Venerdì 24 Maggio si è tenuta una tavola rotonda, coordinata dal giornalista Antonello Piroso, dove hanno partecipato Simona Caselli, presidente Legacoop Reggio Emilia; Ivano Ferrarini, direttore generale Conad Centro Nord; Gian Carlo Muzzarelli, assessore Attività produttive e sviluppo sostenibile Regione Emilia-Romagna; Roberta Paltrinieri, sociologa dei consumi e docente all’Università di Bologna; Massimiliano Panarari, politologo e saggista, curatore del libro “Mezzo secolo di commercianti cooperativi. Conad Centro Nord e l’organizzazione dei dettaglianti in Emilia e in Lombardia”; Francesco Pugliese, direttore generale Conad .
Conad Centro Nord compie 50 anni e l’iniziativa è stata l’occasione per interrogarsi sul destino della società dei consumi, un tema che oggi sta affiorando con forza nei discorsi di tante persone, nelle famiglie, nelle paure di ciascuno di noi. Si è riflettuto su questi temi, partendo dall’esperienza compiuta dai commercianti fondatori di Conad Centro Nord – che, nell’Italia del Dopoguerra e nella nascente società dei consumi, intrapresero un cammino piuttosto originale – per portare poi la riflessione sull’attuale contesto economico, sui cambiamenti in atto nelle dinamiche sociali e nei comportamenti di acquisto e di consumo. Conad Centro Nord è una bella realtà cooperativa emiliano – lombarda ad insegna Conad. La loro sede è nelle Terre di Campegine (RE) a pochi km dall’altro importante cedi del mondo Conad, il Nordiconad a Modena. Se uno straniero leggesse questo articolo e venisse a conoscenza del fatto che le due aziende titolari del marchio Conad in Italia hanno i due cedi a pochissimi kilometri di distanza pur essendo presenti in tutte le regioni del Nord penserebbe che gli italiani sono tutti matti. Invece questa peculiarità spiega cosa significa la cooperazione e più in generale l’associazionismo. In Italia, nel Paese unito da solo 150 anni, le peculiarità regionali, non solo enogastronimiche, ma soprattutto culturali, sono tali e differenti che il fatto concreto di tenere unite realtà con obbiettivi non sempre simili, con attitudini sicuramente differenti, e con organizzazioni altrettanto differenti, riuscire a creare un concetto di unità all’interno delle varie culture e delle varie tradizioni (i singoli cedi) è un arte: chi riesce a tenere assieme tutte queste culture ha davvero una capacità manageriale (e politica) di livello superiore. Conad Centro Nord e Nordiconad, pur essendo vicine, sono di fatto lontanissime in termini culturali: la modenese, è stata da tempo, più rapida ad approcciare la “modernità”: ha una serie di Ipermercati rilevanti a marchio Leclerc, hanno uno sviluppo delle categorie del No Food davvero peculiare, con una suddivisione per categorie piuttosto precisa, ha fatto sviluppo ed acquisizioni (anche distanti) da molti anni. Negli anni avevano percorso anche la strada del Cash and Carry, insomma alla fine degli anni ’90 ed anni 2000 le caratteristiche di Nordiconad lasciavano pensare ad una ottima dinamicità del Gruppo, una estrema modernità. Gli anni della crisi hanno però colpito più duramente proprio gli innovatori (Nordiconad) che nonostante tutto continua a galleggiare con fatturati che tengono in piedi l’organizzazione. Conad Centro Nord non ha mai voluto avvicinarsi al format Ipermercati, la vocazione alimentarista è sempre stata la principale caratteristica dell’azienda. Diffidente a tutto ciò che è innovativo (Private Label prima, No Food poi) l’azienda reggiana si è sempre defilata dal mondo Conad nazionale, e relative strategie, proprio perché non voleva minimamente macchiare il proprio business che ha sempre prodotto numeri positivi. E questa poca propensione all’innovare haa, di fatto, salvato l’azienda negli anni della crisi. Il consumatore attuale ha abbandonato le spese negli Ipermercati, ritornando alla prossimità o al discount, e Conad Centro Nord lì è sempre rimasta, ha sempre presidiato egregiamente il vicinato, soprattutto nei territori emiliani. Il no Food, oggi in crisi spaventosa, è sempre stato gestito da un buyer del Food, solo ultimamente hanno frazionato le categorie inserendo due manager per tutte le categorie del non alimentare, e gli spazi nei negozi sono limitati: il food domina. Ed oggi il consumatore non compra No Food. Gli ultimi anni hanno visto l’azienda crescere in termini di quote di mercato con le acquisizioni di alcuni PdV ex Billa e soprattutto con l’acquisizione di buona parte dei supermercati Pellicano (Lombardini). Sembra che le logiche di gestione di Conad Centro Nord abbiano rapidamente dato i loro frutti, ed anche i PdV ex Lombardini oggi vantano performance interessanti. Oggi, a 50 anni dalla nascita, Conad Centro Nord è in un momento dove deve crescere, sia per logiche nazionali, sia per esigenze del mercato, ma il management vuole costruire un percorso di crescita molto meditato, e soprattutto in linea con la vocazione dell’azienda.
