Gode di ottima salute il settore dei derivati del pomodoro, che vede una forte crescita anche a volumi, in particolare al sud Italia, territorio che si conferma maggior produttore di fatturato nel settore. A restare in cima le tre aziende leader di mercato: Mutti, Conserva Italia e Consorzio Casalasco che insieme producono il 41,3% mostrando una quota rilevante del fatturato.
Lo si evince dal report di Circana (AT Giugno 2023) e si trova una conferma sugli studi che GDONews ha dedicato ai conti economici dei principali protagonisti del comparto (la pubblicazione del macro dato è stata realizzata studiando circa il 40% delle imprese di conserve che hanno già depositato i bilanci 2022).
Entrando nel merito del mondo della grande distribuzione, suddivisa per i canali distributivi – ipermercati, supermercati, liberi servizi specializzati e discount – si evince che il fatturato (AT GIU 23) dei derivati del pomodoro è stato di 852.333.674, con un incremento rispetto all’anno precedente del 19,6%.
La forte crescita della passata del pomodoro, che incide oltre alla metà del fatturato, supera i 450.000 di euro; la polpa di pomodoro si aggira attorno ai 200.000 milioni; pelati e pomodorini sfiorano quasi i 150.000 milioni mentre i concentrati di pomodoro si fermano a 50.000 milioni.
Vendite a volume
Per quanto riguarda le vendite a volumi si può notare che la passata di pomodoro, categoria principale che realizza oltre il 50% del fatturato, è comunque cresciuta quasi del 2% durante l’ultimo anno. A subire una flessione sono invece la polpa di pomodoro con il -3%, pelati e pomodorini e concentrati di pomodoro, scendono tra il -1,5% e il -2%. Dati che nonostante le flessioni, grazie al peso ponderato della passata chiudono comunque le vendite in positivo.
A realizzare la maggior parte del fatturato per formati distribuitivi sono i supermercati da 400 a 2500 mq che pesano circa il 54% del fatturato totale. I liberi servizi producono il 12% del fatturato, discount 20% e ipermercati 8%, mentre il mercato tradizionale che include i negozi sotto i 100mq realizza un 6% del fatturato.
Un acquisto comparabile a quello dei freschissimi quello del pomodoro, frequente e di battuta bassa e quindi ideale nei liberi servizi specializzati e piccoli negozi tradizionali, il che giustifica una quota sommata pari al 18%. Risulta leggermente meno stimato il valore dei discount e degli ipermercati, questo anche a causa della rilevante quota dei supermercati. Si tratta quindi di una categoria che per valore unitario e per frequenza, incontra il favore anche delle vendite dei negozi di vicinato.
Distribuzione per aree
Come già accennato, il sud Italia è il territorio che produce la maggior parte del fatturato in questa categoria, la sua incidenza è pari al34%, segue poi il centro Italia (27%), il nord-ovest (24%) e infine il nord-est (15%). I dati del comparto non coincidono le medie del totale grande distribuzione, per la semplice ragione che si tratta di un prodotto maggiormente consumato nel sud Italia, il che spiega anche l’alta vendita nei mercati tradizionali e liberi servizi di cui questo territorio è ricco.
Considerazioni sulle quote di mercato dei leader del settore
Le tre imprese leader di mercato: Mutti, Conserva Italia e Consorzio Casalasco producono assieme il 41,3% del fatturato, una quota rilevante sebbene distribuita su tutti e tre, mentre la marca del distributore produce il 31,3% del fatturato totale, un dato decisamente superiore alla media che è di circa il 22% della marca del distributore.
In conclusione è quindi possibile affermare che si tratta di una categoria in crescita a doppia cifra decisa, che incrementa leggermente anche a volumi, il che è una novità per un prodotto principalmente venduto nel sud Italia e nei piccoli supermercati, dove la marca del distributore continua ad avere un ruolo davvero rilevante.