Quando la “tempesta perfetta” dei prezzi era ancora un forte temporale, Giovanni Arena aveva messo tutti in guardia: “La situazione è insostenibile, siamo a un declino tale che tutto il sistema è a rischio”. In poche settimane i timori del Presidente del Gruppo VeGè e Ad della Fratelli Arena Srl – realtà da oltre un miliardo di euro di fatturato e storia centenaria – si sono rivelati fondati, tanto che nel corso del workshop di Cibuslab, incentrato anche sulla crisi energetica e il suo impatto sulla GDO, ha ribadito: “Il nuovo Governo dovrà lavorare per inserire fra gli energivori il nostro settore che in molte occasioni ha dimostrato di essere strategico per il Paese, superando così il problema normativo risalente alla definizione dei codici Ateco delle varie attività da parte dell’Unione Europea”.
Secondo Arena – il cui gruppo Vègè fattura oltre undici miliardi di euro – la grande distribuzione è a un passo da un punto di non ritorno: “Nella lunga filiera della Gdo le piccole e medie imprese sono quelle più a rischio, sia che si occupino di produzione o che facciano parte della distribuzione. Nel caso specifico penso che questa crisi inflazionistica che ci insegue da oltre un anno, a cui si aggiunge quella energetica aggravatasi negli ultimi mesi, accelererà la razionalizzazione dei processi produttivi delle imprese più piccole che dovranno necessariamente aggregarsi a quelle più evolute. Un passaggio che si sarebbe compiuto nei prossimi dieci anni e che invece avverrà in 24 mesi, costringendo alla chiusura quelle realtà che per scelte strategiche o problemi di mercato non si sono patrimonializzate”.
Ma lo scenario delineato nel suo intervento ha sollevato anche un’altra questione rilevante: “Il ricorso al credito è insito in questo settore ma oggi siamo tutti più fragili e il vento potrebbe cambiare visto che i tassi sono in incremento e gli affidamenti sono tarati ai costi di produzione di un anno fa. Il rischio – ha sottolineato Arena – è decisamente più alto e molte aziende faranno fatica ad accedere al credito, portando di conseguenza a opportunità di mercato creando grandi poli di aggregazione. Solamente le grandi aziende riescono ad affrontare crisi come quelle attuali e la mia preoccupazione più grande è per le piccole e medie. Non sono tranquillo nemmeno per la mia nonostante negli anni abbia patrimonializzato raggiungendo un giusto equilibrio economico e finanziario necessario per affrontare questo momento”.
Le razionalizzazioni potrebbero inoltre riguardare anche la gestione dell’assortimento: “Già da tempo constatiamo come molte grandi aziende, che non hanno particolari problemi, stanno tagliando la coda assortimentale che offre solo mercato ma non crea profitti, producendo solo le referenze che danno redditività”.
Secondo Arena sarà inoltre necessario concentrarsi “sulla modernizzazione dell’esistente per alzare la redditività per metro quadro, che è l’indice capace di aggiustare i conti economici in momenti come questi”. Lavorare dunque per l’efficientamento dell’esistente anziché puntare su nuovi punti vendita, perché: “le aziende che hanno redditività più alta ce la faranno, le altre soffriranno di più”. “Sono da sempre ottimista – ha concluso – ma non posso nascondere la mia attuale preoccupazione perché se non ci saranno interventi governativi ed europei per riequilibrare i costi delle imprese e delle famiglie sarà difficile fronteggiare questa crisi.
Bisognerà inoltre mettere mano ai salari perché sono ancora fermi nonostante l’inflazione abbia già superato il 10% e sia destinata a crescere. In questo modo il potere d’acquisto di italiani ed europei calerà e con esso anche i consumi. Non possiamo permetterci di andare in recessione”.