La dott.ssa Diana Scanferla è un manager della GDO che da più di dieci anni si occupa di freschi e surgelati. Da oggi la manager inizia una collaborazione con GDONews dove darà importanti contributi circa l’evoluzione della GDO ed il ruolo che la stessa deve avere nei rapporti con l’industria. Oggi GDONews, in occasione dello svolgimento della Fiera Sana 2014 a Bologna pubblica un interessante articolo della Scanferla corredato di analisi e dati di mercato. Buona lettura
Redazione GDGONews
In questi anni stiamo assistendo a un cambiamento di paradigma Khuniano: protagonista l’Europa.
La dieta tradizionalmente ricca di proteine animali sta sempre più spostandosi verso le proteine vegetali.
Frutto di un multi trend: salutistico, etico, attenzione all’ambiente e sempre più intersecato al biologico che ne costituisce un volano importante.
Il fenomeno in crescente visibilità mediatica, trova la sua massima espressione nel web, dove la community VEG è una delle più attive e questo si traduce in una sempre maggiore evidenza nei lineari della GDO e dei Discount.
Ma cosa ha spinto il canale classico, anche di scarsa superficie, a dedicare parte dell’assortimento a questi prodotti visti fino ad oggi di nicchia e presidio dei negozi specializzati?
Naturalmente la potenzialità del mercato e del giro d’affari e di margine, dal punto di vista economico. Parliamo, infatti, di un mercato ancora inespresso, ma che a oggi sviluppa già 55 milioni di euro.
Dal punto di vista sociale, l’entrata di nuovi player nel mercato con proposte di prodotti più appetibili, ricchi e sfiziosi che li smarca definitivamente dall’immaginario collettivo di articoli per “malati” o “allergici”, fa scoprire a sempre più consumatori il piacere di un’alimentazione diversa.
Il desiderio di consumo è rimasto però frenato per un certo tempo, visto il costo medio che va inizialmente dai 4-5 euro nei negozi specializzati, legato sia alla qualità delle materie prime (bio e spesso anche no ogm), ai costi logistici e a una marginalità elevata da posizione dominante.
L’acquisto iniziale di più prodotti basici, a prezzo più contenuto quindi, cercando di ricettarli manu propria, grazie ai new media, blog in primis, dinamizza anche il mercato editoriale con pubblicazioni ad-hoc e incuriosisce altri potenziali fruitori.
Si crea, dunque, una domanda di tali beni, a prezzi più contenuti, rivolta ai canali convenzionali e Discount i quali hanno risposto prima un po’ timidamente ma poi con sempre maggior convinzione e spazi dedicati.
L’assortimento sta vedendo un passaggio da 2 a 8 referenze in media in GDO e da 2 a 6 nei Discount sia nei freschi che nei surgelati ed è ancora in pieno sviluppo. I prezzi medi, in lieve flessione, sono passati rispettivamente da 3,11 a 3,00 euro in GDO e da 2,66 a 2,36 euro nel canale Discount grazie anche a sinergie logistiche.
Nel frattempo, il comparto dei negozi specializzati, che è sempre stato ben articolato e dove i basici erano normalmente affiancati ai piatti pronti e di servizio come hamburger, cotolette e wurstel, oggi vede esplodere l’offerta anche ad altri più innovativi prodotti come lupino, tempeh, simil salumi a base vegetale, snack, fino ai prodotti etnici border-line: falafel, hummus, cous cous, tabulè.
In un contesto storico/economico dove non possiamo più parlare di crisi, ma di consolidamento di una diversa realtà cui far fronte con meno posti di lavoro e minor capacità di spesa, come si giustifica una crescita così importante in un segmento con prezzo medio relativamente elevato?
Può sembrare un’anomalia ma è in realtà la creazione di un nuovo paradigma che conquista un suo seguito, e, proprio il contesto storico, rende ancora più forte ed evidente il cambiamento nei consumi.
Oggi si stimano 6 milioni di italiani che, a diverso diritto, rinunciano o riducono il consumo di proteine animali. Sembra che la fascia più consistente e in continua crescita sia costituita dai “flexitarian” ovvero persone che rivedendo i propri schemi di vita rinunciano a proteine animali solo qualche volta a settimana.
Gli spazi di sviluppo del settore sono quindi importanti ma per farlo decollare definitivamente occorre una proposta più ampia e a prezzi più contenuti per offrire un’opportunità di accesso alle fasce di consumatori con minor potere d’acquisto.
Pubblichiamo qui sotto, in esclusiva per i soli abbonati, i dati di mercato del BIOLOGICO ed ETNICO appena resi noti
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Ciao Diana !!
felicissima di leggerti …so quanto , questa materia davvero ti è cara !! e NON solo Quanto tu creda veramente nei prodotti BIO …siete state tu e Diana Lippi , (Grande Maestra ) precorritrici di questi prodotti poiche’ per voi la Qualita’ e il Benessere per il consumatoire Finale è sempre stato il Vostro primo Obiettivo !!.. poi ..anche il prezzo !!! ( che “battaglie ” ..ricordi ?)
Ti saluto caramente , se mi scrivi la tua mail ti mando la presentazione di una Ditta Bio Tedesca ..la ***..che ora, in Italia, è gestita da***e da ***….Vedrai che prodotti …………e ..
Aspetto tue …baci anna
Complimenti per