I rumors di questi giorni sono frequenti, la vendita degli Ipermercati da parte di Carrefour ha provocato diversi piccoli terremoti locali; giustamente i più spaventati sono le centinaia di dipendenti dei Centri Commerciali in vendita, la sorte della loro sopravvivenza economica la sentono appesa ad un filo. I problemi di licenziamento non esisterebbero se venissero rilevati da qualcuno, ma nel caso contrario, ovvero se nessuno fosse interessato all’acquisto la loro sorte sarebbe inesorabilmente quelle di iniziare una disperata ricerca di un nuovo lavoro. Ma il numero dei terremoti non si interrompe qui: che fine farà il mercato del Sud? Sino a ieri era, per la maggior parte, appannaggio di Auchan e di Carrefour oltre ad alcune realtà locali che esprimono il loro potenziale anche sul format Iper con la timida presenza Ipercoop in Puglia, ma Leclerc è ad oggi completamente assente. Ebbene, sembra proprio che il dado sia tratto, la volontà del gruppo francese, unico assieme ad Esselunga a performare con numeri positivi anche a mercato omogeneo, è quella di presidiare meglio lo stivale in attesa della rivoluzione che può essere determinata dalla liberalizzazione dei carburanti, vero anello mancante della politica di Leclerc che laddove, invero, già esiste fa intravedere come si comporterà entro breve. Ma non crediamo che siano tutti e undici gli Ipermercati Carrefour ad essere interessanti per Leclerc, la Calabria è una regione a sé: Auchan ha dovuto inventare l’affiliazione anche sul format Iper con il Gruppo AZ per poter entrare nel mercato, in Calabria l’interesse per i PdV Carrefour pare sia espresso dal Gruppo Despar, GAM.
Che fine fanno gli 11 Carrefour del Sud? Leclerc in pole position
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Leclerc in Italia è legato a CONAD.
Non può acquisire e aprire di sua iniziativa.
Conad è divisa territorialmente in aree con cooperative che si muovono in sinergia con il consorzio, con strategie condivise me pur sempre con una certa indipendenza e non di rado con scelte che portano tensioni a livello nazionale.
Pensare ad un acquisto di tutto il “pacchetto iper del sud ” da parte di cooperative che sono strutturate per essere espressioni di realtà locali e che sono controllate (o comunque dipendono anche) da “soci” imprenditori che hanno i supermercati (quindi gli iper sono anche “concorrenti”) è difficile, diverso se nessuno dei BIG è interessato e la cosa va avanti con uno “spezzatino”.
In caso di frammentazione della vendita qualche cooperativa più sensibile al canale iper e più decisionista magari salta fuori…
Avere sul mercato una decina di iper già “pronti”, rispetto alla lentezza della programmazione e all’energia organizzativa necessaria per delle nuove aperture, può smuovere anche imprenditori titubanti.
Resta il dubbio: per fare acquisti ci vogliono i soldi. Ci sono?
…solo per dare una ulteriore precisazione all’andamento dei fatturati; ci risulta che anche il gruppo C3 abbia un’ottima performance, il che dimostrerebbe non solo che il localismo premia, ma anche l’agilità dei distributori italiani, Esselunga in testa a tutti, hanno le caratteristiche per rimanere competitivi nonostante le cooperative ed i colossi francesi…
Sono un dipendente carrefour, ho sempre creduto in questa realtà, ad oggi purtoppo è risultato vano.
Il problema principale non è chi comprerà ma che fine faremo.
Di certo se non è una grande catena, “la fine” la potete immaginare tutti.
Poche parole per far capire il grande disagio e lo sconforto di tutti i dipendenti che ad oggi lavorano con una azienda ormai fantasma.
Per quanto riguarda le compravendite io la vedo così:
è un movimento laddove le voci circolano ormai da tempo, il 22 novembre ne abbiamo avuto conferma.
Se la vendita fosse presa in considerazione da grandi realtà di sicuro veniva a galla.
Ma visto che non se ne parla ancora e ci trattengono per altri mesi, penso che alla fine ne godranno “pesci piccoli” e locali indi mafiosi imprenditoroni e forse anche cinesi chissà.
Una volta acquisito prenderanno il più non posso tra fondi europei statali agevolozioni etc… dopo sfasceranno tutti ed gli unici che rimarranno senza niente e beffati saranno solo i lavoratori.
Ba, forse è una storia già vissuta ………..pensateci.
Il mondo CONAD è sicuramente diviso in cooperative ma nelle zone del sud l’unico operatore attivo è PAC2000, sarà davvero in grado di acquisire diverse e costose strutture sebbene in sinergia con il consorzio?
Le acquisizioni vanno a buon fine solo se si hanno davvero i soldi. Un mio vecchio amico saggio diceva sempre che alla fine dei giochi, chi vinceva negli scambi era sempre quello che aveva più figurine all’inizio.
Conad, nel sud, finoa 5 anni fa, aveva anche un’altra cooperativa (CEDI Puglia), la stessa che fece acquisti avventati (iper Standa) e poi fini con le indagini della Gdf per bancarotta.
Non credo che Conad rimarrebbe inerte davanti al rischio di un bis: o ci sono i soldi, con un piano di copertura finanziario e un serio progetto di sviluppo, o non si fa niente.
Io come il mio collega vivo questa situazione di , (scusate la parola) scojonamento totale da parte dei dipendendti (tutti).
Io mi trovo nella provincia di roma e ad oggi posso dire che sono stati venduti Monterotondo (aquisito non più di 5 anni fa da privato) e Cortina , chiuso il mercato di acilia .
Ne mancano ben altri 10 di mercatoi all’appello e ancora oggi ( e da mesi se ne parla ) non si sa quali siano i prossimi sventurati .
Questi dipendenti di quello che stava succedendo pensate un po’,sono stati avvisati dai trasportatori ,è veramente una cosa indegna giocare con le persone (padri,madri di famiglia )che hanno bisogno di lavorare e a sua volta di guadagnare .
Ciao trilli
In verità, in verità vi dico; anche se continuiamo a fare fatturato lì dove altri non riescono, lì dove continuiamo con spese inutili, vedi collaboratori esterni pagati oltre quello che meritano, noi perderemo oggi il posto di lavoro perchè ormai è già stato deciso da persone che non hanno problemi economici familiari come noi mortali, mentre chi fino ad oggi ha soltanto guadagnato………..
continuerà nella sua salita al successo economico incurante della vita di noi nullità.
perchè per loro noi siamo solo questo….. nullità che possiamo essere buttati nella spazzatura senza pensare che domani!!!!!!!!!!!
questa non è rabbia è solo il commento di un dipendente Carrefour che dopo 16 anni di duro lavoro per portare la società al successo oggi si ritrova in mezzo alla strada con le difficolta che apportano i suoi 46 anni di età
carrefour bari nord è l unico iper a non essersi trasformato in coop…è una vergogna ed una ingenuità lasciare marcire una così bella struttura (la prima) mentre un quartiere enorme e in continua espansione demografica..rimane a bocca asciutta..il san paolo è una grande risorsa ma qualcuno non se ne è accorto!!