martedì 14 Gennaio 2025

Luigi Scordamaglia sarà il nuovo presidente di Federalimentare

L’assemblea di Federalimentare ha eletto Luigi Scordamaglia  alla presidenza della Federazione per il quadriennio  2015-2018, che succederà a Filippo Ferrua Magliani a partire dal 1° gennaio 2015.

“E’ stato un quadriennio difficile – ha dichiarato Ferrua –  caratterizzato da una crisi economica senza precedenti dal dopoguerra che ha colpito duramente anche un settore tradizionalmente anticiclico come quello alimentare. E’ diminuita la produzione, sono crollati i consumi, solo l’export ha tenuto grazie alla forza del Made in Italy. Un contesto esterno che ha reso necessario operare sull’emergenza piuttosto che sullo sviluppo organizzativo della Federazione; penso che la nuova Presidenza saprà cogliere il momento dell’auspicata ripartenza del Paese per avviare un processo di crescita federativa a cominciare dalla straordinaria opportunità, che lascio in eredità, della partecipazione all’’Expo con un Padiglione Federalimentare per ospitare le eccellenze del sistema industriale alimentare italiano.”

Scordamaglia, 48 anni, sposato con due figli, vanta un’importante e consolidata esperienza presso aziende ed istituzioni del settore alimentare, in particolare, nel comparto delle carni.  Dal 2006 è Amministratore Delegato di Inalca Spa, Gruppo Cremonini, Società  leader in Europa nelle carni bovine e presente in 40 Paesi, con  4000 dipendenti  e 1,6 miliardi di fatturato.

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Dal 1995, ha maturato una prolungata esperienza professionale in Assocarni, prima come direttore e segretario generale, quindi assumendo la carica di  vicepresidente. Tra il 1994 e il 1995 Scordamaglia è stato amministratore delegato di “Intercarne Qualità” ed è presidente  di “Quinto Valore”, società operante nel settore delle pelli. Già membro del consiglio direttivo dal giugno 2014, è attualmente vice presidente dell’Ims – International Meat Secretariat, associazione che riunisce le più importanti organizzazioni del settore della carne in tutto il mondo. Laureato in Medicina Veterinaria nel 1990 presso l’Università di Perugia, ha svolto attività didattica e di ricerca per poi conseguire master in materia di controllo di gestione e finanza aziendale.

In seno a Federalimentare, come Consigliere Incaricato, Scordamaglia ha largamente contribuito alle linee politiche  della Federazione, a tutela dell’Industria alimentare italiana, in sede nazionale ed estera, su tematiche strategiche come agricoltura,  internazionalizzazione e ambiente. E’ Consigliere di Amministrazione dell’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ex ICE). È stato inoltre Consigliere del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per le politiche agroindustriali con i Ministri Gianni Alemanno, Paolo De Castro e Luca Zaia.

Nel ringraziare per la fiducia accordatagli, il neo presidente Scordamaglia ha assicurato che “tutti i suoi sforzi saranno finalizzati a ridare centralità, rilevanza e visibilità all’industria alimentare italiana come asse portante della nostra economia e motore di rilancio del nostro Paese. La nostra Federazione, afferma Scordamaglia, dovrà essere percepita come organizzazione di rappresentanza unica ed unitaria dell’industria alimentare, quasi un emblema,  un marchio identificativo in cui far riconoscere con orgoglio i tanti imprenditori che hanno contribuito alla straordinaria immagine che il food and beverage made in Italy ha nel mondo” . “Per quanto riguarda l’attività della nostra Federazione – conclude Scordamaglia – non è più tempo di disperdersi su mille attività: pochi, chiari e condivisi devono essere gli elementi su cui concentrarsi: rappresentare con orgoglio e determinazione  il nostro mondo industriale nei confronti delle istituzioni, comunicare incessantemente l’enorme valore aggiunto che l’alimentare italiano rappresenta per questo Paese, partecipare attivamente al sempre più importante processo di internazionalizzazione delle nostre aziende, essere punto di riferimento concreto ma realistico nelle relazioni industriali”.

 

 

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