Gli italiani sembrano riscoprire il piacere di fare la spesa nelle botteghe sotto casa: per il secondo mese consecutivo, a febbraio, le vendite al dettaglio delle imprese operanti su piccole superfici si prendono la rivincita e registrano un andamento sensibilmente più favorevole della grande distribuzione, tirata dagli hard discount. In flessione, invece, gli iper ed i supermercati.
La conferma viene dall’analisi dei dati Istat, che segnala per febbraio un aumento complessivo delle vendite al dettaglio dello 0,2% su gennaio e dello 0,4% sullo stesso mese dell’anno precedente. Le vendite al dettaglio nella grande distribuzione sono salite a febbraio, su base annua, dello 0,1% (-0,1% alimentari, +0,9% non alimentari), incremento inferiore al +0,5% registrato dalle imprese operanti su piccole superfici (+0,7% alimentari, +0,5% non alimentari). “E’ un caso raro”, affermano i tecnici dell’Istat, constatando come il fenomeno del sorpasso delle botteghe sulla grande distribuzione si sta evidenziando nei primi due mesi dell’anno. In gennaio, infatti, la situazione registrata era pressoché la stessa: le vendite della grande distribuzione erano calate dello 0,7%, a fronte del +0,6% del commercio tradizionale.
Complessivamente, nei primi due mesi dell’anno le vendite della grande distribuzione sono calate dello 0,3%, mentre quelle delle imprese operanti su piccole superfici hanno segnato un incremento dello 0,5%. Per quanto riguarda le diverse forme di vendita della grande distribuzione, l’Istat segnala in febbraio una flessione tendenziale delle vendite per gli ipermercati (-0,5%) e per i supermercati (-0,4%), mentre tirano gli altri specializzati (+3,1%) e gli hard discount (+2,3%). Con riferimento, infine, alla dimensione delle imprese, a febbraio il valore delle vendite ha registrato aumenti tendenziali dello 0,1% nelle piccole imprese, dello 0,7% nelle medie imprese e dello 0,3% nelle grandi imprese. Nel periodo gennaio-febbraio, il valore delle vendite ha segnato, rispetto allo stesso periodo del 2006, variazioni positive dello 0,7% nelle medie imprese, dello 0,1% nelle grandi imprese e una diminuzione dello 0,1% nelle piccole imprese.
Per forza: cosa ci vai a fare in un iper? Risparmi 5 euro su una spesa di 40 e ne spendi 3 di benzina e altri 10 in oggetti che non ti servivano ma erano “in offerta”. Se il trend continua sarà un bagno di sangue: ora, dopo il blocco delle assunzioni, iniziano già a non sostituire i dimissionari.
Il cane si morde la coda, i clienti troveranno sempre meno addetti, sempre meno qualità, sempre meno servizio, solo prezzo basso per merci che trovi OVUNQUE per un risparmio reale del 3/4% … è finita la pacchia.