Coldiretti ha fatto una ricerca interessante: ha verificato che il “single”, colui che vive senza famiglia, la casa e le esigenze della stessa, e quindi anche la spesa, spende mensilmente il 60% in più rispetto alla media delle persone che hanno famiglia. Parlando di numeri, secondo la stessa analisi, il single spende 299 euro al mese contro i 187 euro spesi per il fabbisogno alimentare di chi appartiene ad una famiglia. Il motivo della spesa superiore è facilmente spiegabile : sono obbligati ad acquistare più cibo di quanto è necessario nella maggior parte dei casi, se, invero, la Grande Distribuzione mette negli scaffali confezioni monodose, il cui prezzo è proporzionalmente molto superiore. Di quanti consumatori si sta parlando? Le famiglie composte da un “mononucleo” sono circa 6 milioni (oltre il 25% del totale).
La ricerca della Coldiretti spiega: “I single sono un segmento di popolazione con uno stile di vita attento a risparmiare tempo in favore del lavoro e dello svago. Nella pausa pranzo se la cavano con un tramezzino al bar o con la mensa aziendale. Da qui il boom nelle dispense domestiche di surgelati di pasta precotta con condimento aggiunto e sughi monoporzione da 80 grammi. Tutto comodissimo, ma naturalmente molto più caro. Le verdure in sacchetto pronte per l’uso, lavate e asciugate, o affettate alla julienne sono anche sei, otto, dieci volte più care rispetto allo stesso prodotto acquistato sfuso, magari al mercato”. Uno dei motivi del calo dei consumi di alcune categorie è così riferibile a questa situazione. Nel 2007, per esempio, il consumo di verdure è calato del 2,6%. Mentre le insalate pronte, i vassoi misti con frutti e ortaggi differenti, tipo una mela, un kiwi, una pera, per “famiglie monocomponente” sono aumentati del 4,2%.