Sono dieci anni che cerchiamo di raccontare le vicende che animano la GDO italiana, con dati, scoop ed analisi. In questi dieci anni il nostro mercato è profondamente cambiato, si è passati infatti dall’età dell’oro (o meglio il suo tramonto) agli sforzi di rinascita da una crisi economica e finanziaria senza precedenti nel nostro Paese. In questo periodo la GDO è cambiata radicalmente, non tanto nelle quote di mercato, quanto nei comportamenti di acquisto del consumatore che, di conseguenza, hanno obbligato il Retailer a modificare decenni di convinzioni indissolubili. E’ cambiata la preferenza del format che dall’amore per gli Ipermercati è passato alla ricerca della convenienza, talvolta ritrovata nel discount, ed oggi forse di nuovo nei supermercati. E’ cambiato l’atteggiamento e la fiducia verso le Grandi Marche e di conseguenza è cambiato l’appeal della marca privata. E’ cambiato infine il mercato che, soprattutto nell’area No Food, ha visto incrementare a dismisura le forme ed i metodi dell’ offerta.
E’ doveroso affermare che nel 2005 i tempi erano già differenti rispetto agli anni ’90 quando, all’evolversi degli Ipermercati, cresceva l’attenzione verso un profondo assortimento non alimentare, che trovava nell’Iper la sua massima rappresentazione. Invero nei primi anni 2000 alcuni settori, come il bazar pesante, erano già invasi di Competitor specializzati sul territorio. Da quel momento la crisi economica e la minor disponibilità del consumatore, quindi l’attenzione ad affrontare una spesa necessaria tralasciando il voluttuario, ha determinato sia un minor interesse del consumatore verso la vendita di prodotti no food presso la GDO, sia una competitività più intensa ad opera degli specialisti di settore. Drugstore, grandi catene di abbigliamento low cost, grandi catene internazionali di multimediale, abbigliamento sportivo hanno sostituito completamente l’offerta rispetto alla GDO nell’ambito di questo settore. Oggi parlare di GDO e non food (come viene detto negli uffici acquisti), significa parlare di un binomio oramai perduto, in via di estinzione.
Non per questo è un binomio meno interessante, semmai il contrario. GDONews si pone l’obiettivo di essere il punto di riferimento per quegli operatori della GDO e dell’industria che occupano questo segmento di mercato, e lo farà studiando non solo la GDO, ma andando a cercare di comprendere le dinamiche di vendita che vengono poste in essere nella GDO, in antitesi con quelle poste in essere nei negozi specializzati oppure con l’E-Commerce, strumento che rappresenta una autentica realtà in questo segmento di mercato. Il digitale, soprattutto dall’avvento degli smartphone dal 2006 in poi, ha soppiantato completamente il concetto di negozio. Nel No Food la concorrenza posta in essere dall’E-Commerce è già di quelle che fanno male ai numeri del Retailer: un esempio su tutto Wal Mart ed Amazon. Il primo, il Retailer più grande del mondo in termini di fatturato è apertamente in crisi, i suoi prezzi folli, che provocavano code interminabili soprattutto nei mitici Black friday americani, oggi hanno un concorrente che non si vede fisicamente ma ti distrugge con i prezzi.
La grande Distribuzione si deve attrezzare in tempo, non può tralasciare il fenomeno dell’evoluzione tecnologica, soprattutto nell’ambito del No Food. In questo primo numero di GDONews Non Food si parlerà di Campagna Ufficio, cancelleria. Ci siamo domandati, ed abbiamo domandato ad un cospicuo numero di Retailers cosa è cambiato nel rapporto tra consumatore-retailer-campagna ufficio, ed è emerso che proprio questa manifestazione è quella che soffre maggiormente l’evoluzione tecnologica, e proprio per questo sta prendendo altri lidi, rivolgendosi ad altri assortimenti, che forse con l’ufficio (tout court) centrano un pò meno. Nei prossimi mesi seguiremo le campagne del periodo, affrontando tutti i temi che coinvolgono il settore. Chi di voi, industria o Buyer, fossero interessati a partecipare alle future discussione non esitate a scriverci alla redazione (redazione@gdonews.it) indicando mestiere, azienda e ruolo e chissà che non veniate contattati per dare un contributo ai nostri approfondimenti.
Chi seguirà queste attività redazionali sono nostri collaboratori che hanno una specifica conoscenza del settore e che provengono da quel settore essendone professionisti in maniera attiva. Pertanto non smentiremo lo stile della nostra testata che vuole raccontare la “partita” dal campo di calcio e non dagli spalti. Ci auguriamo che anche non food GDONews abbia lo stesso successo e lo stesso seguito della madre.