Oramai i dati di mercato che abbiamo sotto gli occhi parlano chiaro: le vendite in GDO (totale italia) sono soddisfacenti nel mercato alimentare, almeno nei piccoli formati, ed in crisi nel non alimentare. Gli Ipermercati sono in straordinaria sofferenza (alcune insegne, si dice, abbiano valori negativi a doppia cifra sull’anno precedente), mentre i Supermercati non presentano valori negativi. I discount, al contrario, vanno benino. A proposito di ciò, pare che il Gruppo Gabrielli, leader in Abruzzo e Marche, stia sviluppando nuove politiche sul format Discount per equilibrare numeri negativi originati dai sell out degli Ipermercati dall’inizio dell’anno. E fanno bene, il format azzeccato oggi è il Discount. I motivi sono ovviamente riconducibili alla diminuzione del potere di acquisto dei consumatori ma non solo: parallelamente si sta assistendo ad un continuo sviluppo di grandi magazzini specializzati nell’ambito del non food: nell’ambito dei mobili (Mercatone Uno, Conforama, Mondo Convenienza), moltissimo nell’ambito del Bazar Pesante-High Tech (Media World, Comet, Expert, etc), nella profumeria e detergenza (da Acqua e Sapone ai più appariscenti Marionnaud), nel mondo Brico (Brico Io, Brico Center, Euro Brico, Obi, Castorama, etc.) ai generalisti (Stefan, Marino Fa Mercato, etc.). Tutta questa varietà di offerta, che lentamente ma inesorabilmente si sta sviluppando da 8-9 anni circa, sta arrivando acquisire quote di mercato che oggi si possono dire significative. In tal maniera il tradizionale Ipermercato della GDO non appare più così competitivo come un tempo: la parte alimentare è tenuta sotto scacco dall’offerta del discount, che sempre più si sta raffinando in termini qualitativi, quella non alimentare è sovrastata dall’offerta degli specializzati. Pensiamo solo che in Emilia, terra di dominio Coop, il Discount della medesima (DICO) non è stato ad oggi praticamente presente, e non lo dovrebbe essere in termini strategici, ma crescendo in tal maniera le vendite del format Discount, non si può più tenere l’argine della non-presenza del Discount Coop anche in terra emiliana, così pare che nei prossimi mesi anche qui ci saranno alcune aperture. Insomma se da un lato la crisi dei consumi è sicuramente attribuibile al calo della disponibilità di acquisto da parte del consumatore, dall’altro lato non si capisce perché catene come Media World, Acqua e Sapone, Stefan, etc, riescano a sopravvivere, anzi non si capisce perché abbiano numeri di fatturato ogni anno più positivi, a danno della GDO tradizionale. Il vero problema di oggi è quello di ripensare all’offerta presente sul format Ipermercati. Oggi bisogna pensare che per rilanciare questo Grande Formato è necessario affrontare con serietà il problema, guardando alle soluzioni che all’estero stanno funzionando: In Spagna ed in Francia le famose “utilities” come parafarmacia, carburanti, ristoranti, viaggi, finanza fanno la differenza, l’ambiente dell’Ipermercato si deve vestire daccapo, e pensare che ad un offerta tradizionale fatta di promozioni , di sconti, di varietà di assortimento si deve sostituire una nuova offerta capace di fidelizzare partendo da nuove e variegate offerte. La legislazione sta andando in quella direzione, è ora che la GDO si affretti.
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Non sono d’accordo sulla prima parte, i dati IRI Sul LCC, evidenziano che l’unico formato che cresce a parità di rete è il super store, i discount crescono anche in ragione della crescità della rete + 9,5% nel 2007.
Mi trovo d’accordo sulla seconda.
Beh, ma è noto che IRI sottostimi il fenomeno discount…
Francesco hai dei dati a supporto? mi sembra che c’entri poco il fatto che iri sottostimi o meno un canale, se un canale cresce del 8% a fronte di una crescita dei pv dle 8,5% secondo me non sta crescendo. anche perchè tutti i dati sono uniformi. A meno che di presupporre che iri falsifica i dati, cosa che non prendo nemmeno in considerazione.
I dati che ho in mano io sono dell’altra campana (Nielsen)…
I Discount a parità di rete marzo 2008 vs marzo 2007 fanno +7,3 dopo un gennaio a +7 e un febbraio a +8,1.
Sono dati non espansi, essendo a parità vi sono solo i negozi con almeno un anno di storia.
A rete corrente il dato, espanso, è +13,7 progressivo a marzo.
Mi inserisco nell’interessante scambio di dati ed opinioni per spiegare che le mie affermazioni nascevano dallo studio dei dati Nielsen in mio possesso, che attribuivano al Canale Supermercati una crescita , totale Italia, del 6,75% sull’anno precedente. Come ben sappiamo, quando si parla sia di IRI che di Nielsen, si può parlare di dati “condivisibili”, né di più né di meno; poi possiamo spiegare che Nielsen svolge la sua analisi su base statistica, IRI è invero più empirica. Ma in tutti i casi la sostanza del ragionamento, che unisce tutti noi, è che nell’ambito del Food il format Iper è sotto l’assedio degli altri formati, nel non food è perdente se confrontato alla Gds ad opera del consumatore.
Gentile dr. Meneghini e Francesco, credo che abbiate ed ho ragione nel senso che confrontiamo dati diversi, io parlavo di super-store e non di supermecato, vado a memoria perchè sono fuori ufficio, nel super ricordo dati simili a quelli di nielsen.
Sulla seconda parte dell’intervento mi trova totalmente d’accordo e difatti andiamo incontro ad una differenziazione delle insegne sul formato iper, chi verso il discount, chi verso l’inseguimento del negozio tradizionale con una forte riduzione del bazaar.
se avete piacere possiamo approfondire l’argomento di persona, pertanto autorizzo il webmaster a girare il mio indirizzo email a francesco, mentre credo che il dr. Meneghini lo possa leggere senza problemi.
saluti
Disponibilissimo a continuare lo scambio di opinioni via mail!
Non ci siamo capiti, anche perché partendo dagli stessi dati del dr. Meneghini, ero arrivato alle stesse conclusioni, con appunto il discount vero canale vincente del 2008.