Proponiamo questo articolo apparso sul blog Phastidio.net dell’economista Mario Seminerio noto per le sue posizioni critiche, che prende spunto da varie notizie di questi giurni per dare una lettura piuttosto dura delle passate relazioni a suo dire opache tra Coop Centro Italia eb MPS, e che sarebbero all’origine della grossa perdita patrimoniale subita dal gruppo nel 2016. Buona lettura.
Su La Verità, un articolo che ricorda la triste vicenda di Coop Centro Italia, che ha subito una devastazione patrimoniale a causa dell’irrazionale investimento in azioni MPS, che ha violato ogni più basilare regola di diversificazione degli investimenti, a conferma di quanto sia drammatica l’emergenza alfabetizzazione finanziaria in questo paese. Ma c’è anche dell’altro.
Coop Centro Italia, operante in Umbria, Toscana, Abruzzo e Lazio, chiude il 2016 con una perdita certificata di circa 55 milioni, su un patrimonio netto dichiarato di circa 182 milioni. Come scrive Paolo Giovannelli,
«Le pesanti perdite sono imputabili, essenzialmente, all’acquisto sfrenato quanto inspiegabile, se non per “attaccamento alla maglia”, delle azioni del Monte dei Paschi di Siena (Mps). Più Mps andava giù, più la Coop Centro Italia incamerava azioni che perdevano valore, giorno dopo giorno, per la crisi della storica banca senese»
Quello che appare bizzarro, e che dall’articolo non si comprende, è il fatto che la cooperativa abbia chiuso l’esercizio 2015 valutando le azioni MPS non in base ai corsi di borsa bensì ad una non meglio specificata “perizia” affidata ad uno “studio professionale indipendente”, che aveva identificato il valore di un’azione della banca senese tra 3,90 e 4,10 euro per azione. Ed in effetti, la cooperativa aveva festeggiato il bilancio 2015 con toni trionfalistici, presentando risultati di gestione finanziaria positivi. Solo pochi mesi dopo questa “perizia indipendente” (dalla realtà), a maggio 2016, la quotazione azionaria di MPS era intorno a 40 centesimi.
Malgrado queste acrobazie contabili, la cooperativa già lo scorso anno aveva deciso di citare in giudizio la banca senese e la Consob, reclamando danni per 137 milioni di euro. Ma c’è dell’altro, come scriveva esattamente un anno addietro Fabio Pavesi sul Sole. E cioè che Coop Centro Italia non era solo azionista di MPS, ma anche sua grande debitrice:
«La Cooperativa nel 2014 aveva in corso mutui con Mps Capital Services per 13 milioni, con scadenza 2020. E altri 32 milioni di mutuo con Banca Toscana (sempre del gruppo Mps), con scadenza al 2018. Nel corso del 2015, come si legge nel bilancio, la Coop Centro Italia rimborsa anticipatamente il mutuo da 32 milioni, ma tra i debiti spunta un nuovo mutuo fresco fresco con Mps Capital Services da 65 milioni. A fine 2015, quindi, tra vecchi e nuovi prestiti l’esposizione verso la banca senese complessiva ammonta a 78 milioni. È quasi la metà dell’intera esposizione bancaria della cooperativa»
Ora, non c’è modo di sapere se l’affidamento da parte di MPS e l’investimento azionario di Coop Centro Italia in azioni della banca senese siano circostanze collegate. Formalmente non è andata così, ci mancherebbe. Ma resta la prassi problematica. Anche se nessuno ha imposto ai dirigenti di Coop Centro Italia di comprarsi azioni MPS, un elementare principio di diversificazione degli investimenti sarebbe servito. Fatte le debite proporzioni, è un po’ quello che è accaduto alla Fondazione MPS: se avessero investito il patrimonio in un Etf legato all’indice azionario mondiale MSCI World, anziché andare all-in sulle azioni della banca, ora a Siena sarebbero più ricchi dei lussemburghesi. Eviterò di ribadire la solita morale sullo sciocco ed i suoi soldi che si separano presto. E quanto a mettere tutte le uova nello stesso paniere, evidentemente c’è chi ritiene che vada bene così, perché le uova devono restare sul territorio; almeno sin quando non si trasformano in frittata.
[via phastidio.net]
Nel frattempo, Coop Centro Italia ripianerà la mega perdita attingendo alle riserve. Lo stock di mezzi di capitale proprio legato al prestito sociale è in calo di poco meno del 10% in un anno, secondo dati riportati da Maria Grazia Carbonari, consigliera regionale umbra del M5S. Farebbero bene anche a trovarsi un advisor di investimenti che sia meno analfabeta legato al territorio.