domenica 6 Ottobre 2024

La dispensa di San Salvatore: “Il 2021 è stato un anno di grandi conferme. La filiera chiusa ci protegge dall’aumento dei prezzi”

Luoghi di produzione e intera filiera comodamente consultabili dall’etichetta tramite il proprio smartphone. È una delle novità che presenterà nei prossimi mesi per gli Yogurt e i Cremosi “La dispensa di San Salvatore”, azienda agricola nata nel 1988 e specializzata nella produzione e vendita delle eccellenze del Cilento, che certificherà così il proprio impegno verso la filiera chiusa, continuando nello stesso tempo a lavorare per il nuovo punto vendita. Un luogo che, una volta terminato, consentirà di fare uno step ulteriore nella valorizzazione dell’attività quotidiana svolta attualmente nella sede di Capaccio, meta ogni anno di centinaia di migliaia di clienti.

 

“Per quanto ci riguarda – spiega Antonello Ricco, direttore dell’azienda, a GDONews – il 2021 è stato un anno positivo, in particolare per la distribuzione di Yogurt e Cremosi, una linea lanciata nell’anno precedente caratterizzato dai momenti più difficili della pandemia. Proprio in quel periodo, per tutti complicatissimo, molte persone hanno sfruttato il maggior tempo a disposizione per dedicare più attenzioni a se stessi, cucinando pane e pizza, allestendo una piccola palestra in casa e magari gustando con più calma i nostri nuovi prodotti”.

 

 

Queste dinamiche impreviste hanno influito anche sul vostro andamento sul mercato estero?

Senza dubbio questa nuova tendenza ci ha dato una grossa mano a imporci subito, non solo sugli scaffali italiani ma anche su quelli internazionali. Sotto questo profilo il 2021 è stato un anno di grandi conferme: i mercati esteri, opportunamente stimolati, hanno risposto in modo importante e stanno continuando a farlo anche in questi primi mesi del 2022. Per noi è sicuramente una conferma che le strategie adottate sono state efficaci, anche se ovviamente non vogliamo fermarci qui e puntiamo a migliorare ancora.

Questa prima parte dell’anno invece è stata complicata da altri fattori, in primis il forte aumento dei prezzi delle materie prime. Quanto sta influendo questa situazione sulle negoziazioni con la Gdo?

Finora siamo stati premiati dalla scelta di puntare sulla filiera chiusa vista la scarsità di materie prime. Il fatto che il foraggio per gli animali sia prodotto direttamente nei terreni della nostra azienda, che il latte provenga dagli allevamenti bufalini di proprietà e che tutte le trasformazioni della materia prima siano condotte da noi, ci ha messo in una posizione privilegiata rispetto ad altri. Ovviamente anche noi abbiamo risentito di queste problematiche relative alla catena di approvvigionamento ma abbiamo avuto la possibilità di concentrare l’attenzione su un numero ristretto di materie prime.

Qual è invece l’impegno della Dispensa di San Salvatore sul tema della sostenibilità che garantisce ormai anche piena competitività sul mercato?

Per noi è un valore fondamentale. Molte aziende sostengono questo principio, ma poche possono certificarlo come noi. È sufficiente guardare agli sforzi fatti per produrre energia in modo sostenibile: tutta la nostra attività è alimentata da un impianto a biogas che consuma gli scarti degli allevamenti bufalini e quelli della produzione casearia. Questo ci consente di ottenere anche un credito energetico. A ciò si aggiungono poi gli impianti fotovoltaici di cui l’azienda si è dotata e quelli che sono attualmente in costruzione. Questo però è solamente un aspetto della nostra idea di sostenibilità. Per capire qual è l’approccio dell’azienda verso la riduzione dell’impatto ambientale è infatti sufficiente prendere in mano un vasetto di Yogurt o di Cremoso San Salvatore. Ci si renderà subito conto della scelta di materiali, come vetro e terracotta, che sono al contempo riciclabili o riutilizzabili. Molti clienti, entusiasti di questa scelta, condividono con noi le fotografie della seconda vita creativa data ai vasetti. In tal senso, anche la filiera chiusa e il chilometro zero testimoniano l’impegno verso l’ambiente. Chilometro zero significa, tra le altre cose, che le materie prime non devono essere trasportate per lunghi tragitti evitando così un impatto maggiore sull’aria. Tutti aspetti che all’interno di un bilancio ambientale non possono non essere tenuti in considerazione.

 

 

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