tu eri presente) l’accusa lanciata da uno dei tanti SATRAPI ( eravamo ancora nella prima metà di gennaio) quando pochi di noi, entrati nella stanzetta delle riunioni, provammo a chiedere perché non fare ricorso alla cassa integrazione per parte del personale, visto che si lavorava poco e non ci spiegavamo perché se l’azienda era in crisi, si pagavano stipendi che potevano essere “ ammortizzati” in parte dalla cassa integrazione e non appesantire una situazione già pesante. Ci sentimmo rispondere dal SATRAPO : “ se oggi l’industria ci guarda con sospetto o peggio ancora ci ha bloccati, la colpa è di voi dipendenti che diffondete in giro notizie di una situazione di crisi che c’è solo nella vostra testa”. Io sono un viscerale sanguigno, più magma che pietra e quelle parole, quell’espressione la rivivo tutti i giorni per molte volte al giorno. Non vi è momento di solitudine che non sia accompagnato da quegl’attimi dentro i quali furono rversate quelle accuse a noi dipendenti.
La storia viene decisa da momenti, la nostra fu decisa in quel momento. Quella fu l’ennesima, l’eterna menzogna di cui si veste il potere per agire, occultare e sopprimere. Quello fu il momento in cui il potere mentì per continuare ad essere potere, per poter agire come potere, per esprimersi come potere , scomparendo da quel luogo per ricomparire più forte e più spudorato da altra parte, pronto a sopprimenre ancora una volta chi con ignara fiducia si accosta allo stesso, agli stessi.
Quel momento per ogni parte in causa rappresentò il punto di non ritorno. Un trauma, un atto di coraggio, un atto di viltà, un tradimento, una sfida, una catarsi. Ho la presunzione che deriva dal libero pensare e come tale ( presuntuoso) posso immaginare e descrivere come alcuni abbiano vissuto quei momenti. Per qualcuno, in modo freddo e razionale, ma anche
spiccio e utilitaristico, fu ne più ne meno come giocarsi una mano a poker. Poco importa il valore della posta ( della mano a poker) molto interessa portare a casa il risultato. Uno a zero e tutti a casa; per qualcun altro fu come oltrepassare il limite del peccato per poi provare a ricomporlo ( quel limite infranto )con il pentimento e le preghiere quotidiane, consapevole e certo del dio misericordioso che aiuta ( solo) chi si pente, perché ha più valore il peccatore che si pente di chi non ha mai peccato; per qualcun altro ancora un’occasione per mettere(si) alla prova le proprie capacità di elaborare una strategia vincente per uscire dal buco nero nel quale ci si era infilato mentre occupato a fare il gioco dell’oca ometteva e non vigilava come deontologia comanda, ma sfida e godimento ancora più grande poteva essere ( è stata? ) quella di poterla condividere magari pubblicandola su qualche foglio per addetti ai lavori e narcisisticamente esplodere nel delirio/orgasmo di autocelebrarsi BRAVO; per qualcun altro ancora occasione per un
momento di donchisciottesca e dotta discussione ( solitaria) da esporre con eloquente pedanteria ad un qualunque sancho panza che non prova alcun interesse per ciò che sente in quel momento ma costretto per senso di rispetto, magari in una domenica di sole nella piazza del proprio paese, ad ascoltare solo per…essersi trovato a passare da li, vittima inconscia del convincimento altrui di apparire sempre e comunque “ interessante”.
Dentro ogni essere umano alberga quel qualcosa che qualcuno descrisse e descrive come “ ANIMA”. A me piace definirla in modo molto più esteso: il bene e il male, la miseria e la nobiltà ( di animo si intende), il valore e la codardia, il vivere seguendo il principio dell’essere o seguendo il principio dell’avere, l’egoismo e l’altruismo, l’amore per la libertà propria e altrui, la condivisione della condizione umana di ogni essere.
Kant ammoniva ( se stesso e gli altri): il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me. Questa è la sintesi di tutto. Chiunque, volendo può tralasciare la lettura del mio sopra riportato pensiero ma non tralasci di leggere e riflettere su quest’ultimo pensiero. Poi, ognuno ne faccia l’uso che la proprio etica gli indica ed e capace di sostenere.
Il passare del tempo fa e farà in modo che tutto, modificandosi, si confonda. Forse tutti penseranno ad una leggenda, forse tutti ( o quasi) confonderanno e dimenticheranno gli eventi che stiamo raccontando. Io non dimentico!
