Panorama, in un interessante articolo relativo alla liberalizzazione della vendita dei carburanti, per capire il problema ed interpretarlo nel verso giusto ha fatto la cosa più opportuna: alcuni giornalisti del settimanale si sono recati a Gallicano, paese della Garfagnana dove è presente un Ipermercato Leclerc con all’interno un distributore di benzina, ed ha analizzato i prezzi della concorrenza prossima all’Ipermercato. La tabella riassume la rilevazione:
Distributore | Benzina | Gasolio |
E. Leclerc Conad | 1,120 | 0,990 |
Agip | 1,202 | 1,097 |
Erg | 1,189 | 1,086 |
Total | 1,229 | 1,126 |
Shell | 1,215 | 1,121 |
Tamoil | 1,237 | 1,138 |
(Prezzi al litro rilevati il 15 gennaio scorso in alcuni impianti self service vicini all’ipermercato E. Leclerc Conad Gallicano)
Per questo distributore il gruppo Conalec compra direttamente la benzina e il gasolio sul mercato, come una compagnia petrolifera ed offre prezzi più bassi di 7-10 centesimi al litro rispetto alle stazioni di servizio della zona. Segue l’esempio di altre catene di ipermercati, come Carrefour che ha già una quindicina di impianti, o Auchan che ha cinque distributori: uno a marchio Auchan, due a insegna doppia Auchan-Tamoil e due Auchan-Shell. Questi impianti vendono carburante con sconti di 5-6 centesimi al litro rispetto al prezzo raccomandato dai petrolieri.
Però in Italia i distributori di benzina controllati dagli ipermercati sono ancora pochissimi: come sottolinea l’Antitrust nella sua segnalazione del 18 gennaio scorso, in Italia la presenza della grande distribuzione nel settore risulta del tutto marginale, inferiore allo 0,5% sul totale dei punti vendita, che sono in tutto 22 mila. In sostanza, abbiamo molte più stazioni di servizio rispetto a Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, meno concorrenza da parte della grande distribuzione e quindi il prezzo della benzina al netto delle tasse “in Italia risulta costantemente più elevato della media di 15 paesi Ue” rileva l’Antitrust.
Di chi è la colpa? Certamente le organizzazioni dei benzinai e i petrolieri (contro i quali l’Antitrust è intervenuto a testa bassa) hanno le loro responsabilità. Ma per liberalizzare il mercato il Ministro Bersani se la deve vedere in particolare con le regioni, anche quelle “rosse” che hanno ignorato le indicazioni fornite nel 2004 dall’Antitrust per eliminare le barriere all’entrata di nuovi concorrenti. Anzi: le nuove norme, spesso diverse da regione a regione, hanno avuto l’effetto di “cristallizzare gli assetti distributivi esistenti, favorendo di fatto gli interessi degli operatori già presenti sul mercato”, come lamenta l’Antitrust.
Certo sembra lontana la trasparenza sui prezzi che vediamo ad esempio in Francia. Date un’occhiata al sito Prix Caburants (gestito dal Ministère de l’Économie, des Finances et de l’Industrie), che la dice anche lunga sugli effetti della presenza della Grande Distribuzione nel settore carburanti…