Una parte del self branding è quindi legata al networking: il capitale di relazioni che siamo in grado di costruire è ormai il vero valore aggiunto. E questo vale sia per la nostra attività nel mondo reale, sia per la nostra attività nel mondo virtuale dei social network. E le due cose si uniscono nel momento in cui per determinate attività è sempre più frequente che al candidato per un lavoro venga richiesta la capacità di essere il primo promotore del proprio lavoro e di avere quindi una rete di persone (sia reali che virtuali) che sia il valore aggiunto alle semplici e fondamentali competenze professionali. La seconda parte è invece più legata a noi stessi: come ci presentiamo agli altri?
Che cosa si ricorda di noi? Che messaggi trasmetto? A volte riuscire a trasmettere un giusto messaggio può essere anche legato al più superficiale degli elementi: l’abbigliamento.
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Pensate a un candidato per una posizione di lavoro “cool” per Google: ecco, presentarsi in giacca e cravatta non sarà certamente la scelta giusta. Poco importa se poi riuscirete a convincere il datore di lavoro che siete la persona adatta, comunque vada a finire siete partiti col piede sbagliato e poi avete dovuto provare a rimediare. Il marchio è importante, ma è anche importante che il nostro brand sia in sintonia con il mondo al quale appartengo o voglio entrare. E questo vale fino a quando non sarete un brand talmente assodato da potervi permettere qualunque cosa: nessuno negherebbe un lavoro a Marchionne solo perché si presenta con il maglioncino. Quali sono quindi i primi passi per costruire un proprio brand personale? La prima cosa da fare è capire quali sono gli aspetti del vostro carattere, e non solo, che vi rendono unici. La simpatia? La precisione? L’affidabilità? L’importante è che sia l’aspetto che più di ogni altro vi conferisce significato. Questo è solo il primo passo, perché bisogna poi capire qual è il modo migliore per sfruttare ciò che vi distingue dagli altri nel vostro ambito professionale. Dopodiché è fondamentale il ruolo dei social network, che dovrà diventare il luogo in cui fate i “cantastorie” della vostra vita (o almeno dei successi della vostra vita professionale). Comprensione delle nostre particolarità, veicolazione di queste per valorizzare la nostra unicità nel campo professionale che ci interessa e un network importante a cui poter fare riferimento. È tale l’importanza di questi aspetti che ormai il self branding viene anche insegnato in alcuni master universitari che hanno a che fare con il marketing e la vendita del prodotto.