Antonio Quadrilatero
Caro Antonio,abbiamo avuto spesso modo di confrontarci sulla prematura fine di Sisa Calabria. Tu sai anche, come d’altronde sanno i nostri colleghi, come io la penso. Credo che ognuno di noi abbia vissuto, e viva tutt’ora, con profondo dolore tale condizione. Poi, ognuno interpreta il dolore in molti modi diversi, in virtù del fatto che, il proprio carattere ne modifica conseguentemente il modo di esternarlo. Ma perdere il proprio posto di lavoro, la fonte di sostentamento della propria famiglia, confrontarsi con la precarietà del domani nella consapevolezza che a quarata o a cinquant’anni le possibilità di trovare lavoro si avvicinano molto allo zero, credo sia di una drammaticità indicibile e inimmaginabile se non la si prova sulla propria pelle. Io credo che la nostra condizione sia da paragonare a quella di chi, avendo perduto una persona cara, un genitore o un figlio, vive una prima fase in cui, un dolore viscerale ed insostenibile, quasi fisico, lo tormenti. E’ come se nella nostra mente, scattasse un meccanismo di autodifesa che ci lasciasse concentrati su quel dolore insopportabile, senza permetterci di pensare ad altro. E non sappiamo che il peggio deve ancora avvenire! E il peggio arriva quando, con il passare del tempo, realizzi sempre più che quella persona non è più accanto a te, che non potrai più sorridere e scherzare insieme a lei, che non potrai più condividerne gioie e dolori, insomma, quando realizzi che l’hai irrimediabilmente perduta! Ecco noi, a poco più di un anno dalla drammatica e dolorosissima perdita del posto di lavoro, stiamo putroppo cominciando a realizzare che, almeno quel tipo di lavoro, lo abbiamo irrimediabilmente perduto. Un abbraccio e tanta serenità.
Tito Marrari
Ciao Tito, ti devo confessare che, ritornando oggi su questo spazio, vengo meno ad una promessa fatta a me stesso nel momento in cui ebbi a scrivere il mio pensiero. In quel momento avevo due certezze: la prima era quella che non sarei ritornato su questo argomento ( limitatamente a questo spazio, su altri campi continuerò nella mia ricerca anche se questo mi costa …la serenità, prezzo che ho messo in preventivo perchè chi domani casomai decida di darmi risposte, mi trovera più inferocito che mai. L’altra certezza era e rimane che mai nessuno di chi ha fatto parte di quel mondo ( poco importa il ruolo) dichiarerà il suo pensiero su questo spazio. Tu mi conosci e sai che del pragmatismo ho fatto un percorso di vita. Confermo quindi, pienamente il tuo pensiero sul ” rendersi conto” di quanto la nostra vita sia stata sconvolta da quell’evento. Pragmatico per come sono, quel trauma io lo avevo già avvertito, in tutta la sua drammaticità, già lo stesso mese che ci mandarono a casa.Come vedi, non perdo tempo e come sai questo mio non perdere tempo, ha generato delle immediate reazioni che non sempre ( mai) hanno avuto ascolto. Sembravo il pazzo visionario che vedeva quello che non c’era e che non accettava quello che ” era un evento NORMALE”. Qualche giorno addietro, ho sentito un collega e tra un discorso e l’altro, l’ho sentito realizzare pienamente il dramma. Dopo più di un anno, finalmente esplodeva la sua rabbia. Aveva ” REALIZZATO”.
Dopo aver chiuso la telefonata, ho deciso di ritornare su questo spazio per riportare questo ” frammento di rabbia”. Quanti altri ” frammenti” non avranno il coraggio di far sentire la propria voce?. Paura? Con pragmatismo dico: chi ha paura di perdere qualcosa( !) taccia. Io ho perso tutto, per cui la mia partita me la gioco senza avere nulla più da perdere. Ribadisco ancora una volta il concetto: qualcosa o qualcuno ha portato sofferenza dentro la mia famiglia e questo non lo posso dimenticare.MAI!
Domenica 05 giugno 2011 sulla Gazzetta del Sud vienee riportato il seguente articolo riguardante la vicenda concordato fincedi. Come fatto altre volte, lo riporto integralmente solo per spirito di cronaca. Le romanzate che ogni tanto appaiono sui giornali, mi danno il voltastomaco.
Mi domando: ma ancora crediato o vagliamo far credere che esistono le fate, QUANDO SI RIPORTA CHE: A CAUSA DI UNA REPENTINA CRISI ……. ECC.ECC. Repentina dal …2007?.
Buona lettura.
