C’è l’intesa tra Lega e Movimento 5 Stelle sulle chiusure domenicali dei negozi. Il testo base della proposta di legge è arrivato in commissione Attività produttive della Camera. Le aperture domenicali saranno 26 su 52 totali e si prevede la chiusura degli esercizi commerciali nelle 12 festività nazionali, fatta eccezione per una deroga per un totale di 4 giorni di apertura che verranno stabiliti su scelta delle regioni. Altra deroga varrà per i centri storici e per i negozi di vicinato, che potranno rimanere aperti tutte le domeniche dell’anno, ma non durante le festività. Per quanto riguarda le zone turistiche, le 26 domeniche potranno essere concentrate tutte in periodo di alta stagione.
Il testo base è stato depositato in commissione dal relatore Andrea Dara, della Lega. Si tengono insieme le posizioni dei due partiti di maggioranza, con il M5s che puntava all’apertura del 25% degli esercizi commerciali e il Carroccio che proponeva un tetto di otto aperture. Quindi, su 52 domeniche, in 26 sarà possibile rimanere aperti su tutto il territorio nazionale, con decisione concertata tra regioni, associazioni di categoria e rappresentanti sindacali. Per quanto riguarda le zone turistiche, come le località di montagna o marine, le regioni potranno decidere come distribuire o concentrare le 26 domeniche. Per esempio, per le località marine le aperture potrebbero essere quelle dei mesi estivi, quindi da aprile o maggio a settembre.
La deroga vale anche per i centri storici e per i negozi di vicinato, cioè fuori dal centro storico. Ci sarà la possibilità di apertura per tutte le domeniche eccetto le festività. Nei negozi fino a 10mila abitanti saranno aperti i negozi fino a 150 metri quadri. Nei comuni con più di 10mila abitanti saranno aperti i negozi fino a 250 metri quadri. Saranno invece sempre aperte le rivendite di generi di monopolio, gli esercizi interni ai campeggi, ai villaggi e ai complessi turistici, gli esercizi di vendita al dettaglio situati nelle aree di servizio lungo le autostrade, nelle stazioni ferroviarie, marittime ed aeroportuali, le rivendite di giornali, le gelaterie e gastronomie, le rosticcerie e le pasticcerie, gli esercizi specializzati nella vendita di bevande, fiori, piante e articoli da giardinaggio, mobili, libri, dischi, nastri magnetici, musicassette, videocassette, opere d’arte, oggetti d’antiquariato, stampe, cartoline, articoli da ricordo e artigianato locale, e anche le stazioni di servizio autostradali e le sale cinematografiche.
In caso di violazione delle nuove norme sono previste sanzioni amministrative che possono andare da 10mila a 60mila euro, con la possibilità di raddoppiare la multa in caso di recidiva. I proventi delle multe saranno destinati al contrasto dell’abusivismo commerciale e ad azioni di promozione del decoro urbano. Barbara Saltamartini, presidente della commissione Attività produttive della Camera, parla di una “buona sintesi tra le diverse e per certi versi distanti posizioni emerse in questi mesi in commissione, anche alla luce delle oltre 40 audizioni svolte. Credo che la sintesi politica migliore sia quella di un testo dove si prevedono ‘aperture con buonsenso’ recependo l’appello dei lavoratori domenicali e al contempo garantendo per gli esercizi commerciali un numero di aperture a mio parere equilibrato”.