Esselunga non è in vendita, anche se la cessione e la quotazione in borsa restano le due principali opzioni aperte per il futuro dell’azienda. “Esselunga non è in vendita”, ha detto a scanso di equivoci il presidente Bernardo Caprotti nella prima conferenza stampa della sua vita all’alba di 81 anni. Caprotti ha smentito così quanto apparso all’inizio della settimana sulla stampa, spiegando di aver mentito a un giornalista che nei giorni scorsi aveva citato una sua frase in cui dichiarava in vendita il gruppo della grande distribuzione. “Ho fatto una puttanata, chiedo scusa, ma non volevo che venisse anticipato il motivo per cui siamo qui, che è la presentazione del mio libro”. Per Geminello Alvi, che ne ha fatto la premessa, è “il più bel libro di economia mai letto, perchè racconta la vita dell’ultimo imprenditore ancora operoso che ha fatto il miracolo economico in Italia”. Con sorpresa di tutti la conferenza stampa inizia con un’affermazione “Mi sento offeso”, ha premesso Caprotti sorridendo di fronte alle grande curiosità dei giornalisti sul destino di Esselunga. “E’ stato scelto come presidente della Repubblica un mio coetaneo per un mandato di sette anni: a lui chiedete se morirà prima di natale o prima di Pasqua? Io mi diverto un mondo a far girare questa baracca, perchè mi volete far ritirare?”.”Comunque ci sono due modi per garantire la continuità della governance in azienda: la vendita e la borsa”, ha continuato precisando che per ora non è stato “fatto nessun passo nè in un senso nè nell’altro” .Sulla vendita “non si può dire no o sì, non è una questione di soldi ma di chi potrebbe comprarla”, ha spiegato. “Ci sono solo 3 o 4 gruppi in Italia e nel mondo che potrebbero prenderela e conservarne lo spirito. Gli altri sono dozzinali”. Per questo, “un passaggio di mano è molto, molto difficile”. Certamente non fanno parte della rosa dei pretendenti graditi l’americana Wal-Mart e l’inglese Tesco; la prima perchè è “l’antitesi di Esselunga”: “è un discount del Midwest; adesso è anche in difficoltà e sta cercando con fatica di alzare la clientela”, ha detto spiegando che la maggior parte della clientela è nera che “come non si può chiedere a un tedesco di ballare la samba, così non si può chiedere a un tedesco di fare il meccanico della Bmw”.Sull’ipotesi di una cessione a Tesco, ha risposto solo con un sintetico “assolutamente no”. Caprotti non si è espresso invece chiaramente su Rewe, che in Italia controlla Standa e oggi chiamata in causa dal quotidiano Handesblatt come possibile pretendente, anche se il tono era più verso la bocciatura che verso la promozione.
La prima conferenza stampa del Cav. Caprotti
Dott.ssa C. Grillo
Di formazione giornalistica, esperta in comunicazioni di massa.
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