Il mitico “Herald Tribune” nel fine settimana appena trascorso ha pubblicato un articolo molto lungo al tema dell’aumento dei prezzi del latte e soprattutto alle cause di tale escalation. La FAO sostiene che il latte è aumentato del 46% dal Novembre 2006 all’Aprile 2007, il latte in polvere è aumentato nientemeno che del 60% nello stesso periodo. Ciò che più conta oggi è , però, sapere che gli stessi aumenti sono destinati a non cessare. Da dove nascono questi fenomeni incontrollati di aumenti dei prezzi? Da una serie di fattori: innanzitutto la crescita dei cosiddetti Paesi emergenti, basti pensare che in Cina il consumo medio annuo era di 9 litri sino al 2000, oggi è invece di 25 litri, l’aumento del consumo pro capite è quasi triplicato. Ma non è l’unico fenomeno. Infatti bisogna considerare anche il problema del riscaldamento climatico che ha definitivamente danneggiato vasti territori storicamente produttori di latte come è successo e sta succedendo in Australia. Poi va considerato anche il fenomeno dei biocarburanti, i grani destinati alla loro produzione ne fanno salire il prezzo e quindi il costo degli allevatori per sfamare le mucche. Infine, ma non ultimo, ci sono le politiche aaplicate dalla UE e dagli Stati Uniti. In passato si poteva contare sugli eccessi di produzione che avvenivano negli USA ed in Europa sino a quando questi Stati non hanno determinato l’organizzazione delle famose “Quote” che sono di fatto delle vere e proprie limitazioni finalizzate alla certa determinazione del prezzo. Se si volessero, però, eliminare, per attendere effetti benefici bisognerebbe attendere almeno un anno, quindi nel breve termine non ci sarebbero soluzioni benefiche. Chi sta reggendo il colpo nel breve periodo sono le multinazionali che utilizzano ingenti quantità di Latte, come ad esempio la svizzera Nestlè , che hanno a loro beneficio contratti di fornitura a lunga scadenza. Insomma una situazione che avvicina il latte al Petrolio, i costi stanno arrivando ad equivalersi con una sostanziale differenza: il latte a lungo andare inacidisce, per questo è considerato un prodotto non facile da commercializzare in termini globali.
Latte: aumenti del 50% in 4 mesi
Dott. Alessandro Foronihttps://www.gdonews.it
Esperto di sociologia, organizza reti vendita e merchandising a livello nazionale, prepara i funzionari alla negoziazione con il trade.
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Nessuno dice che il latte esce dal produttore a Euro 0,30 e finisce al consumatore a Euro 1,40 ?? quanto ci guadagna la multinazionale e la Grande Distribuzione ?? margini vergognosi.