Riapre il cantiere Marca in vista della fiera del 14-15 Gennaio 2015. Il tavolo dei lavori guarda all’internazionalizzazione così come, da tempo, vi guarda l’industria nel tentativo di risollevare i magri bilanci, ma anche la Distribuzione che inizia a scorgerne i vantaggi.
Ci si chiede allora: come internazionalizzare i prodotti italiani attraverso la marca commerciale?
Come può un Paese che non ha grossi distributori portare i propri prodotti all’estero?
Si tratta di un tema rilevante per lo sviluppo di imprese ed il rafforzamento della distribuzione, che sembra oggi subire il contraccolpo della crisi. Il meeting si è aperto con un’analisi della situazione attuale del Prof. Cristini di ADEM-LAB, che ha fatto anche da coordinatore per gli altri interventi: il focus dell’Ing. Gelati sui sistemi di certificazione e standard per l’export, i tre modelli di internazionalizzazione della distribuzione di Auchan, Conad e Carrefour, tre esperienze dal mondo industriale e, non poteva poi mancare, il rapporto IRI sulla marca commerciale del Dott. Marzoli. Cristini parte dall’importanza dell’industria agroalimentare italiana nell’economia: 220 miliardi, 8,7% del Pil, 13,2% quota degli occupati nel settore. L’industria agroalimentare è composta da piccole e medie imprese, in realtà in una visione globale dovremmo parlare di micro-imprese, che possono quindi trovare difficoltà nello sviluppare e difendere una marca, essere referenziati negli assortimenti GDO, entrare nei mercati internazionali.
Queste operazioni richiedono grandi investimenti sia in innovazione sia in comunicazione.
Le opzioni possibili per l’impresa che vuole rivolgersi all’estero sono:
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