Con il comunicato stampa della scorsa settimana Carrefour ha dato inizio al “tam tam” da parte degli operatori della GDO che cercano di comprendere il vero futuro del gruppo. Chi sono gli affiliati?
A rigor di logica i primi interessati dal progetto, prima ancora che semplici dipendenti, ignari di come si governa un’azienda e le sue dinamiche finanziarie, è più facile pensare che siano i master franchisee i diretti interessati. Questo sospetto dichiarato di recente anche dall’amico giornalista Luigi Rubinelli ha del fondamento: non sono pochi ad affermare che saranno i master franchisee attuali a crescere molto nei prossimi mesi.
In Campania sono 19 i punti di vendita diretti di Carrefour potrebbero interessare al master franchisee più vicino, Apulia, un’azienda in grande e costante espansione. In tal modo la dismissione della rete diretta a favore degli affiliati avverrebbe attraverso un passaggio di consegne tra retailer; non solo: Apulia conosce perfettamente Carrefour, l’utilizzo della sua MDD, le logiche di gestione marketing dello store brand, sarebbe un gioco da ragazzi ampliare la rete verso un territorio molto interessante, quella Campania i cui retailer negli ultimi tempi stanno sfidando i concorrenti pugliesi con aperture in chiaro atteggiamento di sfida.
L’altro Master Franchisee, Etruria Retail non è così distante dal Lazio, altra roccaforte di Carrefour: si tratta di 55 punti di vendita dalla metratura media attorno ai 1000 mq; una parte di questi potrebbero benissimo entrare nel portafoglio del gruppo toscano.
Ciò che spinge questo editoriale sono le molte voci di corridoio che girano dentro il mondo della grande distribuzione nazionale: la notizia di Carrefour ha svegliato molti gruppi sul mercato. Lo sanno anche i muri che lo sviluppo oggi si fa sulle acquisizioni dei negozi esistenti e quelli di Carrefour, soprattutto i market, sono molto interessanti.
Ed è retorica affermare che, come al solito, è tutta una questione economica. Se i negozi costano molto gli acquirenti non si trovano, ma se il prezzo è trattabile questi “spuntano come funghi”, ed in questo momento il colosso francese sta scoprendo le sue carte e le sue debolezze.
Carrefour non ha mai dichiarato di voler abbandonare l’Italia come ha fatto Auchan, ma solo di potenziare il franchising, quindi mantenendo un presidio in termini di quota di mercato. Ma di fronte a proposte economiche ritenute interessanti, in una situazione come questa, chi sarebbe disposto a scommettere che non vi sarebbe nessuna disponibilità al dialogo?
Il tema economico è determinante per gli ipermercati di Carrefour, il vero problema del gruppo francese e proprio a tal proposito la vicenda Auchan ha insegnato una cosa: se il costo degli ipermercati è quello di mercato nessuno è disposto a comprare. Se gli sconti sono, invece, quelli di fine stagione allora si ha la coda all’entrata degli uffici di chi vuole vendere; nel sud Carrefour non ha più ipermercati, i rimanenti sono ubicati nel centro nord: in centro Italia sono pochi i retailer che potrebbero essere interessati all’acquisto, ma ci sono! Nel nord invece sarebbe più semplice: sia Bennet che Tosano sono in fase di espansione.
Insomma, sembra che il comunicato stampa della scorsa settimana sia stato il primo raggio di sole sui ghiacci di Carrefour, e se l’atmosfera di dovesse scaldare improvvisamente, lo scioglimento sarebbe veloce.