Le superette in Italia sono un formato di vendita che rappresenta circa il 10% del mercato sebbene, in termini di unità di vendita, è decisamente il più consistente.
Secondo Istituto Georetail Italia il fatturato di questi punti vendita nell’ultimo anno di bilancio è stato pari a 14,308 miliardi di euro, con un incremento anno su anno del 3,5%.
I piccoli negozi di estrema prossimità rappresentano un universo numericamente importante della gdo, sono presenti prevalentemente al sud e molto spesso sono gestiti da piccoli imprenditori locali.
Alcune insegne note del mercato continuano ad avere come modello di business proprio questi piccoli negozi, ma tutte faticano a tenere le controcifre dell’anno passato, anche in un periodo rilevante inflazione.
I punti vendita ad insegna Conad, Carrefour Italia, Coop Italia, Crai, D.IT, Despar Servizi e Gruppo VèGè da 0 a 400 mq rappresentano oltre il 68% del mercato di riferimento (Fonte Istituto Georetail Italia).
L’incremento di fatturato dell’intero formato di vendita (2022 su 2021, bilanci depositati) è stato decisamente inferiore al 6% di incremento medio del mercato nel suo complesso, comprensivo di tutte le metrature e tutti i formati di vendita.
Il 3,5% prima menzionato, ovviamente, è una media dentro cui si trovano insegne che – al contrario – hanno fatto meglio, ed altre che hanno fatto anche peggio.
Nel dettaglio, Crai, D.It e Despar hanno incrementato il fatturato in misura superiore alla media (Crai del 12%, Despar del 10,1, D.It del 9,3%, fonte Istituto Georetail Italia), ma è necessario anche spiegare che tutte hanno, allo stesso tempo, incrementato i metri quadrati totali di vendita, quindi realizzato nuove aperture.
Questo a dimostrazione del fatto che credono ancora molto in questo segmento del mercato della GDO.
Interessante, a questo punto, è spiegare che Coop Italia ha ridotto i metri quadrati di vendita del -3,8% ma perso “solo” il 2% del fatturato. Oppure Carrefour Italia, che dopo aver abbandonato gli ipermercati, oggi punta proprio su questo formato di vendita specialmente in affiliazione, ed infatti ha incrementato del +1,6% gli spazi in metri quadrati incrementando anche il fatturato del +5,6%.
Un esempio virtuoso potrebbe essere quello di Conad, che ha ridotto i metri quadri di vendita del -2,7% ma allo stesso tempo incrementato il fatturato del +3,3%.
Il Gruppo VèGè ha dismesso il 15,1% degli spazi di vendita in un solo anno e, nonostante ciò, ha decrementato il fatturato “solo” del -6,4%.
Insomma, nessuno può ammettere che i Liberi Servizi siano un modello di vendita moderno che sta trainando il mercato, sono molti anni che perde unità ma, come si è spiegato, non tutti stanno abbandonando queste metrature.
Le imprese di Forum, fatte salve le imprese di C3, ci stanno puntando, Carrefour Italia ci punta, e tutti loro lo stanno facendo grazie agli affiliati che sono ancora presenti in tutta Italia, piccoli imprenditori che lavorano dentro i loro negozi e che sono un riferimento per piccole comunità.
Se è complicato analizzare le prestazioni della grande distribuzione, data la polverizzazione del suo fatturato in oltre 11 mila partite IVA, ancor più difficile è farlo su questo particolare modello di vendita.
In un articolo molto interessante che verrà pubblicato la prossima settimana, è stato svolto uno studio sulle prestazioni dei gruppi Crai, D.It e Despar Servizi.
In un altro articolo oggi pubblicato, invece, abbiamo anche iniziato a raccontare le dinamiche all’interno della Centrale Conad nazionale, ed insieme questi due articoli danno una chiara idea delle dinamiche di questo particolare ambito.