Egregio dottor Meneghini,
leggo nell’articolo “Conad Centro Nord compie 50 anni all’insegna della tradizione” comparso oggi a sua firma su GDOnews la seguente affermazione:
“… Diffidente a tutto ciò che è innovativo (Private Label prima, No Food poi) l’azienda reggiana si è sempre defilata dal mondo Conad nazionale, e relative strategie, proprio perché non voleva minimamente macchiare il proprio business che ha sempre prodotto numeri positivi. E questa poca propensione all’innovare ha, di fatto, salvato l’azienda negli anni della crisi”.
Tali informazioni non corrispondono al vero, né sono l’espressione del pensiero del management di Conad Centro Nord, che, anzi, ha sempre condiviso e sostenuto le politiche del gruppo Conad legate alla private label e allo sviluppo. Politiche che sono espressione delle scelte del consiglio di amministrazione e del comitato strategico di Conad, di cui la cooperativa è parte attiva e proponente.
Le faccio notare che come da me ribadito , in occasione delle celebrazioni dei 50 anni di attività, la necessità di dare vita e sostenere politiche di sviluppo omogenee e condivise da tutto il sistema Conad. L’intero sistema Conad e Conad Centro Nord credono nelle politiche di sviluppo che tengono nel debito conto territori e comunità in seno alle quali operano i soci imprenditori associati a Conad.
Le recenti acquisizioni di punti di vendita di altre catene distributive e l’operazione Conad – Unicredit Factoring a sostegno delle imprese fornitrici hanno visto assieme tutte le otto cooperative, accomunate dalla convinzione che progetti e strategie di tale portata non possono riconoscere posizioni defilate né dubbi sulle reali potenzialità innovative del sistema Conad nel suo complesso.
Ivano Ferrarini
Direttore Generale Conad Centro Nord
Egregio dottor Meneghini,
vorrei fare alcune considerazioni oltre a quanto già sottolineato dal direttore generale di Conad Centro Nord Ivano Ferrarini in merito all’articolo “Conad Centro Nord compie 50 anni all’insegna della tradizione”. Partendo da una domanda che mi sono posto al termine della lettura del suo articolo: Ma i marziani sono di casa a Gdonews?
Lei fa osservazioni critiche e dà giudizi sommari basandosi esclusivamente su congetture, illazioni, imprecisioni piuttosto che su informazioni certe, raccolte alla fonte. Le faccio presente che Conad non si è mai sottratta a dare informazioni, ad approfondire, a parlare laddove richiesto. E’ opportuno, dunque, che faccia chiarezza su alcuni punti del suo articolo.
Le piattaforme logistiche del sistema Conad sono attualmente 48 e riforniscono 3.118 punti di vendita per una superficie complessiva di 1.747.101 mq che servono esigenze territoriali assai differenti, dall’iper E.Leclerc Conad al piccolo negozio sottocasa a insegna Margherita Conad. Come si faccia a parlare di vicinanza come lei ha fatto, per me rimane un mistero e testimonia un’assoluta mancanza di conoscenza dei territori in cui operano le cooperative e del servizio che forniscono.
Lo sviluppo delle cooperative da lei citate – Conad Centro Nord e Nordiconad – è stato ed è differente perché differente è il livello della competizione nei territori in cui esse operano; non certo per l’illogica e presunta contrapposizione tra innovatori e tradizionalisti da lei sostenuta.
Negli ultimi anni le scelte relative alla private label, allo sviluppo della rete di vendita, alle politiche di sistema si sono sempre affermate e consolidate in quanto scelte “comuni” dell’intero sistema Conad.
Capitolo fatturati: negli ultimi tre anni il fatturato di Conad è passato da 9.776 a 10.970 milioni di euro, in crescita costante nonostante la crisi economica. Grazie all’impegno dei soci imprenditori e delle otto cooperative associate, Conad ha conquistato e rafforzato la leadership nei supermercati e nei negozi di vicinato.
La stessa Nordiconad ha accresciuto il proprio fatturato del 9 per cento in tre anni, arrivando a 1.454 milioni di euro in un anno, il 2012, particolarmente difficile per i consumi. Difficoltà a cui si sono aggiunte le conseguenze del terremoto, che ha danneggiato gran parte della rete di vendita e costretto molti soci a chiudere i propri negozi.
Se tutto ciò per lei significa “galleggiare”, beh, allora i marziani sono davvero ormai di casa in Gdonews. Peccato!
Francesco Pugliese
Direttore generale Conad