Il 2015 è stato, per la Distribuzione Moderna e i Discount, un anno un po’ incerto ma nel suo complesso buono, o quanto meno ha mostrato la via per costruire un promettente 2016.
Così sembra, infatti, dai dati IRI Gennaio-Ottobre, che parlano di una crescita significativa e uno sviluppo del giro d’affari del +2,7%, grazie ad un aumento del volume degli acquisti del +1,9% .
Sembra quindi confermata l’inversione di tendenza, dopo anni di calo e stagnazione, la domanda si risveglia e fa tirare un sospiro di sollievo.
Ma gli stessi dati raccontano anche che la vecchia rete soffre un calo della domanda e la crescita è interamente trainata dai nuovi punti di vendita aperti nel corso dell’anno, con una reddittività al metro quadro il 29% più alta. Se focalizziamo l’attenzione sul “core” della distribuzione moderna, ovvero sull’insieme di Ipermercati, Supermercati e Superette, scopriamo infatti che i distributori hanno rinnovato (ovvero aperto, chiuso o ristrutturato) circa il 5% degli oltre 15.600 negozi operanti sul territorio nazionale.
Questi nuovi punti di vendita hanno da soli attratto un giro d’affari annuo LCC superiore di circa 560 milioni di euro rispetto ai vecchi esercizi chiusi (in via definitiva o per ristrutturazione), fornendo un contributo alla crescita del canale vicino ai 2 punti percentuali.
I consumatori hanno premiato l’innovazione che, ancora una volta, dimostra d’essere fattore importante per dare una svolta positiva e riattivare le vendite.
E non ci sono solo i nuovi concept da Carrefour a Sapori&Dintorni, FiorFood, Auchan e GS, ma anche i format classici sono completamente ridisegnati. Innanzitutto dimunisce il numero degli Iper e quelli ristrutturati subiscono una diminuzione della superficie, mentre Supermercati e le Superette nuovi o ristrutturati sono più grandi. Si assiste quindi a una sorta di convergenza ad una dimensione di efficienza che vede esauste le superfici troppo grande e troppo piccole.
Per le troppo grandi le difficoltà sono i costi fissi, la gestione, la necessità di avere assortimenti ricchi anche nell’extralimentare; alle superfici troppo piccole pesa invece la mancanza di un assortimento adeguato alle esigenze dei clienti e il proliferare di nuovi prodotti e intere categorie ha peggiorato le cose rendendo evidente il problema.
Negli anni il cliente ha imparato ad adottare un atteggiamento all’acquisto più critico ed è disposto a sperimentare e frequentare più punti di vendita per soddisfare i propri bisogni.
Il rinnovo della rete nasce quindi da una necessità imprescindibile il cui investimento le aziende dovranno affrontare a breve, pena la fuga dei clienti.