Secondo una recente ricerca di Simon Kucher, società di consulenza strategica specializzata in pricing, condotta su più di 1300 società europee di beni di consumo, l’88% delle realtà europee ha incrementato i prezzi dei prodotti durante gli ultimi 12 mesi e per più della metà di esse le motivazioni principali sono state inflazione elevata e aumento dei costi. La sfida futura si presenterà quando questi ultimi cominceranno a decrescere e il solo fattore differenziante diventerà la qualità.
Dalla ricerca emerge altresì che un numero significativo di aziende ha registrato un aumento dei ricavi superiore al tasso medio di inflazione, risultato ottenuto grazie ad un’efficace gestione dell’aumento dei costi e la loro traduzione in incrementi di prezzo.
Il 91% delle aziende oggetto dell’analisi ha aumentato i propri ricavi durante l’ultimo anno e tra queste per il 56% l’aumento registrato è stato più alto del tasso di inflazione mentre per il 35% allineato a quest’ultimo.
Per il 55% la crescita dei prezzi è stata maggiore della crescita dei costi mentre per il 19% si è assestata tra il 50% e il 100% rispetto ai costi.
L’analisi mette altresì in luce che il 68% delle realtà ha risentito di una crescente pressione sui prezzi nell’ultimo anno, tra i motivi l’aumento del potere contrattuale dei clienti (49%), la concorrenza a basso prezzo (38%) e la trasparenza di prezzo (33%).
Per i prossimi 24 mesi ci si attende una frenata dell’incremento dei ricavi, tra le principali cause una domanda stagnante/in declino (24%), l’ingresso di nuova concorrenza nel mercato (17%) e la pressione di prezzo (16%).
“Nei prossimi mesi le aziende si concentreranno principalmente sul lancio di nuovi prodotti (per il 51%), sull’ingresso in nuovi mercati (per il 35%) e sull’aumento dei prezzi (per il 34%)” commenta Francesco Fiorese, Partner di Simon Kucher. “Tra le strategie per incrementare le vendite risulteranno essenziali le innovazioni volte a differenziarsi sul mercato, sinergie tra brand sia di filiera che di co-branding e l’utilizzo di canali alternativi”.