Nonostante le nostre 20 regioni siano la culla di oltre 600 vitigni autoctoni, anche in Italia negli ultimi anni si è assistito nel mondo dei vini ad un crescente affermarsi affermarsi dei vitigni internazionali (basti pensare ai Super Tuscan, vini toscani derivati da uve come cabernet sauvignon e merlot).
Oggi potremmo essere difronte all’inizio di un percorso inverso.
Alcune insegne stanno infatti riscoprendo e dando spazio ai Vitigni Autoctoni, le volte caduti in disuso.
In genere il termine autoctono o tradizionale viene utilizzato in contrapposizione agli internazionali. Nell’accezione comune, autoctoni sono considerati quei vitigni che da secoli sono allevati in un determinato territorio contribuendo a farne la storia. Pertanto, hanno un legame con quel territorio, nel quale raggiungono la migliore espressione. Si tratta di vitigni giunti in epoca remota, che si sono progressivamente acclimatati sviluppando caratteristiche varietali uniche, irripetibili, riconoscibili.
Scommette sulla riscoperta di questi vini Conad Tirreno, che sta proponendo sugli scaffali di alcuni punti vendita vini Toscani derivanti da Foglia Tonda e Pugnitello , uve tradizionalmente legate alla regione tanto quanto il Sangiovese, ma negli ultimi decenni abbandonate da molti vignaioli.
Se poi la proposta risulta anche bio, ovviamente il contatto con il territorio viene percepito in modo ancora maggiore dai consumatori.