Per Coldiretti il grano cala e pane e pasta salgono

Speculazioni? Forse. Di fatto alla fine dell’anno in corso gli italiani avranno speso per l’acquisto di pane, pasta e derivati dei cereali 3,4 miliardi in più rispetto al 2007. Gli aumenti nel corso dell’anno si sono fatti sentire, ma ora i prezzi del grano sono i calo e i prezzi dei prodotti sugli scaffali no. Che succede? Intanto precisiamo che non è proprio così, alcuni prezzi calano: per esempio quelli dei prodotti a marca commerciale derivati del grano. Viene da domandarsi: è l’industria che vuole riprendere un po’ di ossigeno dopo che le lunghe trattative durante le impennate dei prezzi avevano determinato incrementi talvolta men che proporzionali rispetto ai reali aumenti, oppure è il Trade che in questo frangente vuole favorire la propria marca? In buona sostanza le quotazioni del grano sono andate più giù della borsa, tanto che sono dimezzate rispetto a quelle del 2007, mentre la pasta di semola di grano duro è arrivata a costare 1,6 euro al chilo. Infatti sembra che il grano duro costi oggi 0,28 euro al chilo, mentre all’inizio dell’anno costava 0,48 euro. Nello stesso periodo la pasta è passata da 1,4 euro al chilo a 1,6 euro. Coldiretti denuncia: «Si è dunque verificato un progressivo ed ingiustificato allargamento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo: +14% quello della pasta, -42% quello del grano. Contemporaneamente i concimi hanno subito un aumento del 56%. Se la situazione non cambierà in fretta sarà a rischio il futuro delle coltivazioni di grano Made in Italy».

Analista ed esperto di Grande Distribuzione alimentare. E’ un attento osservatore delle dinamiche evolutive dei diversi format in Italia ed in Europa. Collabora con alcuni Gruppi della GDO italiana nelle aree di crisis communication management e news management. Affianca la Direzione Generale di alcuni Gruppi della GDO nella gestione delle strategie aziendali. Collabora anche con aziende del Mass Market Retail all'estero come assistant manager sull'italian food. Si può contattare scrivendo a meneghini@gdonews.it

3 Commenti

  1. Fino a quando non si capirà che tra il costo delle materie prime e il costo del prodotto finito c’è una relazione minima non ne salteremo mai fuori.

  2. Fino a quando l’industria (non solo alimentare) giustificherà gli aumenti a causa dell'”aumento del costo delle materie prime” non ne usciremo…

  3. bisogna anche sapere fare i conti, perchè è vero che le materie prime costano meno che dall’inizio dell’anno, ma sono più care rispetto ad inizio 2007.
    Senza contare i costi degli imballagi, energia e trasporti.

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