Vertenza Cedi-Sisa, i lavoratori attendono sei mesi
di “ossigeno”
san ferdinando Nei prossimi giorni gli oltre 90 dipendenti del Cedi Sisa Calabria,
azienda specializzata nel campo della logistica alimentare, situata a ridosso del
Porto di Gioia Tauro, sapranno se per altri sei mesi riceveranno le mensilità della
cassa integrazione che è terminata nel suo primo step lo scorso mese di maggio.
È stata, infatti, inviata una richiesta al Ministero del Lavoro e delle Politiche
sociali di proroga degli ammortizzatori sociali per altri 180 giorni in attesa che
l’azienda sia rimessa in piedi con nuovi investitori. Vivono, quindi, momenti di
attesa i tanti lavoratori che facevano parte di una delle più importanti realtà nel
settore alimentare di tutto il meridione di Italia, che dal febbraio del 2010, a
seguito di un tracollo finanziario repentino, sono stati posti in cig (la cui autorizzazione ministeriale è giunta peraltro
solo nell’ottobre scorso, ma con efficacia retroattiva a seguito di un iter turbolento dell’intera procedura
amministrativa).
Il Ministero dovrebbe concedere gli ulteriori sei mesi, anche perché l’azienda rimane appetibile per investimenti con un
sistema informatico e tecnologico di ultima generazione, adesso però completamente inutilizzato.
La procedura viene seguita anche dalla Cgil che ha seguito molti dei lavoratori nella vertenza. Il mega capannone è
già in vendita dallo scorso mese di marzo con un prezzo che si aggira intorno ai 16 milioni di euro, stimato a seguito
dell’apertura della procedura alternativa al fallimento del concordato preventivo omologata dal Tribunale di Palmisezione
fallimentare. Concordato preventivo che ha posto la società, adesso in fase di liquidazione, nella possibilità di
smobilizzare tutti i beni per ripianare i debiti, dopo l’accordo raggiunto con i creditori.
Non si sa come andrà a finire, visto che comunque l’autorizzazione è anche legata alle prospettive di un recupero
dell’attività.
Ecco che i lavoratori sperano in un interessamento di qualche investitore per far risollevare le sorti ad un’azienda
attualmente “morta”. Si ricorda anche che oltre alla vertenza per la cassa integrazione, pesano anche le richieste per
gli arretrati delle tredicesime mensilità e di alcune liquidazioni.
Le condizioni ci sono per garantire un nuovo futuro ad una grande azienda che fino a qualche anno addietro era
considerata una punta di diamante nell’anonimato dell’area industriale e che ora giace lì nel deserto.(a.n)
Signori, ci sono notizie della richiesta di proroga della cassa integrazione? Non interessa più a nessuno sapere se, come dice l’autore dell’articolo della gazzetta del sud, l’azienda PUNTA DI DIAMANTE dell’area industriale, riprenderà il suo percorso?
…..dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori. Cosi cantava il grande FABER.
…le voci tacciono, le coscienze altrettanto. Gli animi si sono anninetati, gli uomini scomparsi. Non è rimasto nulla, neanche più un sepolcro sul quale piangere e ricordare. Hanno vinto loro, irrimediabilmente. (PS: chi legge, o meglio che segue le tracce ( le mie) sa bene a cosa mi riferisco.)
In questa sporchissima storia, alla fine tanti ci hanno guadagnato ( monetariamente parlando) pochi ci hanno rimesso e quei pochi stanno zitti………………
Lancio una proposta sulla quale vi invito a riflettere: oramai siamo a ….bocce ferme, quanti pensano e sono disposti ad intraprendere un percorso legale di risarcimento danni per quanto provocato da sindaci ed amministratori del’ ex cedi sisa? Lasciate un vostro pensiero…………
Grande solidarietà a tutti i dipendenti. Immagino come ci si possa sentire. Vi assicuro che come fornitore non sto meglio di Voi. Questi delinquenti che incassano regolarmente dai punti vendita e non pagano i fornitori che sono lavoratori come Voi andrebbero almeno puniti e costretti a rimborsare con tutto quello che hanno,(lasciandogli solo da mangiare)dal momento che sono stati superstipendiati per fare solo danni.
Ma l’italia di oggi sembra tuteli solo gli imbroglioni.
