domenica 9 Febbraio 2025

Rewe: dalla conquista della prossimità alla conquista della frontiera

reweIl Gruppo REWE lascia il segmento dei supermercati in Italia. Il 30 giugno 2014, il Gruppo REWE ha raggiunto con la consociata italiana del Gruppo francese Carrefour un accordo per la cessione di 53 negozi gestiti con il marchio BILLA in Italia, soggetto all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni regolatorie. Le parti hanno concordato di non rilasciare dichiarazioni relative al prezzo di cessione. Per la vendita dei restanti 83 negozi sono già in corso trattative fra l’Azienda e potenziali partner. I circa 3.784 collaboratori impiegati nei negozi saranno trasferiti ai rispettivi acquirenti. Per i 240 collaboratori di sede verrà elaborato un piano sociale con le Organizzazioni Sindacali.

“Il nostro obiettivo strategico è quello di raggiungere una posizione rilevante in tutti i mercati in cui siamo presenti. In Italia finora non siamo stati in grado di raggiungere questo traguardo nonostante gli investimenti mirati e l’ottimizzazione della rete e, sulla base delle nostre attuali stime, non saremo in grado di raggiungerlo nemmeno nel prossimo futuro“, così Frank Hensel, Presidente del Consiglio di Amministrazione di REWE International AG e Procuratore Generale del Gruppo REWE. “Per queste ragioni abbiamo deciso di abbandonare il segmento dei supermercati in Italia. Il nostro focus in ambito internazionale è sui mercati di successo del Centro ed Est Europa“, spiega Hensel.

Questo il comunicato stampa emesso dalla società REWE Italia. A distanza di 20 mesi, quando Rewe sotto le insistenti voci di corridoio che davano per cedente la società dichiarò che al contrario voleva investire nella prossimità, la società austriaca ci ha ripensato. Via dall’Italia. Billa in Austria si sta sviluppando con progetti ed assortimenti che hanno come punto di arrivo la qualità, che ovviamente ha un costo. Il consumatore austriaco è differente dall’italiano, la sua disponibilità di spesa differente ma soprattutto è differente l’atteggiamento nei confronti del consumo. In Italia aveva deciso di presidiare la prossimità, ovvero quell’area che non sembrava essere aggredita dalla crisi come i grandi formati. Invece anche la prossimità sta cedendo il passo, la battaglia sui prezzi è inarrestabile ed addirittura Esselunga ha intrapreso la strada dell’offerta Discount. Tanto vale stare sul mercato solo con Penny Market, l’offerta Discount di Rewe, e lasciar perdere il supermercati. Vero, solo che probabilmente la forma è sbagliata: siamo stati trattati come i Paesi colonizzati, con poco rispetto. La vera curiosità è che ad acquistare sia stato Carrefour. Ma non doveva andare via dall’Italia anche lui? Magari tra poco uscirà un comunicato stampa che dirà: “Investiamo sull’Italia!” e da lì iniziamo un atro conto alla rovescia.

 

 

Dott. Andrea Meneghini
Dott. Andrea Meneghinihttps://www.gdonews.it
Analista ed esperto di Grande Distribuzione alimentare. E’ un attento osservatore delle dinamiche evolutive dei diversi format in Italia ed in Europa. Collabora con alcuni Gruppi della GDO italiana nelle aree di crisis communication management e news management. Affianca la Direzione Generale di alcuni Gruppi della GDO nella gestione delle strategie aziendali. Collabora anche con aziende del Mass Market Retail all'estero come assistant manager sull'italian food. Si può contattare scrivendo a meneghini@gdonews.it

2 Commenti

  1. Complimenti per l articolo Dr. Meneghini. Con le ultime frasi in particolare ha detto cose sacrosante. Uno si fa tante domande ma in paio che mi faccio io meriterebbero una risposta. La prima: come fa un’azienda che con n mila supermercati leader in Austria e Germania a non riuscire a fare una strategia vincente con soli 150 supermercati in Italia? Se vedi che con il management scelto non sei vincente, perchè non mandi i tuoi, perché non offri quello che serve e ingaggi il meglio dalla concorrenza? Forse perché sono anni che hai deciso di andare via! Seconda domanda: perché ci facciamo colonizzare facilmente? Ormai dopo l olio, lo spumante ai russi anche la pasta è in mano a americani e spagnoli! Ma davvero siamo noi il terzo mondo?

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