Diamo adesso una lettura più ampia del rapporto Istat appena pubblicato per avere un quadro della situazione un pò più a largo respiro e per capire un in profondità quali sono le logiche che hanno spinto i consumatori al cauto ottimismo nei consumi. Nel terzo trimestre del 2006 il prodotto interno lordo corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,7% nei confronti del terzo trimestre del 2005. Isat precisa però che il terzo trimestre del 2006 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2005.
Quanto agli altri paesi industrializzati nel terzo trimestre del 2006, il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,7% nel Regno Unito, dello 0,6% in Germania, dello 0,5% in Giappone e negli Stati Uniti ed è rimasto stazionario in Francia. In termini tendenziali, si è registrata una crescita del 3,0% negli Stati Uniti, del 2,8% in Germania, del 2,7% in Giappone e nel Regno Unito e dell’1,8% in Francia. Nel complesso, i paesi dell’area Euro sono cresciuti dello 0,5% in termini congiunturali e del 2,7% in termini tendenziali.
Nell’ambito dei consumi finali, la spesa delle famiglie residenti è aumentata dello 0,6%, quella della pubblica amministrazione e delle istituzioni sociali private è diminuita dello 0,2%. La diminuzione degli investimenti è stata determinata da una contrazione dell’11,7% degli acquisti di mezzi di trasporto e dello 0,7% degli investimenti in macchine, attrezzature e prodotti vari, mentre gli investimenti in costruzioni hanno registrato un aumento congiunturale dello 0,2%.
In termini tendenziali, le esportazioni sono aumentate del 3,2% e le importazioni del 5,4%. La spesa delle famiglie residenti e quella della pubblica amministrazione sono cresciute rispettivamente dell’1,9% e dello 0,1%. La spesa delle famiglie sul territorio nazionale è cresciuta, in termini tendenziali, del 2,0%. Nel suo ambito, i consumi di beni semidurevoli risultano la componente più dinamica (più 8,9%), i consumi di servizi sono aumentati del 3,2%, gli acquisti di beni non durevoli sono diminuiti dell’1,0% e quelli di beni durevoli del 2,5%. Gli investimenti fissi lordi hanno segnato nel complesso un incremento dello 0,4%.