Dopo anni di acquisizioni e fusioni per contrastare la crisi inizia la selezione vera: chi cresce e chi rischia

La crisi ha colpito duro, molto duro la gdo. Abbiamo assistito negli ultimi anni ad un considerevole processo di acquisizioni, fusioni, ristrutturazioni e cambi di centrale, imposte da una situazione economica senza precedenti. Per molti Gruppi, sani e con buona liquidità a disposizione, questa fase ha rappresentato una grande opportunità di espansione assorbendo punti vendita di chi invece stentava a far quadrare i conti. E si è cercato di “salvare il salvabile” in termini di punti vendita e di occupazione, o di ristrutturare per sopravvivere, a volte anche drasticamente, creando movimenti interni alle centrali che mai si erano visti.

Ora che la situazione tende a normalizzarsi e chi poteva investire e chi poteva ristrutturare lo hanno fatto, cominciano a venire al pettine i veri problemi per quei gruppi che, per l’impostazione del loro business, stanno lentamente scivolando fuori da un mercato che è cambiato radicalmente a causa di una drastica evoluzione dei comportamenti di consumo degli italiani. Ci troviamo di fronte a gruppi in forte crescita da un lato, e gruppi in grosse difficoltà dall’altro.

Esselunga, per esempio, ha annunciato entro il 2017 un piano di assunzioni di 2500 nuovi addetti con l’apertura di nuovi supermercati, offerte di lavoro che si suddividono fra sede e negozi. Che i numeri di Esselunga siano ottimi è fatto risaputo come lo è il fatto che il gruppo di Caprotti abbia passato quasi indenne gli anni di crisi.

Dall’altra parte, altro esempio, troviamo Auchan che dichiara 1500 licenziamenti e la chiusura di diversi punti vendita. Certamente il formato Iper è quello che ha sofferto maggiormente in questi anni e probabilmente non c’è stata una reazione al cambiamento che avrebbe forse potuto oggi presentare una situazione differente.

Questi sono solo esempi di una situazione che a nostro avviso porterà a breve nuovi “colpi di scena” nel mondo gdo, nel quale il divario tra chi ha fatto le scelte giuste e chi soffre un forte ritardo nell’adeguarsi al mercato si fa sempre più grande. La crisi è ben lungi dal essere superata e per tornare ai livelli di consumi del 2007 ci vorranno diversi anni, nel frattempo chi pensate avrà le migliori performance e chi subirà “forti perdite sul campo”?

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