A cosa serve conoscere i dati del turismo quando si parla di Grande Distribuzione? Serve perché è un segnale della salute del Paese relativamente all’attitudine a far circolare il denaro per qualcosa che viene considerato voluttuario ma che in realtà rappresenta una necessità di recupero di energie per continuare a vivere e lavorare, cioè è una di quelle spese che si considerano necessarie quasi quanto quelle alimentari per vivere. Se il calo di questa voce di spesa è rilevante è possibile che anche l’attenzione delle stesse persone per le spese alimentari sia massima.
Ebbene si è appena concluso il BIT a Milano, la Borsa Internazionale del Turismo e da quella sede è emerso che secondo l’ISTAT i viaggi degli italiani sono in calo a due cifre ma con degli importantissimi distinguo.
Nel 2010 i viaggi con pernottamento effettuati dai residenti in italia (outcoming) sono stati 99 milioni e 997 mila, per un totale di 626 milioni e 947 mila notti. Rispetto al 2009 c’è forte diminuzione del numero di viaggi (-12,4%) e del numero di pernottamenti (-7,8%). In particolare, i viaggi di vacanza, che pesano per l’87,4% sul totale, mostrano una flessione (-11,4%) dovuta alla consistente diminuzione delle vacanze brevi (-18,7%), confermando la dinamica già segnalata nel 2009. Tale effetto si manifesta con maggiore intensità nel 2010, registrando anche un decremento nel numero di pernottamenti per vacanza breve (-18%), sovrapponibile a quello delle stesse vacanze. I soggiorni di vacanza lunga (di almeno 4 notti) e i pernottamenti per vacanza lunga, invece, si mantengono sostanzialmente stabili.
Questo è un dato importantissimo. Possono calare il viaggi brevi, quelli che intermezzano vacanze lunghe, ma non calano le vere vacanze, segnale che esiste la crisi ma non è profonda come si vorrebe far intendere. Il dato più interessante è però il seguente: i viaggi per motivi di lavoro, che costituiscono il 12,6% del totale, subiscono una diminuzione anche superiore rispetto alle vacanze di piacere (-18,4%), accompagnata dal calo del relativo numero di pernottamenti (-29%).
Quindi sebbene in ponderata valgano meno di un quarto, i viaggi di lavoro (ovvero quelli professionali) sono calati moltissimo abbassando il dato medio generale, assieme alla tendenza negativa della vacanza breve.