Ho viaggiato un po’ anche quest’anno. Fino ad oggi ho potuto sperimentare quella bellissima frase che lessi tempo fa in uno dei libri di Paolo Rumiz, che sostiene – a ragion veduta – …. “non sei tu che fai il viaggio ma è il viaggio che forma te”. L’ho spesso pensata, lo confesso, come una frase “ad effetto”; mi devo, invece, profondamente ricredere. In queste ultime esperienze fatte un po’ per piacere, un po’ per dovere professionale e un po’ per rappresentanza famigliare e amicale, devo riconoscere che la frase è decisamente appropriata. Il viaggio mi ha formato. Ho riflettuto molto su questa affermazione e mi sono spesso chiesto il ”perché” e provo a lasciarvi questo pensiero.
Il viaggio è movimento che plasma, educa. Il viaggio è istruzione, conoscenza, cultura e formazione … già un anno fa scrissi alcune riflessioni sul concetto del viaggio. Oggi le voglio riprendere anche da un altro punto di vista.
Dentro un viaggio noi scopriamo e viviamo un bel po’ di emozioni; cito le più comuni: l’ansia, la paura e la curiosità verso luoghi non conosciuti; ma anche nel caso di luoghi conosciuti, c’è sempre un’emozione di curiosità e desiderio mista ad ansia, perché speriamo di trovare situazioni rassicuranti pur sapendo che qualche cosa potrebbe essere cambiato. Una catarsi emozionale che viene di giorno in giorno consumata dalle nostre azioni. Quest’anno ho provato l’emozione del ritorno in un luogo “conosciuto” . E di questo vorrei parlare. Pensavo di trovare tutto come l’anno precedente, ero preparato e sicuro, le giornate (solo 5) erano più o meno definite, sembrava non ci fossero novità. Una ripetizione dell’anno precedente e il mio atteggiamento iniziale era decisamente forte, sul rassicurante. Invece???…………. Invece quello spostamento fisico che porta in sé il viaggio era pieno di nuove dinamiche, di nuove relazioni e nuovi incontri; ed è qui la novità, la dimensione di vita nuova e formativa che ogni viaggio porta con sé.
Ogni vero “viaggio” nel mondo – anche ripetuto in luoghi già conosciuti – porta con sé una dimensione di novità nella propria interiorità, nel proprio “io”. Il “viaggio” è un’introspezione che ci porta ad una miglior conoscenza del sé. Ho ritrovato gli stessi luoghi ma le persone erano cambiate, se non altro invecchiate di un anno. L’anno precedente l’incontro fu quasi tutto orientato alla scoperta, quest’anno, invece, all’approfondimento.
Abbiamo bisogno di vivere queste esperienze per poi tornare, scrivere, raccontare. Nel racconto noi “viaggiamo di nuovo” e facciamo memoria depositata per coloro che hanno il desiderio di ascoltare. Pur andando verso “il noto” i nostri atteggiamenti e comportamenti sono orientati sempre verso qualche cosa di non conosciuto anche se già visto. Questo “ignoto” è qualcosa di irrefrenabile che ci appartiene e che ci fa dire che la nostra vita è la metafora più centrata per spiegare un viaggio . La parte formativa è valutare ogni nostro passo dal noto all’ignoto; e ogni giorno lo mettiamo in atto. E’ evidente che alcune volte abbiamo paura ma non possiamo ignorare la nostra straordinaria curiosità nel volerci spingere oltre. Non possiamo permettere alla paura di frenare ogni nostra azione.
Non voglio dilungarmi molto, penso che la metafora sia chiara. Ogni nostra azione quotidiana nel nostro mondo lavorativo e personale, è un viaggio! Ogni giorno siamo in bilico nel viaggiare tra “luoghi” noti o non conosciuti.
Alcuni esempi: “viaggio” quando leggo un CV, quando incontro una persona ad un colloquio, quando incontro un gruppo di persone nella formazione (anche se conosciute), quando incontro imprenditori e i loro collaboratori pronti per nuove sfide. In ognuna di queste azioni noi viaggiamo nel quotidiano e – se mi è concesso un irriverente paragone – mi permetto un suggerimento: lasciamoci sedurre “dall’oltre”, dall’ignoto, affinché si possa finalmente spiccare il volo e guardare situazioni quotidiane con un “nuovo paio d’occhiali” (ovviamente senza esagerare.. Icaro docet ).
Chiudo permettendomi una proposta che, sono sicuro, non mancherà di stimolare la vostra curiosità: cercare nella filmografia, nella letteratura, nella poesia e nell’arte, le centinaia e centinaia di opere dedicate al viaggio (insieme al tempo e al gioco, sono le materie più studiate dall’uomo).
Quando qualcuno vi chiederà qual è il viaggio più bello che avete fatto, risponderete anche voi…. “Quello che farò domani “ (dicendolo ogni giorno!!)
La formazione nel “viaggiare”