Mi permetto di fare una precisazione al commento di Mariangela. Cosi tanto per togliere ogni illusione a chiunque. A consordato liquidatorio che sta andando avanti, i soldi fino ad oggi incassati, bastano a malapena a pagare le lucrose parcelle emesse da decine e decine di professionisti ( vogliamo chiamarli avvoltoi?) che si sono buttati in picchiata a spolpare la carcassa di quelo povero cedi. A voi fornitori, quanto hanno scritto che riceverete dal concordato? se non sbaglio, ci sta scritto che non meno del 35% del valore del credito vantato. Ebbene, mettetevi l’anima in pace ( e non lo dico traendone piacere) riceverete…..niente nel senso che ad oggi tra furti di merce veri o necessariamente inventati, strumentazione asportata senza alcuno sforzo dalla struttura, costi ( ?) extra sostenuti, parcelle, prebende e cauzioni, non rimane che qualche piccolo brandello da spartire tra tutti.
L’italia è proprio il paese di chi, nella vita, vuole fare l’imbroglione e il farabutto.Per tutti gli altri rimane solo una strada: mafioso( per vendicare i torti) o fesso……….
so ke anke standa ha kiuso e forse stanno vendendo a sidis …kissà se un giorno ci daranno il nostro tfr …
Miki, aspetti il tfr da sisa o da standa? Sono due cose diverse con due possibilità di averlo o non averlo, molto ma molto distanti.
A proposito di Sidis Calabria…
Che senso ha mantenere ancora questo marchio se da anni non fa più parte di Interdis?
Dopo due anni…. Questo silenzio mi fa paura… sembra che il ce.di. Sisa Calabria non fosse mai esistito.
Perché questo silenzio? Perché i dipendenti non si sono mai ribellati?
Dove sono andati a finire il Team Dirigenziale? E le impiegate in gonna? Ma soprattutto la magistratura ha fatto i suoi accertamenti per vedere se sia fallimento o bancarotta fraudolenta? I clienti del ce.di. come mai non hanno pagato il dovuto? Sono stati fatti decreti ingiuntivi a Febbraio 2010 o prima ?
Chissà se qualcuno è in grado di rispondermi…?
Grazie
Saluti
X FRANCO: se leggi attentamente i vari commenti riportati su questo articolo e sugli altri due ( il pasticciaccio del cedi sisa e lettera aperta del dott. Marrari) troverai molte risposte su cosa è successo. Una cosa è certa: il silenzio di oggi è figlio del buon lavoro di ” copertura/schermatura” fatto due anni fa dai bravi professionisti che hanno impacchettato il concordato, unitamente al lavoro ” esterno” di copertura. Ma non è ancora detta l’ultima parola, non tutto è ancora perso e la storiella a qualcuno potrebbe ancora interessare e chissà che un giorno come le belle favole i buoni vinvono e i cattivi vanno in galera……
Se tu hai quache nuova da aggiungere fallo, ma sappi fin da ohe tutto quello che dici, appena pubblicato, viene immediatamente PRESO IN VISIONE da chi vuole il silenzio.Sono come il GRANDE FRATELLO, vogliono tenersi aggiornati e ………..vorrebbero sapere cosa si muove attorno alla vicenda.
aspettiamo il trf dai signori sisa qualkuno ne sà qualkosa ? 7anni della nostra vita a lavorare come skiavi …
…….. diu provvidi o provvidutu, ca u poveru è imparatu. O ti posso rispondere anche che ; u saziu non cridi o mortu i fami.
Se vai a chiedere il tuo neanche ti rispondono, altezzosi e boriosi come sono. Oramai viaggiano con il bigliettino da visita con sopra ” cesellata” la parola TOP MANAGER, figurati se possono dare retta a degli sfigati che hanno perso pure il posto di lavoro, tanto sfigati sono.
Wikipedia Dice: La bancarotta è un tipico reato fallimentare. I connotati della bancarotta sono riconducibili nel complesso ad una attività di dissimulazione delle proprie disponibilità economiche reali, oppure ad una attività di destabilizzazione del proprio patrimonio, diretta a realizzare una insolvenza, anche apparente, nei confronti dei creditori.
La pena va da sei mesi a due anni di reclusione. La stessa pena si applica al fallito che nei tre anni antecedenti alla dichiarazione di fallimento ovvero dall’inizio dell’impresa, se questa ha avuto una minore durata, non ha tenuto i libri e le altre scritture contabili prescritti dalla legge, oppure li ha tenuti in maniera irregolare o incompleta.
La condanna importa la pena dell’inabilitazione all’esercizio dell’impresa e ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi altra impresa fino a 2 anni.
Grazie per l’erudizione. E del termine AZZECCAGARBUGLI, wiki.. che dice?