L’Ascri, un’associazione dedicata alla prevenzione delle crisi d’impresa che riunisce commercialisti, industriali e uomini della finanza ha presentato un insieme di regole di comportamento in grado di gestire con successo il delicato passaggio del cambio di consegne generazionale nelle imprese familiari.
I dati sono disarmanti secondo noi di GDONews: solo il 31% delle imprese familiari riesce a passare alla seconda generazione e solo il 15% alla terza generazione (dati Infocamere 2012), spesso con gravi problemi per quelle imprese che passano di mano. Considerato che la grande maggioranza delle imprese italiane sono imprese familiari, il problema di come affrontare con successo il passaggio generazionale è di grande rilevanza. Secondo noi questo avvalora un ulteriore concetto: le nostre imprese sono vecchie, hanno una guida anziana, e quindi sicuramente oculata ma non dinamica come sarebbe con un giovane alla guida. Di chi è la colpa? Nell’articolo sui giovani ed il lavoro pubblicato oggi e scritto dal nostro formatore e Head Hunter, Stefano Gennari, si accenna alla poca fiducia che viene data alle nuove generazioni. E’ un tema importante che va approfondito. Chi legge si domanda quali sono i limiti che portano queste situazioni così fotografate? I limiti sono quelli che un uomo esperto non può avere le cognizioni e le consapevolezze che sono proprie dei giovani nel comprendere le opportunità di mercato che offre il MONDO, non l’Italia. Qui sta il limite: i giovani sono connessi con il mondo 24 ore al giorno, le persone mature contano spesso ancora in lire. C’è posto per tutti sia chiaro, e le persone esperte sono fondamentali per il buon andamento delle società e per le aziende, ma se i giovani avessero più spazio il mercato avrebbe un’altra dinamicità.
“Il passaggio generazionale è un momento molto delicato soprattutto per le piccole e medie imprese – ha detto in conferenza stampa Claudio Pastori, Presidente ASCRI – ma non facile neppure per grandi imprese Il problema è anche che molte imprese spesso pensano di risolvere il problema autonomamente, prescindendo dal ricorrere agli esperti di settore: un buon manager che gestisca la transizione, prima di tutto, ma anche esperti legali e fiscali. Non basta, bisogna prepararsi per tempo, anche perché può verificarsi una scomparsa prematura del leader dell’impresa, il che vuol dire anche 10 o 20 anni prima, e seguire delle regole precise che pe la prima volta sono state codificate da un gruppo di lavoro dell’Ascri”.
Il pacchetto di proposte, scaturito da un gruppo di lavoro dell’Ascri, verrà presentato al 4° “Convegno annuale Ascri” che si terrà sabato 12 aprile 2014 a Baveno (Verbania).
Eccole in anteprima:
1. La costituzione per tempo di un Patto Legale della famiglia scritto che stabilisca le regole legali: dalla gestione di potenziali conflitti alle retribuzioni dei membri di famigli impegnati nell’impresa
2. Il Patto della famiglia dovrà altresì stabilire le regole fiscali: all’erogazione dei dividendi; dalla creazione di Holding familiari all’eventuale istituzione di Trust, Fondazioni etc.
3. Non utilizzare i denari dell’azienda “a leva” per eventuali liquidazioni ai soci o ai familiari
4. Complementare al Patto la stipula, a tempo debito, di strumenti assicurativi che garantiscano un sostegno finanziario nel momento del passaggio generazionale, in caso di liquidazioni, vendita o cessione di quote societarie, etc.
5. La nomina di un manager che accompagni la transizione: possibilmente una figura non aziendale competente, senza pregiudizi e con una visione strategica (a meno che non esista in azienda un manager dotato di know how, ma privo di interessi personali, indipendente e senza pregiudizi).
6. Per le piccole imprese, il commercialista storico può avere un ruolo rilevante
7. L’imperativo di evitare l’indebitamento dell’azienda per eventuali liquidazioni di soci membri della famiglia o, peggio, la frammentazione della proprietà dell’azienda.
8. La salvaguardia dei posti di lavoro per i dipendenti strategici è importante per il futuro dell’impresa, che è un insieme di persone
9. Le banche, attente all’indebitamento dell’azienda, devono saper ideare sistemi di finanziamento che non pregiudichino l’attività aziendale
10. Non scartare aprioristicamente l’idea di appoggiarsi ad un “fondo” qualora non si individui un passaggio generazionale in grado di cavalcare la crescita.