L’acquisizione di Auchan, vedendo oggi il fatturato e la sua distribuzione sui vari cluster di Conad, è stata tutt’altro che un acquisto di ipermercati improduttivi. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, Conad ha fortemente incrementato la sua quota di mercato nel segmento dei supermercati. Questo è ciò che emerge dallo studio sui fatturati dei singoli punti vendita di tutto l’universo Conad in Italia effettuato dall’Istituto Georetail Italia. Dopo sei mesi di attesa, infatti, il programma redazionale di GDONews arriva a parlare (e ne parlerà per qualche settimana) del leader di mercato, ovvero di Conad.
La domanda però che sorge spontanea ed è: «Leader sì ma con quale quota di mercato?, e poi ancora: quali quote di mercato detiene l’insegna leader nei diversi e variegati territori d’Italia?». Per rispondere a questo quesito dobbiamo fare una premessa: l’Italia, ormai lo sappiamo, quando si parla di distribuzione alimentare è costellata di società piccolissime, piccole, medie, grandi e grandissime. Ad ogni società corrispondono uno o più negozi, ma parliamo di migliaia di partite iva. In tale quadro, determinare la quota di mercato del leader con estrema precisione non è un esercizio facile per nessuno se si considerano oltre 2000 partite IVA che lo compongono di cui, peraltro, diverse società di persone (quindi che non depositano i loro bilanci).
NielsenIQ, nel 2021 (GNLC), ha attribuito al mondo Conad una quota pari a circa il 18.1% del totale e questa è una base solida che un ente decisamente autorevole ha dichiarato. L’altro punto di osservazione,o almeno uno di questi, è il citato Istituto GeoRetail Italia il quale analizza tutti i bilanci della GDO, dalla piccola società che gestisce il tipico market di paese ai grandi player come Esselunga. Ebbene, dal confronto dei risultati dei due Istituti, i dati non sono poi così distanti. Infatti, la somma dei fatturati desunti dai bilanci 2021 (gli ultimi disponibili) di tutti i pdv ad insegna Conad porta la quota di mercato del leader al 17.7% circa. In pratica, a separare le due fonti c’è un po’ più di uno 0.3% di differenza.
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Certo, si parte da due presupposti diversi perché NielsenIQ identifica la somma dei singoli prodotti dell’LCC che passano in cassa mentre l’Istituto GeoRetail Italia, come detto, parte dai ricavi complessivi di bilancio per poi “calarli” sui vari punti vendita, facendo sempre attenzione, laddove necessario, a separare il fatturato prodotto dai cedi da quello generato dai negozi. Comunque, nonostante i differenti punti di partenza, quello di arrivo è molto simile. Entriamo ora nel dettaglio dei dati
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