
In un settore alimentare in costante evoluzione, anche a causa di fattori come pandemia, crisi economica e inflazione, il consumatore finale è cambiato, ha modificato le sue abitudini, diversificando le modalità di acquisto e orientandole maggiormente verso qualità, trasparenza e l’esigenza di preparare piatti diversi in tempi ridotti. Un contesto nel quale Soul-K, società B2B nata nel 2016, si è imposta per la sua capacità di semplificare il lavoro dei tre principali canali del food-service, diventando leader di mercato nel mondo dei semilavorati con tre brand dedicati. Un modello, basato anche su sviluppo e aggiornamento continuo di tool gestionali digitali, che nell’ultimo round di finanziamenti ha permesso di raccogliere 6,3 milioni di euro per un’ulteriore crescita tecnologica e produttiva dell’azienda che coniuga la fornitura di alimenti al modello on demand.
“Negli ultimi anni – spiega Andrea Cova, fondatore e CEO di Soul-K, intervenuto nel podcast di GDO News – abbiamo ricevuto tantissime richieste dalla Grande Distribuzione perché doveva creare prodotti personalizzati ad alto valore aggiunto. Quanto accaduto nell’ultimo triennio ha completamente cambiato il consumatore, possiamo dire che sia stato fatto un salto in avanti di quasi dieci anni, perché non si è evoluto solo il prodotto ma anche le modalità di acquisto come le dinamiche legate al servizio. In un mercato sempre più affollato e spesso combattuto sul mondo delle commodity – aggiunge – il management della GDO, sfruttando anche la possibilità di poter competere con il mondo del delivery, si è rivolto a noi chiedendoci di portare l’esperienza e la qualità del ristorante nelle case delle persone, con l’obiettivo di riuscire a intercettare una fetta di mercato importante”. Le soluzioni studiate da Soul-K hanno quindi permesso alla GDO di offrire ricette di alta qualità controllata, pronte in pochi minuti e in grado di soddisfare diverse esigenze alimentari; necessità ormai comune in ogni famiglia.
Peculiarità della prima industria alimentare 4.0 ad aver applicato logiche e metodologie di produzione “lean” e “just in time” per soddisfare un requisito fondamentale come la sostenibilità economica. “Negli ultimi anni i margini di profitto si sono ridotti per tutti – sottolinea Cova – sia per la sempre crescente competitività del mercato che per gli aumenti dei costi generali, però è ancora possibile offrire un prodotto di grande qualità facendo margine. Oggi c’è una grande divisione del mercato, la crescita esponenziale dei covenience store conferma che il consumatore medio presta grande attenzione al prezzo ma non sappiamo quante persone mettono al primo posto il valore economico di ciò che stanno comprando e quante invece ritengono prioritarie qualità, convenienza ed etichettatura. Esiste probabilmente una differenza generazionale oltre che culturale e in futuro non si potrà fare a meno dell’elemento sostenibilità che oggi riguarda le giovani generazioni, più attente ai dettagli: vogliono conoscere la filiera e chiedono ancor più trasparenza rispetto a quella comunicata. Si tratta – osserva – di dinamiche complicate, perché le filiere sono complesse e, attualmente, ci sono difficoltà oggettive per fare un’etichettatura ancor più pulita”.
Secondo il CEO di Soul-K per coniugare tutti questi elementi e ottenere un margine di profitto è utile “guardare quello che stanno facendo i mercati più evoluti che scelgono di sfruttare la tecnologia per generare margine riducendo i costi. Un esempio può essere quello degli Amazon Go: supermercati che consentono di scegliere prodotti, comprarli e uscire direttamente senza passare dalla cassa, risparmiando così tempo e personale aumentando la propria competitività sui costi. In Giappone – conclude – viene testato da anni l’utilizzo delle piattaforme Rhid per il check-out, ovvero eliminare i costi con lo scopo di offrire un servizio innovativo, rapido ed efficiente, che possa impattare anche sullo scontrino del cliente”.
Così dunque con la cucina cloud professionale di Soul-K il cibo diventa servizio, personalizzabile a seconda delle proprie esigenze grazie a una squadra di cuochi, tecnici e ingegneri che collaborano con chef, catene di ristorazione e supermercati per produrre un equivalente di oltre 130mila pasti al mese.