Francesco Pugliese, AD di Conad, non è certo tenero col Governo in questo periodo. E, a nostro avviso, ha ragione da vendere. Qualche settimana fa aveva denunciato con forza il disastro che produrrà nella distribuzione (specialmente DO) e nella piccola media industria l’iniziativa geniale del Governo sul Reverse Charge. Ieri ha fatto sentire la sua voce su un tema che è tornato di attualità, della liberalizzazione dei farmaci di fascia C.
«Sorprenderebbe che Renzi e un Governo nato per il cambiamento e l’ammodernamento dell’Italia, lasci tutto come sta, in mano alle difese corporative di chi gode di rendite di posizione assolutamente obsolete. Le liberalizzazioni e la competizione nei mercati sono il dna di un Paese che vuole cambiare». Nella guerra delle farmacie, o meglio della possibilità di strappare alle farmacie private l’esclusiva della vendita dei farmaci C con ricetta (pagati dai cittadini, non dal Ssn) per concederli anche a parafarmacie e ai corner della Gdo, le grandi catene dei supermercati non ci stanno a fare la parte dei “mercanti di pillole” che non se ne curano della salute degli italiani. E chiedono a viva voce, come afferma l’ad di Conad, Francesco Pugliese, un ruolo assolutamente alla pari con le farmacie con la croce verde, quelle convenzionate col Ssn.
«Io comprendo che i farmaci con ricetta rimborsati dal Ssn restino in farmacia – chiarisce Pugliese –. Ma diciamolo chiaramente: dietro ogni nostro bancone c’è un farmacista così come nelle farmacie private, siamo sottoposti alle stesse regole di sicurezza e di qualità. Con pieno gradimento dei nostri clienti, che considerano i nostri punti di vendita alla pari delle farmacie tradizionali». Con 89 corner aperti che entro l’anno diventeranno un centinaio, 350 farmacisti assunti, sconti in media del 20%, afferma Pugliese, «abbiamo garantito 7 mln di risparmi agli italiani in questi anni. E in tutta la Gdo abbiamo assunto più di mille farmacisti, giovani che altrimenti stavano a spasso».
Ma trovare i farmaci vicino alle patate, non piacerebbe agli italiani, è una delle accuse alla Gdo che vuole poter vendere anche i farmaci con ricetta, sebbene non quelli con la ricetta rossa del Ssn. «Chi dice questo, dice una falsità. Abbiano un’area dedicata, una cassa dedicata, regole assolutamente uguali a quelle delle farmacie», ribatte Pugliese. La verità, secondo l’ad di Conad, è un’altra: «Ricordo benissimo la prima apertura di un nostro corner a Modena all’epoca delle “lenzuolate” di Bersani: raccontavano le solite corporazioni che gli italiani sarebbero andati in overdose di aspirina». E invece? «In realtà c’è stato un calo dei prezzi, ma anche delle vendite. Ma finalmente c’è stata competitività. Questo è il risultato delle liberalizzazioni: creare competitività e dare più servizio, e utilità maggiore, ai cittadini».
Insomma, la Gdo non ci sta a essere messa in corner. E adesso sta alla finestra per vedere come finirà la disputa Guidi-Lorenzin in vista del Consiglio dei ministri di venerdì 20, quando a palazzo Chigi dovrebbe sbarcare il Ddl annuale sulla concorrenza, che potrebbe (il condizionale è più che mai d’obbligo) rimettere in gioco molti interessi, non solo quelli della farmacie. «Il ministro Guidi ha dato un segnale importante – scommette l’ad di Conad –. Mi meraviglierebbe il contrario, anche rispetto a un premier e a un Governo nato per il cambiamento e l’ammodernamento dell’Italia. Bisogna pensare più agli italiani che alle lobby, la gente ha bisogno di queste cose».
Non possiamo che constatare che nel panorama retail italiano Francesco Pugliese è una delle pochi manager che fa sentire la sua voce in difesa di un settore e di una filiera che sta soffrendo la crisi come e più di altri settori dell’economia italiana.