Sono state oltre 30 le aziende tra Grande Distribuzione Organizzata (Gdo), produttori (3PL -Terze Parti Logistiche) e autotrasportatori monitorate dal 2006 ad oggi per un’ imponente ricerca sul peso effettivo della gestione dei pallet condotta dal C – Log, Centro di Ricerca sulla Logistica dell’Università Carlo Cattaneo – Liuc in collaborazione con il Politecnico di Milano.
La ricerca è stata illustrata nel corso del convegno “La gestione dei pallet nella filiera dei beni di largo consumo”, organizzato dal C- Log della Liuc in collaborazione con Assologistica-Cultura e Formazione e patrocinato daAssoimballaggi di Federlegno-Arredo e da Indicod-Ecr Italia.
Un incontro che ha visto alternarsi responsabili di tutta la filiera, dalla produzione e riparazione del pallet in legno all’industria che lo utilizza, dai fornitori di servizi in pooling alle terze parti logistiche, fino alla distribuzione moderna.
“Con questa ricerca – spiega il professor Dallari – è stato possibile derivare una stima dei costi complessivi di gestione dei pallet per l’intera filiera del largo consumo (dal fine linea al punto vendita), analizzando due casi estremi, ovvero la configurazione semplice, in cui il produttore consegna la merce direttamente ai Centri di Distribuzione (Ce.Di.) della GDO con viaggi a carico completo mediante autotrasportatori e quella complessa, in cui il produttore affida in outsourcing la merce presso un magazzino centrale gestito da una Terza Parte Logistica, che a sua volta effettua la consegna ai Ce.Di. anche ricorrendo a operatori terzi (autotrasportatori o “padroncini”)”.
Il costo di gestione per ogni pallet inviato dai produttori ai distributori risulta essere compreso tra 2,43 e 5,57 euro: “In particolare, nel caso più complesso la presenza di più attori, unita all’elevato numero di livelli in cui si articola la rete distributiva, aumenta il numero di movimentazioni, di controlli e il rischio di perdite, rotture e/o sottrazioni illecite di pallet, con conseguente aumento del costo complessivo di filiera”.
L’indagine ha inoltre evidenziato le ben note criticità dell’interscambio pallet Epal, lo storico sistema di gestione pallet entrato a regime nel 2003 e adottato dalla maggior parte degli attori della filiera: in particolare, nonostante il sistema Epal sia sulla carta un “sistema chiuso”, si è registrato un elevato valore delle perdite non fisiologiche dei pallet circolanti nel sistema (vale a dire non dovute a rotture e danni, bensì a sottrazioni o mancate restituzioni) e, conseguentemente, un incremento generale dei costi amministrativi per tutte le imprese coinvolte: dalla contabilità dei buoni pallet alla gestione dei saldi dare/avere, dalla gestione dei contenziosi al rapporto con i riparatori di pallet.
Ciò determina un valore elevato dei costi di gestione del pallet, i cui effetti negativi si ripercuotono su ciascun attore della filiera. “La ricerca – ha concluso il professor Dallari – ha messo in luce come la gestione del pallet da parte dei produttori sia nel complesso più strutturata e meglio seguita, sia rispetto alle aziende della GDO, le quali non essendo proprietarie dei pallet che movimentano e forti di un maggiore potere contrattuale si rivelano poco sensibili all’argomento, sia rispetto agli operatori logistici e trasportatori, i quali in alcuni casi non riescono a dedicarvi la dovuta attenzione. Sarebbe ora di sicuro interesse sviluppare un’analisi delle modalità e dei costi di gestione del pallet confrontando il sistema di interscambio con il sistema di pooling che, come noto, è il più diffuso nel resto d’Europa”.
Il convegno ha messo a confronto i diversi attori della filiera sulle interazioni e i possibili processi di collaborazione e sulle best practices adottate.