Da anni si parla di un’imminente apertura italiana di Starbucks, una delle più grandi e famose catene di caffetterie al mondo, ma ogni volta le notizie venivano smentite – dall’azienda o banalmente dai fatti – e l’arrivo rimandato. Il Corriere della Sera scrive però che adesso si sta muovendo qualcosa di concreto e che entro Natale saranno firmati gli accordi tra Howard Schultz, il fondatore dell’azienda statunitense, e Antonio Percassi, l’imprenditore famoso per aver aperto i primi negozi Benetton e che dovrebbe occuparsi di organizzare l’arrivo di Starbucks in Italia. La prima caffetteria del marchio dovrebbe essere aperta a Milano, scrive sempre il Corriere, nel 2016.
Gli accordi dovrebbero essere firmati entro Natale. E il Frappuccino a marchio Starbucks potrebbe già essere servito al banco nel corso del 2016. Sono circa vent’ anni che Howard Schultz, fondatore e guida della più grande catena di caffetterie americana cerca di capire quale sia il modo giusto per vendere in Italia, patria del caffè, la miscela in versione yankee. Per di più a un prezzo quasi tre volte superiore alla tazzina nostrana. Adesso però si starebbe profilando la soluzione.
Da circa un anno la squadra di manager di Seattle, sede del gruppo che fattura circa 9 miliardi di dollari, ha aperto una trattativa con chi in Italia il retail lo conosce davvero. Si tratta di Antonio Percassi, 62 anni, natali a Clusone in provincia di Bergamo, ex calciatore del Cesena e dell’Atalanta di Bergamo, di cui ora è proprietario, ma soprattutto, guru dei centri commerciali. Come dire, colui che vanta nel curriculum l’espansione commerciale dei Benetton nonché quella del suo concorrente più acerrimo, la spagnolo Zara. L’imprenditore che quest’anno ha anche aperto la strada ai negozi di lingerie Victoria’s Secret. Adesso sarebbe la volta di Starbucks, il mito del caffè americano che si beve per strada ed è servito in un bicchiere di carta. (contina a leggere l’articolo)
Cosa ne pensate? Sarà veramente giunto in momento dello sbarco di Starbucks? E avrà successo o no in Italia e gli italiani sono pronti a bersi un Frappuccino per 3.75 euro?