Dagli ultimi dati Nielsen e Ismea l’inversione di tendenza dei consumi pare avvenuta, anche se non possiamo parlare di ripresa vera e propria, visti i deboli segnali.
L’analisi del comparto nel suo dettaglio, evidenzia però tendenze diverse e contrapposte tra i prodotti confezionati a libero servizio e a banco servito. Per i primi, la dinamica è stata in netta crescita +2,2%, grazie soprattutto al contribuito di bevande e olii, con l’acqua che ha segnato un +9%; la birra un + 6% e gli oli di oliva un +19%. Mentre la spesa complessiva dei prodotti a banco servito, essenzialmente freschi, ha accusato una flessione del 2,8%, maturata soprattutto nei reparti carne con un -5,8% e lattiero caseari, -3,4%, a fronte di aumenti anche consistenti per prodotti ittici che registra un +4,8%, ortaggi e frutta freschi rispettivamente 2,5% e 4,7%.
Le ragioni del crollo delle carni sono ancora legate principalmente all’impatto mediatico dell’allarme OMS, malgrado la revisione del comunicato e le specifiche dichiarazioni riguardo l’esiguo, e quindi sicuro, consumo italiano. Questo legato ai nuovi trend alimentari, portano la domanda a segnare ancora un dato ampiamente negativo per salami e wurstel rispettivamente -4,5% e -7,3%. Tengono i consumi solo i prosciutti sia cotti che crudi. Per le carni fresche: crolla il suino a -9% mentre si riprendono avicolo e bovino. Per gli stessi motivi crescono gli acquisti di frutta, verdura e pesce.
Mentre i consumi a fatica segnano qualche ripresa, i prezzi delle merci all’origine fanno registrare un calo complessivo di circa il 2%.
Secondo i dati Ismea, si assiste a una flessione dei listini delle carni del -3%. In particolare suini -6,9%, avicoli -5,2%, conigli -11,4%, abbastanza stabili i bovini +0,3% e ad andamento decisamente positivo solo gli ovi-caprini +4,5%. Flessione anche per le uova -0,2%, in lieve ripresa i prodotti lattieri caseari +0,5%.
Malgrado l’andamento positivo dei consumi di frutta e verdura anche per questo settore i prezzi all’origine risultano in calo. Causa le miti temperature, la produzione è insolitamente alta causando un eccesso d’offerta rispetto alla domanda. Così il dato complessivo segna un -2,5% sul mese precedente, con ortaggi a -7,8% e frutta a -3,5%. In flessione anche i prezzi degli olii di oliva, -5,5% e dei cereali con un calo del 2,1%, i vini, secondo Ismea arretrano del -1,8%.
Dati positivi solo per ortaggi, frutta e colture industriali, che registrano incrementi medi del 3%, uniche voci in controtendenza rispetto all’andamento complessivamente negativo del comparto.