A maggio il tasso d’inflazione annuo registra una lieve discesa, passando al 3,2% dal 3,3% di aprile, variazione nulla su base congiunturale. In diminuzione il costo del carrello della spesa. I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori – rileva l’Istat, diffondendo le stime preliminari sull’inflazione – risultano invariati su base mensile e il tasso di crescita tendenziale scende al 4,3%, con una decelerazione di quattro decimi di punto percentuale rispetto ad aprile (+4,7%), quando raggiunse il top da settembre 2008. Il rallentamento dell’inflazione, spiega l’Istat, risente principalmente della flessione congiunturale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-1,7%) che determina una decelerazione di due punti percentuali del loro tasso tendenziale di crescita (15,2% dal 17,2% di aprile).
Un effetto di contenimento si deve anche al calo congiunturale dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-0,6%). Per contro, un rilevante effetto di sostegno alla dinamica dell’indice generale deriva dall’aumento su base mensile dei prezzi dei beni energetici regolamentati (+1,7%), interamente spiegato dal rialzo del prezzo dell’energia elettrica (+4,7% rispetto ad aprile). Tra i prodotti al bancone alimentare del supermercato, a “riscaldarsi” di più nel confronto con maggio 2011 sono lo zucchero (+9,4 per cento), il vino (+3,8 per cento), le uova (+5,1 per cento), il pesce fresco di mare (+3,2 per cento) e d’allevamento (+4,9 per cento), prodotti di panetteria e pasticceria (+3 per cento) e persino la pasta (+2,4 per cento). Mentre restano assolutamente convenienti i prodotti prettamente agricoli, e questo nonostante le difficoltà del settore: i prezzi della verdura fresca calano del 3,3 per cento congiunturale e dell’1,7 per cento tendenziale; quelli della frutta salgono sì del 6,1 per cento rispetto ad aprile (quando erano crollati di 3 punti percentuali) ma restano in flessione del 3,4 per cento rispetto a un anno fa.