La decisione era nell’aria ed il 30 giugno il giorno fatidico. Quello che sarebbe stato logico dovesse succedere, dopo mesi di tensioni, è successo: Pam, co-fondatore della Supercentrale Aicube esce dalla compagine.
In una nota stampa del Gruppo si scrive che “dopo un costruttivo e prolungato confronto ed in totale sintonia tra tutte le parti coinvolte Pam recede dalla centrale di acquisto Aicube.
Vengono così superati i limiti alle quote di mercato a livello locale che avevano costretto negli ultimi tempi la politica di crescita della centrale di acquisto.
Il gruppo Pam ed i propri partner (quindi non solo Gruppo Pam ma anche i partners come Despar, Lekkerland e Renzo Amato, ndr) potranno dunque ora riprendere senza vincoli il loro percorso di crescita, anche per linee esterne, che ha l’obiettivo di aggregare a livello nazionale aziende imprenditoriali che operano con eccellenza assoluta a livello locale, mettendo loro a disposizione le competenze del gruppo Pam sul fronte degli acquisti, della logistica, del marketing, dell’allestimento e della gestione dei punti vendita.
La ritrovata autonomia di Pam consentirà inoltre di riprendere i rapporti con l’industria di marca su basi diverse, privilegiando la trasparenza e la collaborazione commerciale e ponendo al centro, anziché il contratto fine a sé stesso, il cliente finale.
In pratica, nella nota stampa, i concetti espressi sono più di uno e molti da considerare decisamente forti e da approfondire.
Noi avevamo già pronto un editoriale che avrebbe dovuto uscire Lunedì ma che, per serietà e correttezza nei confronti degli attori sul campo, abbiamo deciso di attendere a pubblicare.
Il prossimo lunedì, oramai a “cose fatte”, racconteremo la storia di questo lungo addio iniziato da lontano, e sopratutto tracceremo gli scenari che si vanno prospettando d’ora in avanti.